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Hamilton-Biden: il Padre Fondatore e il prossimo Presidente degli USA

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Hamilton-Biden: il Padre Fondatore e il prossimo Presidente degli USA. Vita privata di due uomini che hanno amato il loro Paese.

Hamilton-Biden: il Padre Fondatore e il prossimo Presidente degli USA

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amilton-Biden: il Padre Fondatore e il prossimo Presidente degli USA. Le elezioni presidenziali in America, si sa, sono una questione di vitale importanza per il Paese. Talvolta, letteralmente: i Padri Fondatori Aaron Burr e Alexander Hamilton si sfidarono a duello in seguito alla preferenza di quest’ultimo per il candidato (poi vincitore delle elezioni e terzo presidente degli Stati Uniti) Thomas Jefferson. Burr dovette accontentarsi della carica di vicepresidente, che prossimamente sarà ricoperta da Madame Kamala Harris, e accettarla di buon grado.

L’endorsement di Hamilton nei confronti del rivale politico Thomas Jefferson gli costò letteralmente la vita: nonostante la pretesa di Burr di scuse pubbliche da parte del federalista, il primo Segretario del Tesoro dei nuovi Stati Uniti si rifiutò di ribaltare la sua convinzione. Tutto per difendere il Paese dalla guida di una personalità che non riteneva adatta al ruolo.

La vita del Padre Fondatore fu scandita da scandali e lutti, spesso intrecciati tra loro. Il primogenito, Philip, perse la vita anche lui in un duello disposto per la salvaguardia della reputazione del padre. Oltre alle ostilità con il presidente John Adams (successore di Washington), fu questo il motivo del ritiro di Hamilton dalla scena politica.

Nonostante un destino comune di lutto, non è andata così per il prossimo presidente Joe Biden. Dopo la carica di vicepresidente per entrambi i mandati di Obama, infatti, il democratico Biden ha scalzato Trump dalla Casa Bianca e, scegliendo Kamala Harris come vicepresidentessa, sembra già aver fatto la storia.

Si tratta del presidente più anziano eletto: avrà 78 anni quando il 20 gennaio prossimo si insedierà alla Casa Bianca e ha alle spalle una vita privata e politica già vissuta intensamente.

Nel 1972 perde la moglie e la figlia di appena un anno in un incidente stradale di cui le dinamiche non sono mai state chiarite. Gli altri due figli restano feriti, ma sopravvivono. Incoraggiato da questi, sposa la prossima First Lady, prima italo-americana alla Casa Bianca, Jill Tracy Jacobs. All’età di 46 anni muore il primogenito a causa di un tumore incurabile.

Nonostante tra le due personalità storico-politiche in questione passino circa tre secoli, il programma messo in campo da entrambi vede al centro una revisione del sistema finanziario.

Laddove Alexander Hamilton proponeva la condivisione del debito pubblico tra i diversi Stati, con l’opposizione del futuro presidente Jefferson (allora Segretario di Stato), Joe Biden prevede l’inattaccabilità dei diritti sindacali e della contrattazione collettiva. Inoltre, lavorerà per la creazione di oltre 10 milioni di posti di lavoro, specie nel settore eco-sostenibile con l’obiettivo di una clean-economy. Hamilton, con l’approvazione e l’appoggio di George Washington, lavorò per stabilire una National Bank: fondamentale per il benessere economico della nuova nazione.

Nonostante la storia tenda a cancellare i processi culturali e sociali di un tempo per ricordare, a volte, solo superficialmente gli eventi, basta un po’ di attenzione per ritrovare un filo conduttore: le sfide di un tempo non sono più quelle di oggi e, sebbene le soluzioni adottate sembrino diverse, hanno, in realtà, una solida tendenza di base: il miglioramento del Paese a partire dal sistema economico-finanziario. Lo stesso vale per le personalità politiche coinvolte: il benessere del Paese, ad ogni costo.

Joe Biden, infine, progetta di eliminare le politiche di asilo di Trump e il cosiddetto Travel Ban, una serie di limitazioni alla concessione di visti per l’ingresso negli Stati Uniti ad alcuni cittadini stranieri. È significativo se si considera che il Padre Fondatore Hamilton è arrivato a New York partendo da un’isola dei Caraibi per fondare il sistema finanziario su cui il Paese poggia le basi ancora oggi.

Ciò che resta da considerare è se la vittoria di Biden rappresenti un’effettiva preferenza per le linee politico-progettuali finora esposte oppure il messaggio di insoddisfazione dell’America nei confronti dell’ex Presidente Donald Trump. Dal 20 gennaio in poi.

Lorenza Sabatino

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