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Guardia di Finanza: maxi sequestro di articoli contraffatti

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Guardia di Finanza Napoli: sequestrati 35.000 articoli contraffatti e pericolosi per la salute, sanzionati 19 esercizi commerciali, denunciati 11 responsabili.

Guardia di Finanza: maxi sequestro di articoli contraffatti

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APOLI- Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico, hanno sottoposto a sequestro, su tutta l’area metropolitana, 35.000 articoli privi del marchio CE e di ogni altra indicazione prevista dalla normativa nazionale e comunitaria.
In particolare, si tratta di distinti e contestuali accessi ispettivi operati tra il capoluogo, Portici, Ischia, Ercolano, Gragnano, Torre del Greco, Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano, nei confronti di numerosi esercizi commerciali, anche ambulanti, conclusi con sequestri di giocattoli, gadget, accessori, prodotti di elettronica e borse riportanti note griffes contraffatte.
Rinvenuti e sequestrati in particolare più di 8.000 articoli di cartoleria e cancelleria privi delle certificazioni minime di sicurezza, già confezionati e pronti per essere immessi sul mercato.
Nel corso degli interventi sono state anche sequestrate complessivamente 11.700 mascherine con marchi falsi di note griffes, nonché di importanti club calcistici nazionali ed esteri.
Denunciati all’Autorità Giudiziaria per ricettazione e commercio di prodotti falsi 11 soggetti, sia italiani che stranieri, e segnalati altri 4 alla Camera di Commercio per violazioni di natura amministrativa.
L’operazione rientra nel quadro della costante attività di prevenzione e repressione della contraffazione da parte del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, uno dei fenomeni su cui maggiormente si concentrano le speculazioni legate all’emergenza Covid-19.

 

La marcatura C E, esistente dal 2006, è d’obbligo su molti prodotti: il suo compito è quello di indicare che essi sono stati oggetto di una valutazione specifica prima dell’immissione sul mercato e che rispondono, quindi, ai requisiti UE in materia di sicurezza, salute e protezione ambientale.

Attenzione, quindi: il marchio C E non indica che un prodotto è stato fabbricato nel SEE, ma solo che è stato sottoposto a una valutazione prima di essere immesso sul mercato e che soddisfa tutti i requisiti stabiliti dalle leggi (ad esempio, un livello di sicurezza armonizzato) perché ne sia permessa la vendita.

Il marchio C E, che sta per Comunità Europea, presenta una maggiore spaziatura tra la “C” e la “E”: lo spazio è quasi pari ad un’altra C rovesciata. Ciò in quanto è composto dalle lettere C E ricavate da due cerchi e, quindi, nell’originale, fra la C e la E deve esserci almeno la metà della larghezza della C. Inoltre, le lettere C ed E del marchio non devono essere più piccole di 5 millimetri e, nel caso siano più grandi, occorre, comunque, rispettare le proporzioni.
Per quanto riguarda la collocazione, il marchio deve essere apposto o sul prodotto stesso o sulla sua targhetta segnaletica. Se ciò non è possibile, occorrerà apporlo sull’imballaggio e/o sui documenti di accompagnamento.
A tal proposito, si ricorda che, tra i documenti del prodotto, deve esserci sempre la dichiarazione di conformità: si tratta del documento sottoscritto dal produttore o da un suo mandatario (se il produttore non è residente nella CEE) o dall’importatore, nel quale si attesta che il prodotto rispetta alcune specifiche direttive e norme. Può essere contenuta in un foglio singolo oppure allegata nel manuale di istruzioni e deve essere sempre firmata, indicando il numero identificativo dell’articolo o del lotto a cui appartiene.
Oltre al normale marchio CE, devono essere indicati altri dati: il marchio, il nome del soggetto – produttore o importatore – residente nella CEE, i dati identificativi del prodotto, alcune sue caratteristiche come, ad esempio, la tensione Volt di esercizio.

 

 

Stéphanie Esposito Perna

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