La Magistratura in questi ultimi anni e’ stata accusata di avere usato i guanti gialli nei confronti di persone socialmente pericolose; di non essere intervenuta per tempo, onde evitare che alcuni delitti preannunciati da numerosi segnali d’avvertimento, venissero portati a compimento.
Molti crimini si sarebbero potuti evitare, se le indagini nei confronti dei potenziali assassini, fossero state espletate con maggiore attenzione e considerazione e meno in guanti gialli?
La risposta e’ si! Essere stati poco attenti, superficiali e negligenti nella lettura degli atti, in molti casi ha contribuito al futuro evolversi di vicende delittuose.
Non usare misure restrittive o limitative nei movimenti, nei confronti di chi molesta, offende, aggredisce, minaccia, non fa altro che dare una fattiva mano ai futuri assassini.
A delitto avvenuto se ne cercano le cause e le responsabilita’, i se o i ma si perdono, le domande sono tante, le risposte come sempre sono poche e lacunose.
La vicenda del Brigadiere dei Carabinieri che ha ferito quasi mortalmente la propria moglie, per poi rivolgere l’arma contro le proprie figlie e contro se stesso, rappresenta solo l’ultimo atto di una tragedia che “doveva e poteva” essere evitata.
La povera donna, Antonietta Gargiulo, madre delle due bambine uccise nel sonno, aveva fatto alcune denunce alla polizia, esternando le proprie paure nei confronti del marito Luigi Capasso,brigadiere dei Carabinieri: tutto inutile.
Una Commissione medica aveva giudicato il “soggetto” idoneo al servizio e al porto d’armi, quindi come se avesse avuto un placet da parte di chi lo avrebbe dovuto giudicare pericoloso per se’ e per gli altri, da portare a compimento il suo folle gesto.
La cronaca registra in Italia un omicidio per motivi passionali ogni 3 giorni, di contro, migliaia sono le denunce che continuano a “stazionare” negli armadi di Polizia. Carabinieri e negli scaffali dei Tribunali, di cosa vogliamo parlare?
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ivicentro.it/OPINIONE
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