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Governo siciliano in minoranza all’Ars sui rifiuti

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Governo battuto in Aula sulla riforma dei rifiuti. Con il voto segreto è stato bocciato l’articolo 1 che fissava i principi della legge.

Il Governo regionale siciliano di centrodestra finisce in minoranza con il voto segreto all’Ars sulla riforma dei rifiuti. L’Aula ha infatti bocciato l’articoli 1, l’architrave del disegno di legge e l’opposizione anche su altre norme è riuscita a far passare dei suoi emendamenti. Ancora una volta la Maggioranza parlamentare di centrodestra all’Assemblea Regionale siciliana ha dimostrato di esserci solo sulla carta unita dalle poltrone.

Dopo la bocciatura, il vicepresidente di Sala d’Ercole, Roberto Di Mauro del gruppo Autonomisti, ha rinviato la seduta a martedì prossimo, sicché adesso i tecnici devono capire se è possibile comunque andare avanti nonostante sia stato bocciato il primo articolo della norma.

Musumeci commentando la bocciatura, ha dichiarato furibondo in una nota “La legge sui rifiuti che deve mettere ordine e contrastare la criminalità organizzata non si può fare con un Parlamento che si nasconde dietro il voto segreto. Chi è che non ha il coraggio di metterci la faccia insieme al nome e cognome? Chi vuole nascondersi dietro uno strumento di viltà? Dopo un anno dalla presentazione del disegno di legge sulla riforma da parte del governo e ventinove sedute di Commissione, una parte dell’Assemblea regionale ha deciso di bloccare tutto. Qualcuno, fuori dal Palazzo, brinda e ringrazia”.

È intervenuto anche Claudio Fava della sinistra e oggi nel gruppo misto all’Ars nonché Presidente della Commissione regionale antimafia, che ha replicato a Musumeci “Chi brinda e ringrazia sono i padroni delle discariche private, in assenza di un Piano sui rifiuti che con il Disegno di legge presentato dal Governo non c’entra un fico secco. Da due anni il Governo non ha la forza né la maggioranza per portare in Aula un vero Piano e intanto autorizza 1,8 milioni di metri cubi in più alle discariche dei Leonardi (la Sicula Trasporti di Catania grande discarica privata di Sicilia di proprietà degli imprenditori Leonardi) e proroga di dieci anni la concessione all’Oikos (le discariche “Valanghe di inverno” e “Tiritì”, mega impianti dislocati tra i comuni etnei di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia gestite dalla Oikos Spa di proprietà della ditta “Proto-Pappalardo). I soliti noti fuori dall’Assemblea Regionale brindano al governo Musumeci e alla sua inettitudine”.

All’unisono i deputati del M5S all’Ars hanno evidenziato “Il pesantissimo stop in aula alla legge sui rifiuti è la pietra tombale sul governo Musumeci. Il presidente prenda atto che il suo esecutivo ha ormai l’encefalogramma piatto. Il suo esecutivo a due anni dal suo insediamento non è riuscito a cavare un solo ragno dal buco, se non per i cavalli della sua Militello, mentre la Sicilia è in fiamme. Ci chiediamo e gli chiediamo, con queste premesse dove mai può andare la Sicilia, quando le riforme strombazzate in campagna elettorale vengono bocciate dalla sua stessa maggioranza?”. Il capogruppo Francesco Cappello dei cinquestelle all’ARS ha sottolineato “Musumeci si ostina ad andare avanti in una direzione senza sbocchi. Anche sulla legge sui rifiuti si è ostinato a proseguire senza accogliere la nostra proposta e di parte dell’aula di rispedire tutto in commissione. Continua a suonare ostinatamente la sua inutile musica mentre il Titanic-Sicilia affonda inesorabilmente”.

Anche il capogruppo Pd all’Ars, Giuseppe Lupo, ha dichiarato al termine dei lavori d’Aula “Il presidente Musumeci prenda atto che senza una maggioranza non si può governare la Sicilia, si dimetta e convochi le elezioni. È vergognoso che il governo si sia rifiutato di rispondere in aula alle richieste di chiarimento dei deputati su chi dovrà pagare i due miliardi di debiti accumulati dai vecchi Ambiti Territoriali Ottimali in liquidazione. La verità è che con questo disegno di legge il governo Musumeci scarica i debiti sui Comuni mandandoli in dissesto e facendo pagare il conto ai siciliani. Noi abbiamo votato contro l’articolo 1, così come avevamo largamente anticipato perché non tiene conto delle nuove direttive europee che riguardano l’economia circolare, ma non mi sorprende che alcuni deputati della maggioranza abbiano responsabilmente votato contro la riforma ascoltando la voce dei sindaci e dei cittadini. La verità è che la proposta del governo è una finta riforma ‘gattopardesca’ fa finta di cambiare tutto per non cambiare nulla”.

L’opinione.

Tutti gli annosi e vari inquietanti sintomi che si manifestano ormai quotidianamente nell’Isola e ad ogni livello della società, sono di tutta evidenza l’esito di una Regione, la Sicilia, che sta affondando da tempo in una spaventosa crisi socio-economica e prima di tutto etico-psicologica-culturale, i cui effetti sono già notoriamente sempre più falcidianti e lo saranno ineluttabilmente sempre peggio così continuando. Si aggiunga che la decennale quanto dissimulata, ambiguità interiore, misantropia, arroganza, ingordigia, stizzosità e sprezzo, di sparsi politici, istituzionali, boiardi, ordini professionali, associazionismo e cosiddetta società civile, non solo ha notoriamente scoraggiato se non soprattutto intimorito e pure annichilito, chi volesse legittimamente e civilmente interessarsi della “Res Pubblica” (‘cosa del popolo’) siciliana, ma ha pure allontanato quei tanti giovani (la forza biologica) dalla “amministrazione della città” in quanto molti, giustamente, non vogliono prostrarsi a fare i codazzi, servi e prostituti, del putrido trasversale (da destra a sinistra) rancido sistema siciliano, che nel tempo ha inquinato questa impareggiabile Isola (per natura, clima e storia) con una pavimenta corruzione pubblico-politica e guarda caso parallela mafia. Noi siciliani le abbiamo provate quasi tutte, almeno alle nazionali, mentre alle regionali ci manca di sperimentare solo un Governo pentastellato. Non c’è quindi molto da rimproverarci elettoralmente in Sicilia. E non additerei i concittadini quando votano chi ritengono, qualunque sia il legittimo orientamento, certo tranne verso arroganza, corruzione, delinquenza, violenza e mafia. Sono infatti i molti deviati “Piani Alti” (quelli dei forzosi appartenenti ai “diritti acquisiti”, nello Stato, Regioni e Comuni, tutti con rispettive propaggini e codazzi, che hanno la condannabile responsabilità di questo annoso scivolamento verso il baratro, specialmente in Sicilia. Il resto sono réclame ed elusioni a parrocchetto da talk show. Come se ne esce prima della soglia di non ritorno, sperando che non siamo già oltre ?

A

dduso Sebastiano

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