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Castellammare di Stabia

Governo del cambiamento? (Carmelo Toscano)

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I

due contraenti del “contratto” di governo, Lega e 5Stelle, in modo autoreferenziato si sono autoproclamati “governo del cambiamento”, alimentando speranze ed aspettative a non finire e lasciando intravvedere chissà quali mirabilie stiano per scendere sullo Stivale (Isole comprese)…
In attesa che gli ambiziosi programmi si materializzino, noi cominciamo ad enumerare a quali “cambiamenti” abbiamo assistito in questi tre mesi di mercato delle vacche del dopo voto.
Da anni tra Lega e 5Stelle non è corso buon sangue. Anzi non mancavano di dirsi peste e corna gli uni degli altri alla minima occasione. Spesso in maniera volgare ed ultimativa. I grillini davano del “razzista” e del “ladro” ai padani, rei dello scandalo Bossi&family. I leghisti, dal canto loro, non hanno risparmiato complimenti al vetriolo ai grillini, chiamandoli “Movimento 5 bufale”, e simili.
Ebbene, in funzione del “bene pubblico” governativo, hanno operato su se stessi più di un “cambiamento”: hanno cambiato il giudizio che si lanciavano addosso reciprocamente. In funzione del potere hanno trasformato il piombo in oro, quello derivante dal potere.
Primo cambiamento del quale i cittadini possono andare fieri.
Il secondo cambiamento riguarda l’identikit di chi deve governare. Per mesi e mesi si sono sgolati a tuonare ed inveire contro i tecnici al governo. Si sono stracciati le vesti contro i governi tecnici.
I tecnici non vanno bene perché non hanno una visione “politica” e perché “non sono eletti da nessuno”. E giù a tranciare giudizi contro i precedenti Presidenti del Consiglio non eletti come Renzi, Monti, Ciampi. Una tiritera a non finire. Dimenticando volutamente che la nostra Costituzione (art. 92) non prevede che il Premier debba essere un parlamentare. Ma loro due, e relativi codazzi, per mesi hanno insistito su questo tasto costituzionalmente stonato, perché ambedue ambivano alla carica di Premier e su queste schermaglie continue si sono giocata la
lunga, estenuante partita.
Ebbene, quando hanno visto che si erano infilati in un vicolo cieco senza via d’uscita, cosa fanno i due diarchi? Tirano fuori dal cilindro un signor Carneade (politicamente parlando), e lo propongono al Presidente Mattarella. Un non eletto e non politico. Ma si ostinano a dirci che: «Sarà un premier politico di un governo politico».
Il prof . Conte, onesto avvocato e valente cattedratico a Firenze, brilla per essere politicamente sconosciuto dai media. Mai fatto politica attiva, segnalata a livello nazionale o locale. Non risulta ai più che si sia mai fatto notare sull’agone partitico nazionale. Anche questo risulta, quindi un bel “cambiamento”: spacciare per politico, chi ha vissuto facendo una onestissima carriera accademica ed ha esercitato meritoriamente una professione liberale, nella discrezione di una vita riservata e dedicata al lavoro ed allo studio. Non è un demerito. Tanti politici hanno iniziato
tardi la loro carriera. De Gasperi docet. Però a noi piacerebbe che le cose venissero chiamate con il proprio nome. Semplicemente. Senza mutare le carte in tavola.
Terzo cambiamento: riguarda l’art. 95, comma 1°, della Costituzione: “Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promovendo e coordinando l’attività dei ministri”.
Il Premier, cioè, dirige il timone della politica e se ne assume la responsabilità. . Ebbene, però i due leader affermano di aver “portato al Governo il vero leader, cioè il loro programma”. A noi sembra una“rivisitazione” un po’ stiracchiata della norma costituzionale al punto che ci sembra un altro dei “cambiamenti” che questo nuovo governo continua a sbandierare. Secondo questa interpretazione allora, il Presidente del Consiglio che ruolo occuperà? Di mero esecutore del “contratto” che i due partiti hanno stilato? Qualche dubbio sorge. Ma pare che nulla sia stato lasciato al caso. Il prof. Conte, da Premier, si ritrova “affiancato” da due Vice-Premier più che decisi ad aiutarlo, “coadiuvato” da un sottosegretario alla Presidenza più che navigato politicamente ed espressione della Lega adamantina. Pare che anche lo staff della comunicazione e dei portavoce glieli abbiano generosamente già approntati. Più collaborativi di così non li poteva trovare.
Così ben equipaggiato il nuovo convoglio governativo si appresta a prendere il largo, dopo la sosta di domani nei due porti di Montecitorio e del Senato, dove riempirà i serbatoi del carburante della fiducia parlamentare.
Vedremo a quali altri funamboleschi “cambiamenti“ il futuro ci farà assistere…
Dio salvi l’Italia!

Carmelo Toscano

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