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Givova Scafati-SoundReef Siena: Le parole di coach Griccioli

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Giulio Griccioli, allenatore della Mens Sana Siena, brandizzata SoundReef nella stagione in corso, arriva in sala stampa con un aspetto molto diverso da quello che aveva nei due anni di permanenza in terra scafatese, dal 2010 al 2012, barbetta curata e sguardo un po’ corrucciato. “Nello spogliatoio, a metà gara, li ho guardati e gli ho detto che io non mi sentivo di essere così scarso, così arrendevole e che ero convinto che se provavamo a non abbassare la testa e a provare a fare ciò per cui eravamo venuti a Scafati, potevamo vincerla e forse ci credevo solo io. Pensavo, ma sono io che sono diventato così? Io non ci credevo e l’ho detto ai ragazzi e forse alla fine del primo tempo nessuno mai avrebbe pensato che perdevamo per dei dettagli”. Chiare le parole di coach Griccioli che poi aggiunge che era convinto che la squadra fosse quella del secondo tempo e non quella dei primi due quarti: “Quando ci svegliamo la mattina dobbiamo essere consapevoli di essere quelli duri, non arrendevoli e vogliosi dei secondi venti minuti perché quelli della prima parte di gara non lo meritiamo noi, non lo meritano i tifosi e neanche la dirigenza. Quindi sguardo alto e ora si pensa alla prossima ma con la convinzione che non ci siamo arresi e anzi, potevamo addirittura vincerla non sbagliando delle cose nel finale. Ma preferisco gli errori visti negli ultimi due minuti, a ciò che non abbiamo fatto nei primi due tempi di gara”. Il coach però da ampi meriti anche ai suoi avversari: “Poi, chiaramente, non ci siamo solo noi in campo ma anche un avversario che ha vinto la quarta di fila, che al PalaMangano aveva dato 31 punti a Cagliari, che ha perso solo qui, e che nei primi due quarti ha messo in campo una grande intensità. Però voglio anche che sia ben chiaro che non è Scafati ad aver mollato nel secondo tempo, perché altrimenti non rimanevano sul +12 fino a quarto quarto, ma siamo stati noi prima a provarci, poi a iniziare a fare quello che sappiamo, e infine a non mollare fino alla fine”. Una “stoccatina”, il coach, la da anche al suo play titolare: “Saccaggi si è lamentato che l’ho tolto dopo il suo primo canestro, ma li gli ho detto di sedersi un minuto, respirare, bere qualcosa e poi rientrare, perché mi serviva fresco e non morto e spompato. L’ha capito, anche se alla fine la palla non deve andare nelle sue mani, ma in quelle di Turner, questo è un errore che farò pesare in settimana, alla squadra”.

span class="_5yl5"> a cura di Mario Di Capua

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