Giustizia A Fette (Lo Piano Saint Red)

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Ancora una volta la Giustizia italiana ne esce “a fette”, visto che, a distanza di quasi 30anni l’ex funzionario, dirigente della Polizia di Stato, Capo della Mobile di Palermo, Capo della Sezione Siciliana della Criminalpol, N° 3 del Sisde, “Bruno Contrada”, e’ stato prosciolto da ogni accusa.

Il collegio difensivo di Contrada, a seguito della sentenza, ha diffidato il ministero dell’Interno e l’Inps per la reintegra immediata nei ranghi dell’Amministrazione del loro assistito ed a riconoscere al super poliziotto di Palermo le cifre non corrispostegli durante i 25 anni di interdizione dai pubblici uffici.

Cifre che, come riferito dai legali, si aggirano nell’ordine di diversi milioni di euro, al netto di quella che sarà poi la richiesta di risarcimento per l’ingiusta detenzione.

Il suo nome e’ stato associato per anni ai presunti rapporti fra i Servizi Segreti italiani e la criminalita’ organizzata, culminati nella strage di Via D’amelio, dove mori’ in un attentato il Giudice Paolo Borsellino. In quel periodo il Giudice ucciso, indagava sia sui collegamenti fra Mafia e Stato, che alla cosiddetta “zona grigia” tra la legalità e l’illegalità.

Arrestato il 24 dicembre 1992, Contrada, si è sempre dichiarato estraneo ai reati attribuitigli, non e’ stato creduto, e condannato in via definitiva nel 2007 a 10 anni di carcere per concorso esterno in Associazione mafiosa. Nel 2011-12 venne respinta la richiesta di revisione del processo e sempre nel 2012 finì di scontare la pena.

Sembrava che a partire da questa data, fosse stata messa una pietra tombale sulla colpevolezza di Contrada, se non fosse intervenuta la Corte Europea per i Diritti dell’uomo(CEDU).

Sta di fatto che che l’11 Febbraio 2014, la stessa Corte, ha condannato lo Stato Italiano. Avendo ritenuto che : la mancata e ripetuta non concessione degli arresti domiciliari a Contrada sino al Luglio del 2008, (pur essendo gravemente malato, e malgrado la palese incompatibilita’ del suo stato con il regime carcerario), fosse una violazione dell’articolo 3 “CEDU” (divieto di trattamenti inumani e degradanti).

E non finisce qui’:

Il 13 aprile 2015 la stessa Corte europea ha stabilito che Contrada avesse un risarcimento per danni morali, perché non doveva e non poteva essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

La motivazione? all’epoca dei fatti (1979-1988), il reato non era ancora previsto dall’Ordinamento giuridico italiano che parla di ” Nulla poena sine Lege.

Gli avvocati di Contrada avevano presentato istanza di revoca della condanna, respinta dalla Corte d’appello di Palermo, e infine accolta nel 2017 dalla Corte di Cassazione, che ha dichiarato “ineseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza di condanna.
Continuiamo nel racconto surreale :
Il 26 luglio 2017 viene perquisita la sua abitazione, mentre Il 14 ottobre 2017, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha revocato il provvedimento di destituzione di Bruno Contrada, ex dirigente della Mobile di Palermo ed ex 007 del Sisde.

La decisione è conseguenza della sentenza della Cassazione, che ha annullato a Luglio la condanna di Contrada a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

La revoca della destituzione è retroattiva, parte dal Gennaio 1993, data della rimozione dal servizio dell’ex dirigente della Mobile, dopo il suo arresto avvenuto nel dicembre del 1992.

Oggi si puo’ affermare che la Corte di Cassazione ha messo la vera pietra tombale ad una vicenda iniziata 25 anni fa, (24 dicembre 1992), quando Contrada venne arrestato, perché accusato di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, sulla base delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia come Tommaso Buscetta e Salvatore Buscemi.

Fine della gogna :

Oggi Contrada ha 86 anni, i soldi che dovra’ incassare non potranno mai restituirgli tutti gli anni che ha passato in prigione, e ancor meno la dignita’ persa.

Casi come questi in Italia ne accadono a centinaia, ci rimettono le penne i cittadini che pur essendo innocenti, non hanno la possibiilita’ di essere difesi da buoni avvocati e sono alla merce’ di giudici spesso ignoranti nelle materie giuridiche, e presuntuosi nel non voler ammettere le loro lacune nel campo giudiziario.

Lo Piano Saint Red

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