Alex Rigola, conosciuto regista Spagnolo, già direttore della Biennale Teatro di Venezia, nella prima di ieri sera al Teatro Sociale di Brescia, ha portato in scena una sua inedita rilettura del Giulio Cesare di William Shakespeare.
L
a scena del dramma romano si apre con la proiezione, su una parete di una stanza creata sul palcoscenico, di alcuni video di dittatori , tiranni e politici famosi ma anche la scena straziante del piccolo Aylan morto sulla spiaggia di Bodrum , Rigola avrebbe potuto risparmiarci questa sconcertante fotografia, probabilmente ha voluto immediatamente creare nello spettatore una perturbazione di sentimenti negativi generalizzati da ansia per mettere in evidenza i pericoli del potere. Mentre scorrono i video entrano in scena i bravissimi e talentosi giovani attori vestiti da lupo e a ritmo di musica danzano senza un ordine ma creando disordine e ammucchiate.
Un Giulio Cesare interpretato magnificamente dalla brava Maria Grazia Mandruzzato. La scelta di un’attrice nel ruolo di un uomo ha un grande significato sociale, le donne al potere, le donne in ruoli importanti. Un Marco Antonio degnamente impersonificato dal conosciuto attore di cinema e teatro , Michele Riondino , il quale convince il popolo di Roma che Giulio Cesare ha subito una congiura e tra i cospiratori il responsabile era Bruto, in persona Stefano Scandaletti. Una nota di merito va alla brava Porzia ,il suo viso lacrimante viene ripreso e proiettato in gigantografia su una grande parete .
Come la scenografia minimale così anche i costumi ,pantaloni neri con grandi bretelle e magliette bianche che mettevano in evidenza il sangue di Giulio Cesare assassinato, fatta eccezione della camicetta rossa della moglie di Bruto,Porzia. Il tema conduttore di tutta la rappresentazione è il Potere. Chi ha il potere riesce a irretire il popolo , condizionandolo a suo piacimento , il potere è pericoloso, chi lo detiene ancor di più .
Uno spettacolo da vedere e rivedere
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