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Castellammare di Stabia

Giulio Cesare, conflitto e potere: al Teatro Sociale di Brescia

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Giulio Cesare, conflitto e potere per la regia di Àlex Rigola, con Michele Riondino e un cast di grande esperienza

Giulio Cesare, conflitto e potere
di WILLIAM SHAKESPEARE
traduzione di SERGIO PEROSA
adattamento e regia di ÀLEX RIGOLA
spazio scenico MAX GLAENZEL
spazio sonoro NAO ALBET
illuminazione CARLOS MARQUERIE
costumi SILVIA DELAGNEAU
con MICHELE RIONDINO

e

con MARIA GRAZIA MANDRUZZATO, STEFANO SCANDALETTI, MICHELE MACCAGNO, SILVIA COSTA,  MARGHERITA MANNINO, ELEONORA PANIZZO, PIETRO QUADRINO, RICCARDO GAMBA, RAQUEL GUALTERO, BEATRICE FEDI, ANDREA FAGARAZZI

produzione TEATRO STABILE DEL VENETO-TEATRO NAZIONALE
Durata dello spettacolo 2 ore 15 minuti (compreso intervallo)

Un dramma senza eroi, così Àlex Rigola reinterpreta il Giulio Cesare di Shakespeare, in scena dal 10 al 14 gennaio (alle ore 20,30 – domenica 15,30) al Teatro Sociale di Brescia (via F. Cavallotti, 20) per la Stagione di prosa del CTB Centro Teatrale Bresciano. Una produzione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.

Lo spettacolo è inserito nella Stagione di Prosa 2017/2018 che è realizzata grazie al sostegno dalla Fondazione ASM e del Gruppo A2A di Brescia.

William Shakespeare scrisse Giulio Cesare nel 1599, ispirandosi in parte a fatti storici e in parte alla traduzione di Sir  Thomas North delle Vite dei nobili greci e romani di Plutarco. È la prima delle grandi tragedie del bardo. L’opera comprime – in meno di sei giorni – i tre anni che vanno dalla vittoria di Munda (45 a.C.) al suicidio di Bruto (42 d.C.): è così che l’intera narrazione diventa un unico, ininterrotto conflitto, personale e politico. Un conflitto che attraversa anche la nuova versione dello spagnolo Àlex Rigola e che trova in Michele Riondino, apprezzato attore di cinema, teatro e TV, l’interprete ideale per il ruolo del nobile Marco Antonio. Rigola realizza la sua prima regia italiana tornando all’opera che lo fece scoprire a livello internazionale: un testo epico, intenso e appassionante che ruota intorno all’esercizio del potere, in questa versione impersonato da una donna, Maria Grazia Mandruzzato, nel ruolo di Cesare. In lei si raccolgono le tante espressioni di “donne al comando” che al giorno d’oggi gestiscono le leve del potere con la stessa inflessibile determinazione dei loro omologhi uomini. È la dimostrazione che, al di là delle questioni di genere, tutta l’umanità è per sua natura soggiogata dalla fascinazione che esercita il predominio dell’uno sull’altro. Chi incarna il potere ha gioco facile nel condizionare un’umanità alienata, immobile, quasi rassegnata e riluttante a mettersi in gioco per cambiare lo stato delle cose. Vivere appesi a un filo, in uno stato di precarietà, di contraddizione continua, di violenza pervasiva e latente: da questa condizione umana prende avvio la strada che Rigola ha scelto di percorrere per guidare il lavoro dei 12 attori in scena. Come si può gestire la violenza che divide gli uomini? Come si fa a chiedere a qualcuno, anche se solo per finzione, di uccidere un proprio simile?
Quali sono i presupposti da cui partire per organizzare una rivoluzione? Su queste e altre questioni eternamente  attuali si è confrontato il cast selezionato dal regista spagnolo, dove i ruoli centrali di Bruto e Cassio, affidati a due interpreti di grande esperienza come Stefano Scandaletti e Michele Maccagno, arrivano a credere contemporaneamente che l’assassinio del leader sia l’unica via percorribile. Ma dopo il delitto? Che cosa costruiranno una volta messo a segno il loro piano di distruzione? Bruto, Cassio e gli altri congiurati non sanno quali saranno le conseguenze delle loro azioni. In fondo sono semplicemente degli esseri umani e in quanto tali pieni di contraddizioni. In questo dramma romano non ci sono eroi ma soltanto uomini. E non ci sono eroi perché nel Giulio Cesare, non ci sono certezze, né valori assoluti. Tutto passa e tutto cambia; i miti sorgono e decadono per essere sostituiti da altri che a loro volta crolleranno; la realtà è inafferrabile e sfuggente, osservabile da mille punti di vista, suscettibile di mille interpretazioni.

Alcune domande da porsi prima o durante la nostra versione di “Giulio Cesare”

Note di Àlex Rigola

Possiamo chiedere ad una persona di giudicare il proprio figlio in maniera equa?
Viene prima la ragione o il sentimento?
Fino a che punto il fine giustifica i mezzi?
La violenza è lecita?
Esiste la democrazia?
Viviamo in una vera democrazia?
Se siamo consapevoli di non vivere in una vera democrazia, perché non facciamo nulla?
Se sono le lobby economiche a tenere le fila di una falsa democrazia, come possiamo difenderci?
Cos'è più violento: l’uomo che per disperazione scaglia una pietra contro una banca, o la polizia che in
nome dello Stato sfratta un pensionato perché non può pagare l’affitto e lo lascia vivere in mezzo alla
strada?
Lo Stato non dovrebbe tutelare il cittadino a rischio di esclusione sociale piuttosto che salvaguardare a
tutti i costi il sistema economico?
Non è questa la vera violenza?
E il cittadino come reagisce?
Siamo disposti a venderci per soli 80 euro?
È possibile che la gran parte dei cittadini non cada vittima del populismo?
Se tra le poche persone che leggono, la maggior parte preferisce un cattivo romanzo infarcito di emozioni edulcorate ad un rigoroso trattato di filosofia, come possiamo pretendere che rispetto alla politica la società non reagisca nello stesso modo?
Esiste una soluzione?
Ci sono persone che sparano in nome di una falsa democrazia?
Non si dovrebbe lottare per avere una democrazia reale con tutti i mezzi a disposizione, compresa la violenza?
Avremmo ucciso Hitler prima delle elezioni federali tedesche del 1930, quando non era ancora un capo di Stato fanatico e un efferato assassino?
Lo faremmo oggi sapendo come sarebbe andata a finire?
Siamo sicuri che non ci siano delle reincarnazioni di Hitler anche tra chi di fatto detiene le fila del potere  contemporaneo?
Dovremmo intervenire con TUTTI i mezzi possibili per evitare l’affermarsi di una figura simile?
E poi cosa succederebbe?
Come potrebbe nascere una nuova democrazia se questa fosse figlia del sangue?
E gli effetti collaterali?
Esiste una soluzione?
Cosa ne è stato dei veri uomini di Stato?
Esiste una soluzione?
Dobbiamo travestirci da lupo?
Bisogna tornare a celebrare i Lupercali come ai tempi dell’antica Roma?
E tutti quei lupi che oggi si travestono da agnelli?
Chi danneggia maggiormente la società: i lupi o quegli agnelli disposti a seguire la strada più semplice?
Possiamo fare qualcosa?
Ma cosa?
Come controlliamo il lupo che è dentro di noi?
Esiste una soluzione?

Benvenuti ancora una volta nella contraddizione umana…. e mentre riflettiamo su questi temi, lasciamo che muoia ancora qualche bambino sulle spiagge di Lesbo

Biglietti

INTERO
Platea 27 €
Galleria Centrale 19 €
Galleria Laterale 13 €

RIDOTTO GRUPPI*
platea 24 €
Galleria Centrale 17 €
Galleria Laterale 12 €

RIDOTTO SPECIALE**
Platea 19 €
Galleria Centrale 14 €
Galleria Laterale 11 €

RIDUZIONI
* La riduzione Gruppi è riservata ad Enti convenzionati con il CTB.
** La riduzione Speciale è riservata a giovani fino a 25 anni, ultrassessantacinquenni e possessori di carta d’argento.

Acquisto presso:

TEATRO SOCIALE
Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia
Tel. +39 030 2808600
biglietteria@centroteatralebresciano.it
Orari botteghino
Nei giorni di spettacolo:
Giorni Feriali (tranne lunedì, giorno di chiusura) dalle 16.00 alle 19.00
Domenica dalle 15.00 alle 18.00

PUNTO VENDITA CTB
Piazza della Loggia, 6 – Brescia
Tel. +39 030 2928609
biglietteria@centroteatralebresciano.it

Orari di apertura
dal martedì al venerdì (esclusi i festivi) dalle 10.00 alle 13.00

ON-LINE
sul sito www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita del circuito modalità di pagamento: carta di credito o bancomat

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