Napoli-Benfica, il giorno dopo
N
apoli-Benfica, stadio San Paolo. Risultato finale: 4-2. Il Napoli, alla seconda vittoria consecutiva in Champions, si gode il primo posto del girone, a quattro punti dalla seconda. Serata splendida per gli uomini azzurra, eccezion fatta per gli ultimi 20 minuti di black-out, in cui il Napoli ha rischiato di subire un’incredibile beffa, facendosi recuperare due gol dai portoghesi. Non bastano però le due reti agli uomini di Vitoria: i gol di Mertens, Hamsik, e Milk trascinano la squadra alla vittoria.
Poco tempo prima…
‘Papà chi ha segnato?’ Occhi spalancati, sguardo perso nel vuoto: dagli spalti di una San Paolo vestito per le grandi occasioni, si scorge un bambino, forse alla sua prima partita in assoluto chissà, che, alla prima rete del Napoli, chiede un aiuto al papà per individuare e riconoscere l’autore del goal dell’uno a zero. Troppo lontano il campo da gioco, troppo piccolo lui. Immaginiamo poi che il padre, urlando il suo nome all’unisono con Decibel Bellini, abbia risposto: ‘Marek Hamsik!’
Immaginiamo, sempre, che il bambino abbia annuito, ma che, un po’ perplesso, non abbia capito realmente il perché di quel baccano, di quelle urla e di quei sorrisi, di quella felicità che sembrano condividere tutte le persone accanto anche a lui. Il papà lo abbraccia, lo stringe. Ma l’emozione del padre, al figlio, non è chiara. Lui si scosta, e confuso domanda al papà la ragione di tutto questo. Il Papà gli accarezza il viso, poi gli dà un buffetto in testa e ritorna a guardare il match, o almeno ci prova. Tra sé pensa: ‘un giorno capirà.’ Magari proprio in quello stadio. Proprio come lui, proprio in quell’istante.
Vallo a spiegare cosa significa Hamsik per un intero popolo: vai a spiegare perché Marek non è uno qualunque. Che quando tutti andavano via, lui rimaneva: una costante semplicemente, un punto fisso al quale appendersi quando tutto sembrava andare per il verso sbagliato. Un archetipo di impegno, serietà, rispetto; uno slovacco che, pur avendo poco a che fare con i costumi partenopei, ha sposato una sola maglia, quella azzurra, per sempre. Un ragazzo arrivato a Napoli da 19enne e divenuto uomo: come quel signore, ragazzo ai tempi del primo gol del capitano 10 anni fa, e adesso padre, alla 101esima rete con la stessa maglia.
Un amore, quello tra Marek e la tifoseria azzurra, che trascende il tempo, e lo spazio. “Un giorno capirà”, un giorno quel bambino ripenserà a Napoli-Benfica e gli verrà la pelle d’oca, ripensando a quel Marek Hamsik, dalla cresta altissima. E si commuoverà, come il suo papà, anni prima.
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