La Giornata Mondiale della Salute Digestiva, promossa ogni anno a partire dal 2004 dall’Organizzazione Mondiale di Gastroenterologia, si celebra il 29 Maggio. È un’occasione per sensibilizzare e ampliare le conoscenze sulla salute digestiva.
Domenica 29 maggio è la Giornata Mondiale della Salute digestiva
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Il 29 maggio si celebra a livello internazionale la Giornata Mondiale della Salute Digestiva. Promossa ogni anno, a partire dal 2004, dall’Organizzazione Mondiale di Gastroenterologia, è un’occasione per sensibilizzare e ampliare le conoscenze sulla salute digestiva.
Il World Digestive Health Day rappresenta l’occasione per sottolineare come l’apparato digerente sia in grado di sostenere la nostra salute fisica e mentale.
Prendersi cura del nostro apparato digerente può attivare un circolo virtuoso influenzando il nostro umore e il nostro benessere psicofisico.
Quest’anno, la Giornata Mondiale della Salute Digestiva è in particolare dedicata alla prevenzione del tumore del colon retto.
La pandemia di COVID-19 ha sconvolto quasi ogni elemento della vita, tra cui la buona abitudine di sottoporsi agli screening sanitari di routine fondamentali per prevenire diverse patologie, tra cui il cancro.
Uno dei pericoli più importanti è rappresentato dal cancro al colon retto che rappresenta il secondo tumore in assoluto più diffuso.
Sono infatti quasi 50.000 i nuovi casi in un anno in Italia, circa 500.000 in Europa e quasi 2 milioni nel mondo.
I programmi di screening per la diagnosi precoce hanno subito un forte rallentamento a causa dell’esplosione dell’emergenza COVID: -32% di inviti, – 45% di esami, con una media di oltre 5 mesi di ritardo rispetto alla pianificazione standard.
Ritardi spesso drammatici per i pazienti stessi. La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 65% negli uomini e 66% nelle donne.
Tumore metastatico del colon retto
Il tumore al colon-retto è il terzo tipo di neoplasia più diffusa in Italia, con circa 35 mila nuovi casi l’anno. La malattia è abbastanza rara prima dei 40 anni e si manifesta più frequentemente dopo i 60 anni.
In genere si sviluppa a partire da polipi, ovvero delle piccole escrescenze sulla mucosa intestinale che si formano a causa di una proliferazione cellulare anomala.
In molti casi i polipi sono benigni, soprattutto se di piccole dimensioni, e la probabilità che si trasformino in tumore è piuttosto bassa (inferiore al 10%).
La trasformazione in senso maligno di un polipo, invece, porta alla proliferazione tumorale della mucosa intestinale e alla possibile diffusione del tumore anche verso il fegato, l’organo più strettamente collegato al distretto colorettale.
Che cos’è il tumore metastatico del colon-retto?
I tumori del colon-retto sono la terza neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne (I numeri del cancro in Italia 2020).
Il tumore è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste l’ultima parte dell’intestino.
Sono stimate circa 43.700 nuove diagnosi di tumore del colon-retto nel 2020. Nel 2021, sono stimati 21.700 decessi (uomini 11.500; donne 10.200). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi in Italia è pari al 65,3% negli uomini e 66,3% nelle donne. (I numeri del cancro in Italia 2021).
Secondo i dati ISTAT nel 2018 in Italia sono stati osservati 19.406 decessi per carcinoma del colon-retto (10.581 negli uomini e 8.825 nelle donne).
Screening per il tumore al colon retto
I tumori del colon-retto rappresentano la terza neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne (I numeri del cancro in Italia 2020).
La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi in Italia è pari al 65,3% negli uomini e 66,3% nelle donne (I numeri del cancro in Italia 2021).
Il tumore è spesso conseguente ad una evoluzione di lesioni benigne (quali ad esempio i polipi adenomatosi) della mucosa dell’intestino, che impiegano un periodo molto lungo (dai 7 ai 15 anni) per trasformarsi in forme maligne.
Gli esami di screening
Due sono i test utilizzati per lo screening del tumore del colon-retto: la ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF) e la rettosigmoidoscopia.
Il test di screening utilizzato nella quasi totalità dei programmi di screening è il test del sangue occulto nelle feci, eseguito ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni.
L’esame, estremamente semplice, consiste nella raccolta (eseguita a casa) di un piccolo campione di feci e nella ricerca di tracce di sangue non visibili a occhio nudo.
Il test usato nei programmi di screening italiani non rende necessario seguire restrizioni dietetiche prima della sua esecuzione.
Poiché le eventuali tracce di sangue possono essere un indizio della presenza forme tumorali oppure di polipi che possono, in futuro, degenerare, è indispensabile eseguire l’esame di approfondimento .
Una piccola parte dei programmi di screening attivi in Italia (in particolare nella regione Piemonte) utilizza al posto della ricerca del sangue occulto un altro esame di screening, la rettosigmoidoscopia, eseguita una sola volta all’età di 58-60 anni.
Si tratta di un esame endoscopico, che consiste nella visualizzazione diretta, tramite una sottile sonda flessibile dotata di telecamera, dell’ultima parte dell’intestino (il sigma e il retto): è qui che si sviluppa infatti il 70% dei tumori del colon retto.
Gli esami di approfondimento
Nel caso di positività all’esame del sangue occulto nelle feci o alla rettosigmoidoscopia, i programmi di screening prevedono l’esecuzione di una colonscopia come esame di approfondimento. La colonscopia permette di esaminare l’intero colon retto.
Oltre a essere un efficace strumento diagnostico, la colonscopia è anche uno strumento terapeutico.
Nel caso venisse confermata la presenza di polipi, consente, infatti, di rimuoverli nel corso della stessa seduta.
I polipi rimossi vengono successivamente analizzati e, in base al loro numero, alle loro dimensioni e alle caratteristica delle loro cellule, vengono avviati percorsi terapeutici e di controllo ad hoc.
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Giornata Mondiale della Salute Digestiva: Domenica 29 Maggio / Redazione
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