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Giacomo Agostini: “Bagnaia è il favorito. Ho parlato con Marquez…”

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e parole di Giacomo Agostini in esclusiva a “Passione motori” con Carlo Ametrano e Marco Palomba

Giacomo Agostini: “Bagnaia è il favorito. Ho parlato con Marquez…”

Giacomo Agostini, storia vera e propria del motorsport e delle moto in particolare, è intervenuto in esclusiva a “Passione motori” di Marco Palomba e Carlo Ametrano, per fare un punto sul campionato di MotoGP – in scena questo fine settimana in Olanda – e sulla Formula 1.

Giacomo, che bella stagione di MotoGP! Cosa ne pensi?

“Direi che è molto bello. Credo che la MotoGP, in questo momento, dia uno spettacolo che è difficile trovare in altri posti. La lotta per il titolo ci vuole, anche perché se uno parte e vince lo spettacolo viene a mancare e non è bello”.

Bagnaia è il netto favorito per il titolo o c’è chi può infastidirlo?

“Penso che sia molto preparato. Corre con la testa, da professionista e pensando sempre a cosa fare. Direi che ormai, salvo imprevisti, dovrebbe essere davvero il candidato per la vittoria del 2023: è un campione del mondo e quest’anno lo sta facendo notare in ogni gara”.

Da quest’anno è cambiata la struttura del weekend con la Sprint, ti piace?

“Ci sono dei pro e dei contro. È bella perché in effetti è una gara in più e quindi ci divertiamo. D’altro canto, c’è anche lo stress per i piloti, perché il sabato diventa super impegnativo sia con le qualifiche al mattino che con la Sprint al pomeriggio, senza dimenticare ovviamente la gara la domenica. Sia per i team che per i piloti non è per niente facile: bisogna sempre essere concentrati e dare al 100%, ci sono però anche aspetti negativi come il rischio caduta che può compromettere tutto il weekend”.

Cosa ne pensi invece del caso Marquez? Vedi la luca in fondo al tunnel?

“Ho parlato con lui. Gli ho detto che non sapevo se valesse la pena andare oltre al 100%. È stato molto chiaro con me: dice che se deve lottare per il decimo o il quindicesimo posto preferisce tornare a casa e non corre più. Dunque è anche da apprezzare perché dà più di quello che può dare per dare spettacolo, per vincere e per far vincere anche la Honda quindi dovremmo semplicemente ringraziarlo per il rischio in più che si prende sempre per regalare anche spettacolo. È arrivato al punto in cui dice e pensa: ora basta, perché non posso rischiare la mia vita per le carenze di una moto. La Honda ora ha quattro piloti: due sono in ospedale, uno arriva sempre decimo e lui è l’unico che prova a stare nelle posizioni che contano là davanti e solo per questo dovrebbe esser apprezzato”.

Quindi è stata una scelta maturata durante il weekend…

“Si è resto conto che anche dando il 110% non riesce neanche a vincere e per questo ha preferito farsi un attimo da parte. Anche io avrei fatto così”.

Venendo alla F1, credi che Hamilton possa vincere l’ottavo titolo?

“Non è facile in questo momento con un Verstappen al 100%, così come la Red Bull. È un binomio perfetto, come quando c’era Hamilton con la Mercedes. Ci vuole il pilota che dia il 100%, così come il suo team”.

Titolo che perse ad Abu Dhabi due anni fa, ti è piaciuta la gestione dell’ultimo giro?

“Anche per gli steward decidere in un attimo è molto difficile. Anche in MotoGP si sbaglia spesso, anche se bisognerebbe evitare queste cose. C’è gente che rischia la vita perché chi sta in ufficio con l’aria condizionata a guardare e a giudicare dovrebbe avere un po’ più di esperienza. C’è bisogno di chi ha provato a essere a 350 km/h e sa cosa può succedere”.

Qual è il momento più bello della tua enorme carriera?

“Non riesco a ricordarmene solo una, ne ho tre. La prima è quando ho vinto con la mia moto privata e ho battuto tutte le ufficiali e per me è stata una gioia immensa. Non posso dimenticare neanche il titolo di campione del mondo che ho vinto davanti al mio pubblico, anche se me ne resi conto solo il giorno dopo quando ci pensai e mi scesero due lacrimoni. La terza invece è quando sono passato in Yamaha e ho vinto ancora, così come il successo in Daytona, assolutamente indimenticabile”.

Ti invitiamo al trentennale di Senna con Carlo Ametrano il prossimo anno, che ricordo hai di Ayrton?

“Non ho avuto l’occasione di conoscerlo molto bene. Eravamo entrambi in pista da una parte e dall’altra, ma lo ammiro molto perché è stato un grandissimo campione e gente del genere puoi solo osservarla”.

 

 

 

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