La scoperta di nuovi ghiacciai su Marte potrebbe essere l’elemento chiave per l’esplorazione del pianeta rosso perché sarebbe decisiva per i primi insediamenti umani
C
he ci siano depositi di ghiaccio su Marte non è certo una novità. Fin dal secolo scorso, grazie alle osservazioni dei primi grandi telescopi moderni, erano note le calotte di acqua e di anidride carbonica ghiacciata presenti ai poli del pianeta.
Più recentemente, nel 2001, è stata lanciata la sonda Odyssey con lo scopo di analizzare alcune zone a sud delle zone polari. La sonda, così chiamata in onore di Arthur Clarke e della sua “2001 Space Odyssey”, entrò in orbita intorno a Marte l’anno successivo e i suoi strumenti rilevarono la presenza di ghiacci sotterranei.
Gli indizi erano così evidenti che la NASA decise di inviare un’altra sonda con lo scopo di atterrare e di analizzare da vicino le aree interessate. Il lander Phoenix, che raggiunse la superficie marziana nel 2008, era dotato di un braccio robotico e ha potuto scavare e trovare il ghiaccio presente nel sottosuolo.
E proprio su questo aspetto sta la novità di questi giorni. Alcuni ricercatori americani hanno annunciato di aver scoperto otto diversi siti marziani dove l’erosione del terreno superficiale ha fatto emergere i giacimenti di ghiaccio sottostante. I siti si trovano oltre i 50 gradi di latitudine, sia nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale (sulla Terra sarebbero equivalenti alla Scozia e alla Terra del Fuoco).
Dundas e suoi colleghi hanno analizzato immagini e dati raccolti dal Mars Reconnaissance Orbiter, in orbita attorno al pianeta rosso dal 2006, e hanno trovato alcuni aspetti molto interessanti. Ricostruendo le immagini riprese nel corso di tre anni marziani (quasi sei anni terrestri), hanno messo in luce alcune fratture nel terreno dove le pareti, molto scoscese, hanno rivelato la presenza di lastre di ghiaccio sotterranee.
Poiché i siti hanno pochi crateri in superficie, dovrebbero essersi formati in epoche relativamente recenti. Si tratta probabilmente di depositi di neve che, col tempo, si sono compattati in sezioni di ghiaccio d’acqua relativamente puro, ricoperte da uno strato di uno o due metri di roccia e polvere ghiacciata. Le fratture e le pendenze ripide indicano che il ghiaccio è molto coeso, mentre le bande e le variazioni di colore suggeriscono che il ghiaccio contenga strati distinti, che potrebbero essere utili per comprendere i cambiamenti del clima marziano.
Ma l’interesse della scoperta va oltre quello puramente scientifico. In questi siti, che si trovano a latitudini dove ci sono condizioni meno ostili rispetto a quelle delle calotte polari, il ghiaccio è direttamente accessibile e facile da estrarre.
Si tratta di un’ottima notizia per le future missioni con astronauti perché la disponibilità di acqua sarà uno degli elementi chiave per realizzare il primo insediamento umano su Marte.
Studio, quantità ghiaccio su Marte può ricoprire l’intero pianeta
Ricerca danese pubblicata su Geophysical Research Letters
Su Marte c’è molto più ghiaccio d’acqua di quanto pensavamo. Tanto che, se potessimo ‘spalmarlo’ su tutta la superficie del pianeta, non solo lo ricoprirebbe tutto, ma la crosta bianca che si potrebbe produrre con esso sarebbe spessa ovunque di più di un metro. L’inatteso risultato è stato pubblicato in un articolo sulla rivista Geophysical Research Letters, come riporta Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica. Ma dove si trova questo ghiaccio finora sfuggito alle indagini? E’ semplicemente nascosto sotto una coltre di polvere, distribuito in due ampie fasce che si estendono alle medie latitudini di entrambi gli emisferi del Pianeta rosso.
Gli autori dello studio sono riusciti a scoprire queste riserve aggiuntive di ghiaccio riesaminando le immagini prodotte dai satelliti scientifici in orbita attorno a Marte. Queste masse erano già state individuate, ma quello di cui mancava ancora la certezza era la loro composizione: adesso, grazie alle indagini radar del Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa, è arrivata la conferma che si tratta di autentico ghiaccio d’acqua, che non è evaporato proprio grazie allo spesso mantello di polvere che lo ricopre.
“Abbiamo preso in esame le misure radar da dieci anni a questa parte effettuato da varie missioni per capire quanto spesso fosse il ghiaccio e il suo comportamento”, dice Nanna Bjornholt Karlsson, ricercatrice del Niels Bohr Institute in Danimarca, prima autrice dello studio. Ed aggiunge: “Un ghiacciaio tutto sommato è un grosso pezzo di ghiaccio e si sposta e si modella permettendoci di capire la sua vera consistenza. Abbiamo quindi comparato queste informazioni con quelle che provengono dallo studio dei ghiacciai sulla Terra per realizzare modelli che descrivono il movimento dei ghiacci marziani”.
“Abbiamo calcolato che il ghiaccio presente in queste regioni ha un volume di oltre 150 miliardi di metri cubi. Tutto questo materiale potrebbe coprire l’intera superficie di Marte con uno spessore di 1,1 metri. Il ghiaccio alle medie latitudini è quindi una parte importante della riserva d’acqua di Marte”, conclude la ricercatrice.
vivicentro.it/scienze /agi/askanews
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