Piazza Affari ha chiuso in questo 2019 un mese di gennaio al massimo degli ultimi tre anni con un quasi otto per cento di guadagno.
Eppure il 2018 si era presentato come un anno con segnali piuttosto negativi per le borse. Detto in modo semplificato, si scontava anche l’annunciata riduzione e ora cessazione del Quantitative Easing (in politica monetaria, con allentamento quantitativo si designa una delle modalità non convenzionali con cui una banca centrale interviene sul sistema finanziario ed economico di uno stato, per aumentare la moneta in circolazione) della Banca Centrale Europea.
A ciò si aggiunga la guerra dei dazi tra Usa e Cina iniziata a metà del 2018 e che ancora si protrae seppure già a fine 2018 e soprattutto in questo inizio di febbraio 2019 si intravedono dei segnali di conciliazione tra le due superpontenze.
Infatti è notizia di ieri che l’ultimo colloquio tra Cina e Stati Uniti sul commercio, appena chiusosi a Washington, avrebbe prodotto “importanti progressi” per la fase attuale e le due parti hanno avuto discussioni “schiette, specifiche e produttive”. Lo riporta una nota della delegazione cinese rilanciata dai media di Pechino, come primo commento ufficiale sull’esito dette trattative.
Il mese di gennaio 2019 ha quindi visto in positivo anche tutte le Borse europee. L’indice Stoxx Europe 600 (n indice azionario composto da 600 delle principali capitalizzazioni di mercato europee) è risalito del 6,26% segnando l’incremento maggiore dal mese di ottobre del 2015 quando la performance fu di +7,7%. Tra le piazze principali dell’Eurozona è di Milano l’incremento più significativo: 7,68% per il Ftes Mib. Intorno al 6% la risalita di Madrid (+6,05%), Francoforte (+5,8%) e Parigi (5,5%). Passo più lento per Londra (+3,5) nel Ftse 100.
L’opinione.
Di solito si dice che le Borse anticipano di almeno sei mesi l’economia. Pertanto, usando sempre il condizionale, potrebbe esserci globalmente nel prossimo terzo e quarto trimestre, salvo imprevisti geopolitici, una ripresa anche europea dell’economia. In Italia potremmo quindi rivedere una risalita del nostro Prodotto Interno Lordo. Sicché, insieme agli interventi di politica socio-economica messi in campo dal Governo italiano, quali il Reddito di Cittadinanza con cui nel frattempo si sostengono le classi meno abbienti spingendoli contestualmente verso un lavoro, ovviamente ancora lo si deve vedere a concreto regime tutto ciò, si potrebbe assistere ad un secondo semestre positivo per l’economia italiana.
Da queste pagine tuttavia, non si smetterà mai di insistere su alcuni elementi che per l’Italia si ritengono anche vitali.
La lotta alla diffusissima corruzione, specialmente legalizzata nel sistema pubblico-politico, statale, regionale e comunale, grazie a norme nazionali e regionali, affastellate, confuse, incomplete e mendaci già all’origine.
Una guerra senza pietà alla delinquenza e criminalità organizzate, native e d’importazione.
Abbandonare l’ipocrita proibizionismo della prostituzione e della cosiddetta droga leggera. Entrambi giovano solo alle mafie per fare profitti e ai papponi della politica per compiacere gli indegni nel sistema pubblico-politico-giuridico.
Far cessare il Far-West del decentramento fiscale, regionale e comunale. Una maledizione per i cittadini produttivi, lavoratori, privati e operosi. Di contro un decennale eldorado per ingordi, misantropi, squillo, mercenari e profittatori nel sistema pubblico-politico. Un maleficio giuridico-fiscale, propugnato nel 2001 dal centrosinistra e confermato nello stesso anno dal centrodestra con il referendum (noi cittadini comuni siamo bravi a darci mazzate sui calli) con cui nel tempo si è oltremodo favorita, nei nostri Enti e Palazzi, la corruzione e la razzia a tappeto, nonché l’estorsione fiscale.
Infine l’eccesso di Giurisprudenza. Ogni Giudice in Italia, di fatto e di diritto, è un legislatore. Questo Governo abbia il coraggio civile di rivedere tutte le norme. Lo faccia nell’interesse primario dei cittadini. Leggi chiare, comprensibili, limitatamente interpretabili e soprattutto severissime, ma per tutti, nessuno indenne, dallo scranno più alto all’ultimo sgabello. La “Babilonia giuridica italiana” è divenuta un incarnato male che tiene lontane imprese, investitori e chiunque ne viene malauguratamente a contatto.
L’Italia e per essa questo neoGoverno, dia dei segnali granitici di trasparenza, correttezza e legalità. Il Bel Paese piace notoriamente a tutti. Ma non con l’annoso e risaputo quando dissimulato, clima di corruzione, spartizione e delinquenza, specialmente nel sistema pubblico-politico.
A
dduso Sebastiano
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