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Gazzelle: “A Sanremo 2024 per uscire dalla comfort zone”

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Adnkronos) – “Quest’anno mi è venuta proprio voglia di andare a Sanremo, volevo fare una cosa diversa, sia per la mia carriera che proprio per la mia vita.Volevo fare un’esperienza diversa, uscire dalla mia comfort zone, andare anche un po’ a mettermi in discussione”.

Gazzelle parla così della sua prima volta in gara al festival di Sanremo.Il cantautore romano, considerato una delle voci più amate e sincere della sua generazione – poetico, romantico e spiazzante – prende questo esordio “un po’ come una sfida con me stesso: io sono stato sempre un po’ lontano dalla televisione, dai media in generale, e continuerò a farlo a fine festival – ride – però se devo andare in tv una volta lo voglio fare in grande e quindi vado all’evento più seguito dell’anno”. Del suo rapporto con il festival di Sanremo, Gazzelle, che all’anagrafe si chiama Flavio Bruno Pardini ed ha 34 anni, dice all’Adnkronos: “L’ho sempre visto sin da piccolo, a casa dei miei lo si vedeva e poi io ho sempre voluto fare il cantante, quindi quando sono andato via di casa ho continuato a vederlo per cercare di capire come andava il mondo musicale.

Sanremo è sempre stato lo specchio di quello che succedeva in Italia.Certo ci sono stati anche anni un po’ più bui dove non succedeva granché ma negli ultimi anni è diventato molto più interessante grazie ad Amadeus e grazie alla proposta musicale italiana che si è rinfrescata, con tanti artisti che hanno iniziato a partecipare in gara.

Il festival si è svecchiato molto ed anche io, che magari cinque anni fa non avrei partecipato, ho deciso di provare.Prima non sentivo che potesse essere il contesto adeguato”.

E infatti Gazzelle non ha mai tentato prima di partecipare: “Questo era il primo anno che mi proponevo”.  Che ti aspetti dal festival? “Spero sia una lente d’ingrandimento su quello che sono io.E che mi faccia solo bene.

Insomma, mi sono lanciato e spero di non farmi male”, ride. “Però fondamentalmente vado a Sanremo senza troppe velleità.Vado per cantare”.

Nel grande circo mediatico dell’Ariston, Gazzelle dice di sentirsi “un po’ un marziano”: “Non è il mio campionato, mi sento un po’ inesperto, non mi sono mai vestito troppo elegante.Però voglio vivermela perché non è detto che lo rifarò mai”, aggiunge.  Il brano ‘Tutto qui’ “è nato – racconta Gazzelle – in maniera instintiva, in una sessione di scrittura, come nascono tutte le mie canzoni.

Ero ispirato, avevo voglia di dire qualcosa, avevo delle immagini in testa, dei pensieri e ho cercato di tradurli in musica però senza pensare al festival”.La canzone “fondamentalmente parla di due cose: l’amore, come tutte le canzoni, e la nostalgia per le cose che non hai neanche vissuto, per la vita degli altri, per i ricordi della persona con cui condivido la mia vita”.  La prova con l’orchestra, che all’Ariston durante la sua esibizione sarà diretta da Enrico Melozzi, è stata “esaltante, molto potente: era la mia prima volta con un’orchestra, il brano diventa più bello”.

Inizialmente Gazzelle ne aveva parlato anche con il produttore del brano e suo storico collaboratore Federico Nardelli “ma poi – spiega – lui ha preferito rimanere dietro le quinte, ritiene di essere più utile al controllo di tutti gli assetti tecnici, dei fonici, e quindi abbiamo deciso di affidarci a Melozzi che è cintura nera”.  
Il brano è il primo capitolo di un nuovo album? “No, come suggerisce il titolo è ‘Tutto qui’.Per ora non ho un disco in tasca.

Sicuramente è l’inizio di qualcosa ma non so ancora di cosa.I considero i miei album come le stagioni di una serie, che è poi la mia vita.

Ho fatto quattro dischi, prima o poi uscirà la quinta stagione ma prima devo vivere un po’.Io sono per fare poco ma bene.

Quindi, il brano di Sanremo per ora non preannuncia nulla, solo concerti”.  E infatti Gazzelle, dopo il grande concerto allo Stadio Olimpico di Roma dell’estate scorsa, tornerà con un tour nei palazzetti che lo porterà tra marzo e aprile un po’ in tutta Italia: “Sarà un tour molto bello con una scaletta diversa, nuova, che non escluderà le canzoni più amate dai miei fan e da me, che per fortuna spesso coincidono.Ma non voglio rischiare di ripetermi e quindi sto lavorando ad uno show diverso che attraverserà tutta l’Italia e dove non andrò in primavera spero di andare in estate”.

E gli stadi? “Sicuramente c’è un prima e un dopo del concerto all’Olimpico.Dopo quello infatti – dice ironico – posso fare pure Sanremo.

Allo stadio Olimpico ci sono arrivato con le spalle larghe dei tour nel palazzetti e del Rock in Roma però è stata un’emozione incredibile, ancora non l’ho bene realizzata.Ma sono felice di aver messo una bandierina nello stadio di casa mia, a Roma.

E spero in futuro di rifarlo, magari di fare anche altri stadi”.  Sulla cover che porterà sul palco dell’Ariston venerdì 9 febbraio, ‘Notte prima degli esami’ di Antonello Venditti cantata con Fulminacci, dice: “Una canzone che conoscono davvero tutti”.Quanto agli outfit per il festival, ammette: “È uno stress, fosse per me andrei in pigiama, oppure con la felpa.

Però è un palco importante, istituzionale e quindi qualcosa farò ma senza snaturarmi perché io ho un’immagine ben definita e non voglio snaturarla.Non voglio che sembri Gazzelle al matrimonio de’ zio”, dice ridendo.  Gazzelle si sta preparando anche per il FantaSanremo: “Per come sono fatto, avrei fatto comunque qualche gag, qualche cazzata.

Quindi, visto che c’è gente a casa che ci gioca, sto al gioco pure io.Senza fare il pagliaccio”.

Sull’emozione della prima volta all’Ariston, dice: “Vivrò emozioni contrastanti, dall’adrenalina alla paura.Ma cercherò di non farmi travolgere”.

Rituali? “Negli ultimi minuti cerco di stare completamente solo e trovare la concentrazione.Poi mi allaccio le scarpe.

Pure se ce le ho già allacciate, le slaccio e le riallaccio.Come se stessi per entrare in campo, come i calciatori”, conclude ridendo.  (di Antonella Nesi)  —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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