Il Napoli ha subìto la terza sconfitta di fila in casa, tra campionato e coppa. Dall’Atalanta ad oggi non c’è più in campo quella voglia di aiutarsi a vicenda. Per chi naviga a vista, questa la Cassazione post Milan. E perché, cosa è cambiato?
Gattuso va in Conferenza domenica sera e dice di prendersi le sue responsabilità, così come in pratica vuole faccia la squadra, senza guardare alle critiche ed incolpandosi a vicenda direttamente o indirettamente, sul campo. Ritornando sull’argomento alla vigilia dell’impegno di Europa League. Gennaro Gattuso gioca d’anticipo sulle domande che han tenuto banco in questi giorni.
“Forse c’è un problema di approccio mentale. Anche domenica i primi 15 minuti, non pervenuti. A livello mentale dobbiamo alzare l’asticella ed entrare subito in partita. Le cose giuste che facciamo dopo, sennò rischiano di esser vanificate. Le abilità tecniche della squadra fortissima che ho, consentono poi di rientrare in partita come con il Benevento. In altre, come con il Milan, può non andar così. Va corretto tale aspetto. Ma come già detto nell’immediato dopogara, la colpo è solo mia. Chi ha detto che scarico la responsabilità sui ragazzi, o non ascolta bene, o non riesco a spiegarmi in italiano. Per cui ribadisco chiaramente che ci stiamo studiando, e con il mio staff sarà compito nostro, di conseguenza, trasferire ai ragazzi, che peraltro non hanno reagito come da tanti di voi scritto: non hanno fatto altro che ascoltarmi. Ed io non ho chiesto loro altro che crescere nella lettura della gara. Perché siamo una squadra forte, ma non basta (o non dobbiamo solo fermarci alla convinzione) di giocar bene. Dobbiamo dare di più sul piano della comprensione del match e dell’intensità”.
Da tale consapevolezza del tecnico del Napoli si capisce perché l’assenza di Osimhen con il Milan, non ha fatto passare al 4 3 3. L’ occupazione degli spazi resta così la stessa, senza gli interpreti adeguati, o fermi ai box (Osimhen), o fermati sul terreno a gara in corso, dal destino arbitrale (Bakayoko). Va da sé che allora i buchi sul rettangolo verde siano inevitabili. Déjà vu di Ancelottiana memoria. Così come di Ancelottiano ricordo sono le intemperanze di spogliatoio. La differenza è che all’epoca erano i giocatori ad aizzare il destituito Re Carlo. Oggi invece la leggenda narra che a ringhiare sui calciatori sia ovviamente Gattuso. Il risultato è sempre lo stesso. Ogni sconfitta, vieppiù, di quelle pesanti, da primato in classifica, vien fuori il mal di pancia dell’uno piuttosto che il malcontento dell’altro. Al netto delle dinamiche di spogliatoio, Koulibaly in Conferenza pre gara europea contro il Rijeka, schiera la squadra dalla parte di mister Gattuso. Ora, per non sentire un post gara che sappia di già masticato, occorre inevitabilmente il risultato del campo. Per portare i tre punti fondamentali per l’Europa League, contro il Rijeka, il Napoli potrebbe schierarsi con un undici che veda in ballottaggio soprattutto Demme/Lobotka e Politano/Lozano. Potrebbe rientrare invece Ghoulam. Dopo che domenica scorsa lo abbia già fatto Mario Rui.
Per altra Coppa invece; la Coppa Italia, i partenopei sembra debbano affrontare a gennaio direttamente l’Empoli. In virtù dell’auto-esclusione dell’ultima ora del Brescia, causa Covid.
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ROBABILE FORMAZIONE NAPOLI ANTI RIJEKA
NAPOLI (4-2-3-1): Meret, Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Ghoulam; Bakayoko, Lobotka, Politano, Elmas, Mertens, Petagna. All. Gattuso
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