Gianfranco Rosi rappresenterà l’Italia ai prossimi premi Oscar con “ Fuocammare ”. Per il film-documentario che racconta il dramma dei migranti si tratta di un altro riconoscimento dopo la vittoria del Leone d’oro al Festival di Berlino. Ma i giudizi non sono unanimi: per Paolo Sorrentino (l’ultimo italiano ad aver vinto la statuetta) candidare la pellicola di Rosi “è stata una scelta sbagliata e masochistica che penalizza il cinema italiano”.
Sorrentino polemico su “Fuocoammare” “Scelta masochistica”
Il film di Rosi andrà agli Oscar per l’Italia. Giuria divisa, la pellicola passa con un 5 a 4
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pplausi e polemiche. Come detta la tradizione nostrana. Fuocoammare di Gianfranco Rosi è il film che rappresenterà l’Italia nella lunga marcia verso gli Oscar 2017. Ma, mentre fioccano gli auguri (il premier Renzi su twitter parla di «grande onore») e i complimenti, ecco la doccia gelata, firmata Paolo Sorrentino, il regista premio Oscar della Grande Bellezza che ha fatto parte della squadra dei votanti per la designazione: «Questa scelta è un inutile, masochistico depotenziamento del cinema italiano che quest’anno poteva portare agli Oscar due film: un film di finzione, Indivisibili, che secondo me avrebbe avuto molte chance, e Fuocoammare che poteva concorrere e vincere nella categoria dei documentari».
La dichiarazione, rilasciata in barba alla consuetudine secondo cui ai membri della commissione è richiesto totale riserbo sull’andamento del confronto, raffredda il clima festoso dell’annuncio e apre dibattiti accesi sulla qualità della decisione. Tra l’altro, non a caso, di Indivisibili (da giovedì in 150 sale) si era già molto parlato durante la Mostra di Venezia. Il direttore Alberto Barbera lo aveva escluso dalla competizione, ma, dopo la proiezione alle «Giornate degli autori», in tanti, tra critica e pubblico, si erano chiesti perché mai la pellicola non fosse tra quelle in corsa per i Leoni. E proprio ieri l’opera ha ottenuto il Premio Pasinetti del Sindacato Giornalisti Cinematografici con menzione speciale per le due interpreti Angela e Marianna Fontana.
Le lodi di Sorrentino e la sua battaglia per la designazione (ha strenuamente difeso il film fino all’ultima votazione, chiusa con un secco 4 a 5) sono il coltello nella piaga di una scelta che ha visto due netti schieramenti: «Quando i conti tornano ci trovano qua – ha commentato sarcastico De Angelis dopo aver saputo di Fuocoammare -. Continuerò a fare il mio lavoro tranquillo».
Da Parigi, dove è impegnato nel lancio del documentario, Rosi ricorda che «in questi 8 mesi il film è stato distribuito in più di 60 Paesi. E mi sembra sia diventato un film di tutti. In un mondo in cui si continuano a erigere muri, spero che questo film possa seguire le parole di Obama: chi costruisce muri, costruisce una prigione per se stesso».
Esultano i vertici della tv di Stato, dal presidente Maggioni al direttore generale Campo Dall’Orto, e l’ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco che ha prodotto il film, dichiara: «Rosi è uno dei pochi autori al mondo capace di trovare la sintesi perfetta tra qualità cinematografica altissima e forza del cinema di denuncia». La parola, da oggi, passa ai membri dell’Academy.
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