A Castellammare di Stabia, la Direzione didattica del IV Circolo Annunziatella, in collaborazione con la Parrocchia Ss dell’Annunziata, dal 28 al 30 Dicembre, ha organizzato la rappresentazione di un presepe vivente, potremmo dire “sui generis”
Come da consueto, nella maggior parte delle case italiane, a partire dall’ 8 dicembre, si da il via alla decorazione delle proprie abitazioni. Tra i vari addobbi, oltre all’immancabile abete natalizio, spicca, soprattutto nelle case napoletane, il presepe. Ma da dove arriva l’antica tradizione del presepe? I primi a descrivere la Natività furono gli evangelisti Luca e Matteo, i quali nei loro racconti descrivevano l’immagine di quello che poi nel Medioevo è diventato il “Praesepium” ovvero la “mangiatoia”. Successivamente, fu di San Francesco d’Assisi l’idea di far rivivere in uno scenario naturale, la nascita di Gesù Bambino. Quest’anno a Castellammare di Stabia, grazie al IV Circolo Annunziatella, il cui Dirigente Scolastico è la Dottoressa Cinzia Toricco, in collaborazione con la Parrocchia Ss dell’Annunziata, l’antica arte del presepe ha avuto un volto nuovo. La Redazione di VIVICentro.it era presente all’evento e ha avuto la possibilità di parlare con la curatrice del progetto, l’insegnante Filomena Scarfato.
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er prima cosa Filomena ci spiega come è nato questo progetto, e afferma: “Questo è un progetto che parte un po da lontano, anche per quello che rappresenta, nel senso che c’è un gruppo laico nel nostro quartiere, il cui nome è “Insieme per l’altro” che sta collaborando con la Parrocchia. L’attenzione che viene posta verso l’altro è un’attenzione che si basa sulla massima globalità. Da un connubio di sinergie e grazie ad un’idea di Don Antonio, nuovo parroco della Parrocchia Ss dell’Annunziata, si è pensato di proseguire su un cammino che era già iniziato da tempo ma che adesso sta prendendo maggior vigore poiché in tutta la diocesi c’è un cambiamento, quindi un’espressione molto più aperta. Questo progetto nasce dall’espressione di un tronco, di quelli che si trovano in riva al mare, completamente secco, e su questo tronco ho immaginato fosse attaccato, come legato alla vita, un germoglio, e quindi dal Virguto di Iesse nasce questo percorso.” Filomena Scarfato continua dicendo: ” E’ un percorso biblico itinerante, dal Primo Testamento al Vecchio Testamento, di conseguenza si pensa di tenere con Don Antonio e le due Suore, Suor Francesca e Annalisa, che sono due suore della comunità del Gesù Buon Pastore, un progetto che possa coinvolgere tutti, tutti i gruppi attivi della Parrocchia, il Comitato di quartiere che è molto attivo sul territorio da sempre”.
Il progetto tocca 17 scene, 11 vengono rappresentate nell’edificio scolastico e 7 scene vengono rappresentati nei locali della chiesa. Le scene sono le seguenti: 1) L’umanità al centro dell’armonia e della bellezza, 2)Giuseppe: cibo e regalità come servizio per gli altri, 3) Mosè: servo di un Dio che libera, 4) Le dieci parole del dialogo tra Dio e il suo popolo, 5)Davide: Dio non guarda l’apparenza ma il cuore, 6) Ester: la regina che intercede per il popolo, 7) Dio pastore: guida e nutrimento, 8) Giobbe: il grido innocente dell’umanità, 9) Nel Germoglio di Iesse: armonia e pace nel creato, 10) Nel popolo la speranza di rinascere ancora, 11) Il Signore convoca tutte le nazioni intorno a sè, 12) Emmanu-El: Dio è con noi, 13) La Chiesa annuncia la gioia e la luce, 14) Beatitudini: la Parola per i piccoli del regno dei cieli, 16) Mangiaotia e croce: luoghi di vita per gli altri, 17) Canto dell’Agnello immolato e vincitore.
“Questo presepe vuole simboleggiare il cambiamento” afferma Filomena Scarfato, e continua ” il cambiamento avviene nel Virguto di Iesse, vi è una rinascita dell’armonia; successivamente c’è il popolo in cammino, ci siamo noi, che su indicazione del Signore facciamo questo viaggio, e lungo questo percorso, stiamo dando un pezzetto di stoffa che rappresenta un pezzo del mantello di un Giudeo. Lungo questo percorso siamo guidati dai Cullatori della Madonna, che insieme al comitato di quartiere curano gli spazi esterni. La scuola dell’Infanzia ha collaborato alla creazione scenica del Creato, la Scuola Primaria, le prime due scene e il gruppo Insieme per l’altro, hanno collaborato all’allestimento di un po di tutto, e per le scene della Chiesa hanno collaborato tutti i gruppi attivi, come le Catechiste e i Giovanissimi.”
L’insegnante Scarfato ci spiega anche nel dettaglio il significato dato al pezzo del mantello del giudeo: ” Il pezzo di stoffa sarà successivamente raccolto dalla Caritas perché per noi questo percorso itinerante non finisce qui, perché nasce dalla volontà di mettere insieme tutte le sinergie, utilizzate già in altri progetti, ma sempre a spezzoni, non c’è stato mai in tanti anni una sinergia così forte, da unire tutti, c’è la volontà di voler lavorare insieme, in un quartiere che in realtà è una città nella città, a causa della sua grandezza. Non è gente che si incontra per un progetto casuale, ma è gente che collabora attivamente sempre”. Ciò che va messo in risalto secondo Filomena è la volontà di un Parroco, Don Antonio Staiano, di mettere in atto un cambiamento strutturale, e un miglioramento tangibile. Dietro questo lavoro c’è stata una vera e propria connessione tecnica, che ha visto per primo Don Antonio essere la colonna portante di tutto il progetto con il suo supporto allo studio del Primo Testamento. ” Questo è un percorso da fare in preghiera e testimonia la volontà di un gruppo, quello dei Rione Annunziatella, di fare davvero questo percorso” afferma Filomena Scarfato.
Ed è davvero così, e lo si può capire iniziando il percorso del Presepe Vivente dove entrando nelle scene, si viene automaticamente catapultati nel mondo sacro, ed è stato nella fattispecie, come entrare in chiesa, cioè sentire una sensibilità interiore. L’idea di fondo che abbraccia il progetto, rimane un’idea laica, in quanto non necessariamente bisogna essere gente di chiesa per guardare l’altro con attenzione, e attraverso questo progetto il IV Circolo didattico e la Parrocchia Ss dell’Annunziata, stanno davvero riuscendo nella loro missione. In ogni scena del Presepe è presente la voce narrante di Enrico Discolo, documentarista e tecnico, che ha aiutato i visitatori ad immergersi completamente nella storia.
Filomena Scarfato conclude: ” Io sono un’insegnante della scuola dell’infanzia, e la mia idea è quella che l’infanzia sia un età in cui puoi educare una coscienza, lo credo ed è stato anche scientificamente provato, per tanto impartire degli accorgimenti, fa si che nella generazione, nella crescita, si possa acquisire una sensibilità particolare. A tre anni una coscienza è educabile e un bambino a quell’età è un veicolo di informazione. La nostra è una scuola dove si insegna ad amare. Ma non dobbiamo dimenticare che tutto questo è stato reso possibile grazie alla mia direttrice, la Dottoressa Cinzia Toricco, che ci supporta in ogni nostro progetto e ci è sempre vicina e ci segue con proverbiale disponibilità.”
a cura di Vincenza Lourdes Varone
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