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Format Di Maio: “saranno famosi”, dove i nominati entrano, non escono

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Luigi Di Maio continua a fare le prove del Format di governo che vorrebbe portare in Parlamento. Alcune nomination le ha gà pubblicamente fatte, ma l’elenco completo, dice, lo ha inviato – per e-mail – al Quirinale. Gentiloni attacca: un festival surreale.

Format Di Maio: l’isola dei “saranno famosi”, dove i nominati entrano, non escono

Nell’era dei Format e della politica che ad essi si adegua, ecco che il carrozzone M5S, a guida Di Maio con motore Grillo turbo-compresso, fa tesoro di anni di spettacoli del fondatore.

Ed allora eccoli tutti indaffarati, per le Politiche 2018, a mettere in scena uno spettacolo rivisitato e corretto molto simile al Format di: “Saranno Famosi”.

Quello targato Di Maio si avvale, infatti, di una camaleontica genialata artistica del vecchio marpione delle scene, Beppe Grillo, che ha pensato bene di sovvertire il tutto.

Infatti, mentre nel Format che siamo abituati a vedere i concorrenti nominati escono, quelli nel Format Di Maio-Grillo, entrano.

Ed allora vediamoli nell’ordine di nomination.

Nella puntata di Domenica scorsa era stato nominato:

il Generale Sergio Costa con destinazione ambiente al quale è seguito l’economista Lorenzo Fioramonti (41 anni, professore all’università sudafricana di Pretoria), destinazione Sviluppo economico.

Ieri sera, nello studio prediletto da Di Maio, quello di Giovanni Floris a Martedì Sera, è giunta la nomination di ben altri tre in un sol colpo.

Vediamoli:
  1. Pasquale Tridico, economista di Roma Tre, per il ministero del Welfare;
  2. Alessandra Pesce per l’Agricoltura (è stata a lungo dirigente in quegli stessi uffici);
  3. Giuseppe Conte per il ministero della deburocratizzazione e la meritocrazia (che in realtà è il ministero della Pubblica Amministrazione).
    (ordinario di Diritto Privato all’università di Firenze, componente del consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa e avvocato cassazionista del foro di Roma)
L’elenco completo, a quanto è dato sapere, sarebbe stato inviato, per e-mail (certificata?), direttamente al Quirinale.

Ma Mattarella ha già fatto capire che non intende assumere la carica di conduttore del format M5S, per cui non ha alcuna intenzione di prenderli in esame, almeno non prima delle regolari consultazioni.

Fino a domenica, c’è ancora qualche giorno utile per cui, anche se altro Martedì non c’è, può darsi che sia segnalata qualche altra nomination.

Un’altra, comunque, è già trapelata. Si tratterebbe di  Alfonso Bonafede, candidato al ministero della Giustizia.

Unica cosa certa e chiara è il finale, che comunque resta identico al format originale: c’è sempre una poltrona sulla quale restano o che è lì ad attenderli.

Altra, e ultima cosa sicura, è la critica di tutti gli altri che, sempre da copione, a torto o a ragione, “a prescindere”, criticano “lo spettacolo”.

Fra le tante critiche avverse, quella di maggior peso è stato quello con il premier Gentiloni.

Gentiloni, appreso “il fatto” non ha esitato a definirlo “surreale”

“Surreale”, per Gentiloni, è stata la presentazione di quello che, nella prassi parlamentare, può definirsi un governo ombra. Governi ombra che, di fatto, sono stati sempre composti dopo, mai prima del voto.

A stretto giro di posta, pardon, email, arriva la risposta di Di Maio che afferma: “Lui pensa agli inciuci, il nostro governo è alla luce del sole”.

E questo è….

E noi, come diceva Totò, continuiamo a pagare. Sempre e a prescindere!

vivicentro.it/CRONACA

Stanislao Barretta / Format Di Maio: l’isola dei “saranno famosi”, dove i nominati entrano, non escono


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