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Castellammare di Stabia

Il fondo della ricerca anti-cancro investe nel colosso delle sigarette

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Il veicolo che gestisce le pensioni dei ricercatori e dello staff di Cancer Research Uk ha una quota da 270 milioni in British American Tobacco. L’indignazione dei luminari: “E’ oltraggioso”. Il caso scoppia a pochi giorni dall’annuncio di Axa di rinunciare agli investimenti nel tabacco

Le pensioni di coloro che passano una vita a lottare contro il cancro sono investite in una delle maggiori produttrici di sigarette. Sembra un paradosso, ma così non è. Anzi: i luminari e i loro staff, al lavoro per Cancer Research Uk, che hanno un fondo pensione dedicato, apprendono dal Guardian che una fetta da 211 milioni di sterline del veicolo che cura la loro previdenza è investito in British American Tobacco, secondo quanto risulta al bilancio chiuso al 31 marzo 2015. Si tratta di una quota azionaria, convertibile in quasi 270 milioni di euro al cambio attuale, pari alla quinta maggior partecipazione in società quotate da parte del fondo. Per altro, non si tratta dell’unico investimento “controverso”: nel bilancio del fondo (che si chiama Universities Superannuation Scheme) c’è una puntata ancora superiore (344 milioni di sterline) nel petrolio di Royal Dutch Shell.

L

a notizia piove come uno shock su alcuni scienziati. Una persona definisce l’investimento in Bat “offensivo” nei confronti del lavoro di ricerca. Anche perché evidenzia un altro paradosso: mentre i ricercatori sono monitorati perché spendano al meglio le risorse loro assegnate, le pensioni che riceveranno una volta lasciato il laboratorio saranno gonfiate dai soldi investiti nell’evoluzione dell’industria del tabacco.

Secondo i responsabili dell’università, la politica di investimento da parte del fondo USS è guidata da principi di responsabilità sociale, considerando che si fa comunque l’interesse finanziario dei beneficiari. Nel caso del tabacco, per esempio, i portavoce spiegano che sono stati chiesti impegni sul marketing delle sigarette e sulla regolamentazione di quelle elettroniche.

La notizia, in ogni caso, non può che fare scalpore. Anche perché arriva a pochi giorni di distanza dall’annuncio di Axa, una delle maggiori compagnie di assicurazione al mondo, di dismettere i propri investimenti nel tabacco. In quel caso, ha prevalso la responsabilità verso i cittadini. Ma, neanche troppo velatamente, a far scattare la molla è stata in fondo una valutazione economica: meno malati di cancro, meno assegni da staccare agli assicurati.

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