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Fondi sottratti dalla Lega, Salvini accusato di ipocrisia: protestava contro il pagamento a rate della Lazio

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Al passato non si sfugge, specialmente quando sei un personaggio pubblico come Matteo Salvini sempre pronto a lanciare accuse a destra e a manca, soprattutto a manca. Il rischio è quello di incappare in incoerenze ed ipocrisie: la società sportiva Lazio che nel 2005 ottenne, in virtù dell’applicazione di una legge del 2002, la dilazione in 23 anni del debito accumulato con il fisco. Solo che a quei tempi Matteo Salvini, allora europarlamentare della Lega Nord, era dall’altra parte della barricata. Ora, invece, il leghista esulta per l’accordo raggiunto dopo la frode del partito che ha sottratto 49milioni di euro. All’epoca guidava la protesta davanti alla sede della Lega calcio, in via Rosellini.
Ecco cosa raccontava l’agenzia Ansa quel giorno: Al grido di ”Lazio fallita, Padania salvata”, l’europarlamentare leghista Matteo Salvini ha spiegato che ”i cittadini del Nord sono contrari a qualsiasi ipotesi di decreto spalmadebiti per le società di calcio, e anche a quelle norme che hanno consentito alla Lazio di Lotito di dilazionare i suoi debiti con il fisco”. “Le norme fiscali che prevedono sconti o dilazioni nei confronti del fisco – ha spiegato Salvini – vanno cancellate. Cancellate per tutti a prescindere dal calcio. Al piccolo imprenditore – ha aggiunto Salvini – i debiti fiscali non li toglie nessuno”. La delegazione dei militanti leghisti, una decina di persone, ha esposto davanti al portone della Lega un lungo striscione con la scritta: ”Il calcio paghi tutti i suoi debiti, nessuno sconto ai signori del pallone”.

Il primo a ricordare il caso è Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri e coordinatore nazionale di Italia in Comune, lo schieramento di sindaci di cui fa parte anche Federico Pizzarotti. “Il segretario della Lega tira un sospiro di sollievo per l’accordo raggiunto con la procura di Genova che sequestrerà centomila euro a bimestre per ottant’anni ma, come spesso gli capita, dimentica gli attacchi pesanti sferrati alla Lazio e al presidente Claudio Lotito quando, nel lontano 2005 questi sottoscrisse con l’Agenzia delle Entrate la dilazione del debito della società di calcio“.

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