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a famiglia Benetton, neppure quest’anno ha voluto rinunciare al mega party organizzato per una novantina di invitati nella zona più chic delle Dolomiti dove fiumi di champagne sono stati versati nei calici di una borghesia, che da decenni possiede ricchezze da capogiro.
Mentre a Genova si scavava tra le macerie, e piano piano si andavano a recuperare i primi morti martoriati, gli “invitati” di Cortina, bevevano champagne e mangiavano caviale.
Magari non si saranno resi conto che festeggiavano sulla pelle dei 43 morti accertati, magari non si saranno resi conto che la triste vicenda avrebbe avuto un’ eco mediatico mondiale e che le ripercussioni sarebbero state talmente forti da scuotere dalle fondamenta il loro impero economico, ma è che questo che hanno fatto i Benetton, il giorno dopo la tragedia. Per la famiglia, la mega grigliata ferragostana è una tradizione che va avanti da oltre 20 anni e che anche quest’anno, a quanto pare, non poteva proprio mancare.
Nessun ripensamento, quindi, di fronte alle persone precipitate e ammassate sotto i resti del ponte Morandi.
Loro, i Benetton, hanno deciso di trascorrere il 15 agosto con gli “amici del cuore”, si parla di una novantina di invitati nella villa di Giuliana Benetton.
Certo, la festa esclusiva era stata organizzata da tempo e c’è da escludere che la famiglia abbia fatto qualche riconsiderazione dell’ultimo minuto.
Alla fine, però, i Benetton, hanno deciso di non rimandare il loro party mondano, con la società che “conta”, impeccabile in ogni dettaglio, con tanto di catering.
Autostrade per l’Italia, comunque, ha diffuso solo Giovedì, quindi ben due giorni dopo il crollo (dopo varie costine, salsicce e calici di vino), il comunicato che esprime il dolore per quanto accaduto “a nome dei suoi azionisti e del suo management”.
Ora la famiglia Benetton ha messo sulla “brace”, a disposizione dei familiari delle vittime e per i danni provocati dal crollo, quasi mezzo miliardo di euro: un modo come un’altro per pulire la propria coscienza? Troppo pochi per chi potrebbe avere sul groppone la morte di tante persone.
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