Fianziamenti dalle case farmaceutiche. Un lungo elenco di medici, ospedalieri e di famiglia, che hanno contatti appunto con i colossi del settore.
il Codacons ha pubblicato sul proprio sito un elenco che comprende decine di migliaia di nomi, tra specialisti, primari, medici di base di tutte le province italiane. Si va dalla singola azienda ospedaliera fino all’ Istituto superiore di sanità (125.660,00 nel 2016, 93.940,00 euro nel 2017 per “servizi e consulenze”).
L’Associazione di consumatori ha anche inviato una diffida agli Ordini dei medici volta a garantire la trasparenza in favore dei cittadini e rendere noti i rapporti tra i camici bianchi e ha pubblicato sul proprio sito internet la lista dei medici e delle fondazioni/università/istituti “che hanno ricevuto soldi dalle multinazionali dei farmaci”.
“Da oggi – spiega il Codacons – tutti i cittadini possono verificare se il proprio medico curante ha ricevuto finanziamenti dalle aziende produttrici di farmaci, grazie all’ elenco pubblicato sul sito contenente tutti i nomi dei medici “finanziati”” “Finanziamenti che – aggiunge – pur essendo forse pienamente legittimi, devono essere chiaramente dichiarati, comprensivi delle loro finalità, in modo da garantire piena trasparenza agli utenti. In tal senso abbiamo deciso di diffidare gli ordini dei medici provinciali affinché dispongano in capo ai camici bianchi della regione l’obbligo di indicare all’ interno dei propri studi tutti i rapporti con le aziende farmaceutiche, esponendo appositi cartelli volti ad informare i pazienti circa i legami con le multinazionali dei farmaci. E chiederemo alla Guardia di Finanza di verificare se tali entrate siano state regolarmente dichiarate ai fini fiscali”. L’ associazione dei consumatori aggiunge e conclude: “Ciò nel rispetto del Codice etico dei professionisti e allo scopo di garantire piena trasparenza ai cittadini i quali quando si rivolgono ad un medico e ricevono ricette per l’acquisto di farmaci, devono poter conoscere i rapporti esistenti tra lo stesso professionista e le aziende che producono i medicinali da lui prescritti. Tutti i cittadini della regione possono intanto verificare se il proprio medico curante ha ricevuto finanziamenti dall’ industria del farmaco visionando l’apposito elenco pubblicato alla pagina”.
Finanziamenti che ora finiscono all’attenzione dell’Autorità Anticorruzione, attraverso un esposto dell’associazione in cui si chiede di aprire una istruttoria sul caso e verificare la piena correttezza delle sovvenzioni, alla luce della possibile violazione dell’’art. 30 del Codice di Deontologia medica che impone al professionista di “evitare ogni condizione nella quale il giudizio professionale riguardante l’interesse primario, qual è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato da un interesse secondario” nonché di “dichiarare in maniera esplicita il tipo di rapporto che potrebbe influenzare le sue scelte consentendo al destinatario di queste una valutazione critica consapevole.” Il medesimo articolo impone l’assoluto divieto per il medico di “Subordinare il proprio comportamento prescrittivo ad accordi economici o di altra natura, per trarne indebito profitto per sé e per altri”.
A supportare le tesi dell’Associazione consumatori, nell’esposto viene citato un recentissimo studio pubblicato l’8 febbraio scorso sulla rivista americana “The Oncologist” che ha analizzato la relazione tra le somme ricevute dai medici da parte delle case farmaceutiche per consulti, viaggi o ad altro titolo, e le prescrizioni degli stessi medici relative ai farmaci prodotti dalle case farmaceutiche che avevano erogato tali somme. I risultati della ricerca hanno evidenziato l’aumento delle prescrizioni in favore di farmaci prodotti dalle aziende farmaceutiche che avevano erogato i finanziamenti in questione. In particolare – secondo la rivista “The Oncologist” – si è assistito ad un incremento di prescrizioni per il trattamento di quattro diverse tipologie di cancro (carcinoma prostatico, carcinoma renale, carcinoma polmonare e leucemia mieloide cronica).
Alcuni anni addietro una inchiesta della Procura di Verona addietro fece molto scalpore che coinvolse il colosso farmaceutico della Glaxo. La Procura di Verona dopo sei anni di indagini e 4.713 indagati arrivò nel 2009 a sei condanne, a una sanzione e un patteggiamento. Tutti gli altri, medici, dipendenti Glaxo, informatori farmaceutici, farmacisti, dirigenti, assolti o usciti dall’ inchiesta.
In Parlamento è stata recentemente depositata una proposta di legge, la C.491, da parte di Massimo Enrico Baroni del Movimento Cinque Stelle, per rendere trasparente “i rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie”, il cosiddetto Sunshine Act. E nell’ ottobre scorso il presidente della Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), Filippo Anelli, ha presenziato all’ audizione su questa proposta di legge presso la Commissione Affari Sociali della Camera.
Ad agosto 2016 la Federazione Europea delle Associazioni e delle Industrie Farmaceutiche, aveva richiamato il proprio codice di condotta che impone a tutte le aziende che fanno parte dell’EFPIA e le aziende che sono membri di associazioni che ne fanno parte (Farmindustria) di rivelare i trasferimenti di valore per operatori sanitari e le Organizzazioni Sanitarie (HCOs). Le Aziende aderenti, veniva detto, dovevano pertanto adottare misure di trasparenza all’interno dei propri codici nazionali entro il 21 dicembre 2013. Le prime rivelazioni sarebbero dovute essere effettuate entro il 30 giugno 2016, per i pagamenti effettuati nel 2015. Esempi di transazioni che devono essere divulgate comprendono: contributi ad organizzazioni sanitarie e compensi a fronte di consulenze scientifiche di operatori sanitari.
A
dduso Sebastiano
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