La Fiat Regata, auto degli anni 80, ha il merito di ‘aver indossato’ per prima il dispositivo start & stop come auto di serie.
A
utomobile prodotta dalla casa torinese, la Fiat Regata aveva la piattaforma in comune con la Fiat Ritmo. Entrambi furono modelli molto diffusi negli anni 80.
Considerando gli accordi in essere all’epoca tra Fiat e Seat, la Fiat Regata aveva moltissimi punti in comune con la meno fortunata Seat Malaga.
Presentata al Salone di Francoforte nel settembre 1983, la Fiat Regata si presenta come una berlina media. Motori e cambi venivano invece condivisi con la Lancia Prisma, seppur i motori della casa dello Scudo blu erano di solito più potenti. Avrebbe dovuto chiamarsi “Fiat Azzurra” in onore dell’omonima barca a vela dell’America’s cup del 1983, finanziata anche dall’Avvocato Agnelli, ma la scelta ricadde sulla denominazione di “Fiat Regata”.
Caratterizzata da una linea estremamente pulita, filante e molto moderna per l’epoca, era dotata di grande abitabilità e di un bagagliaio tra i più ampi della categoria, fu venduta in varie versioni con motore benzina e diesel.
Due gli allestimenti disponibili, normale e “S” di Super, queste ultime con alzacristalli elettrici e chiusura centralizzata di serie, accompagnate da una strumentazione più completa e, a richiesta, l’aria condizionata. Caratteristico della Regata “S” era il gruppo comandi della climatizzazione, a controllo elettronico, con led che indacavano portata e temperatura dell’aria. Nel 1984 venne presentata anche la versione Weekend, che avrebbe sostituito la Fiat 131 Panorama.
Oltre alle versioni tradizionali, venne messa a listino una serie speciale, denominata Fiat Regata ES (acronomo di Energy Saving) che presentava migliorie aerodinamiche localizzate nel sottoscocca, sui finestrini anteriori, nei coppe-copriruota appositamente ridisegnati e nell’aggiunta dello spoiler posteriore. Anche il motore da 1.301 cc e 65 CV vantava un aumento del rapporto di compressione, una modifica della fasatura delle valvole. La Regata ES montava di serie un innovativo sistema denominato “Citymatic”, che prevedeva lo spegnimento automatico del motore a vettura ferma, cambio in folle e pedale della frizione sollevato, ed era dotata di accensione elettronica digitale “Marelli Digiplex”. La trasmissione presentava invece un rapporto più lungo della quinta marcia.
La Regata ES, nonostante fosse in grado di abbattere sensibilmente le medie di consumo di emissioni, non fu molto apprezzata dal pubblico. Il dispositivo start & stop creava ansia nell’utenza: al semaforo o ad un incrocio, si temeva che il motore potesse non ripartire. Ne furono prodotte solamente 5.000 esemplari. Probabilmente il mercato non era ancora pronto per una tale innovazione, che fu invece molto apprezzata in Svizzera, dove già all’epoca ai semafori si potevano ammirare dei cartelli che ricordavano di spegnere il motore in caso di sosta prolungata.
Con il senno di poi, si può affermare che la Fiat Regata ES è stata antesignana, e con ben oltre 20 anni di anticipo, del sistema Start & Stop che oggi è montato su tutte le automobili in circolazione.
Non potevo esimermi da non conservarne una nel mio box, che è come nuova, e a me molto molto cara.
Nel 1986, fu lanciata la serie restyling e furono modificati numerosi particolari estetici, tra cui le maniglie delle portiere, la linea di cintura che non era più orizzontale ma seguiva l’inclinazione del cofano e fu disegnata una nuova grafica per il quadro strumenti.
Prodotta in Argentina, in Sud America e nel Nord Europa la vettura era venduta come “Regatta” con due “t” mentre in Turchia è stata commercializzata come Tofaş Şahin, vettura di fatto di derivazione della Fiat 131 ma con molti particolari estetici della Fiat Regata.
Non mancano gli appassionati e diversi i gruppi facebook dedicati alla Regata in tutto il mondo.
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