Ennesimo incendio costato la vita a una persona a San Ferdinando, uno dei “villaggi” dei lavoratori stagionali nella piana di Gioia Tauro, dove i migranti sono ammassati a migliaia, senza energia elettrica nè acqua corrente e sotto scacco dei ‘caporali’.
Fiamme nella baraccopoli di S.Ferdinando, un migrante morto
Ancora una giovane vittima nella baraccopoli di San Ferdinando nella piana di Gioia Tauro ieri sera, intorno alle 24:00, un nuovo incendio è costato la vita a un 35enne senegalese.
L
e fiamme si sono sviluppate nella parte iniziale del campo, quella più vicina alla strada, e in pochi minuti hanno distrutto una trentina di baracche e quindici migranti rimasti senza un tetto sono stati trasferiti nella nuova tendopoli gestita dal Comune di San Ferdinando.
Nella tendopoli calabrese, dove non esistono ne servizi ne luce né acqua, e dove per scaldarsi si può far ricorso solo a piccoli o vecchi bracieri dialogo è la terza vittima di incendi nella baraccopoli in poco più di un anno: il 27 gennaio 2018 a morire era stata una nigeriana, Becky Moses, 26 anni. L’incendio era stato appiccato da un’altra donna, arrestata mesi dopo dalla Polizia, che avrebbe agito per gelosia.
Nella stessa baraccopoli viveva Soumayla Sacko, 29 anni, immigrato del Mali, sindacalista dell’Usb, ucciso il 2 giugno del 2018 da una fucilata a San Calogero, nel Vibonese, mentre, all’interno di una fornace in disuso, cercava lamiere da utilizzare per costruire una baracca nel campo di San Ferdinando.
Poi, appena due mesi e mezzo fa, il 2 dicembre 2018, un ragazzo di 18 anni, Surawa Jaiteh, regolare in Italia dove era arrivato dal Gambia, morì in un incendio che, sempre a San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro, aveva distrutto la sua baracca. Surawa Jaiteh, titolare di permesso di soggiorno per motivi umanitari, si era allontanato volontariamente dal centro di accoglienza di Gioiosa Jonica per vivere nella baraccopoli.
Diversi altri incendi divampati nell’accampamento, tanto che che i vigili del fuoco vi hanno stabilito un presidio permanente, non hanno provocato vittime.
La situazione di precarietà in cui vivono i migranti della piana di San Ferdinando ha indotto le autorità, con il coordinamento della prefettura di Reggio Calabria, a trovare soluzioni alternative. La Protezione Civile regionale ha allestito una tendopoli attrezzata in un’altra area del comune del Reggino, mentre è stato approntato un piano che prevede la collocazione dei braccianti in immobili privati, attraverso incentivi a beneficio dei proprietari.
I migranti da tempo chiedono soluzioni abitative alternative che superino l’emergenza della baraccopoli dove oggi c’è chi è pronto a dare vita ad un corteo di protesta fino a San Ferdinando.
Al momento comunque, non si sono registrati problemi.
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