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Fedele: “Stipendi? Il Napoli deve prendere esempio dalla Juve”

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“Gli azzurri possono vantare una posizione solida”

Enrico Fedele, noto procuratore sportivo, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de Il Roma per parlare della gestione stipendi da parte delle società di calcio durante questo periodo di inattività causato al COVID-19.

Ecco quanto dichiarato da Fedele:
«Lo Stato non può intervenire sul taglio degli stipendi dei calciatori. Mi spiace leggere certe cose ma non ci possono essere decreti ministeriali che tolgono i soldi a soggetti privati. In questo caso i calciatori».

Allora Fedele ci spiega meglio la situazione?
«Qualcuno è convinto che lo Stato possa intervenire con un decreto imponendo ai calciatori una riduzione dei compensi. Non esiste. Lo Stato non ha diritto sui soggetti privati ma su quelli pubblici. Mi costa dirlo ma il Napoli deve prendere esempio dalla scelta della Juventus».
Come?
«Beh non è stato un caso che Chiellini da capitano abbia detto ai suoi compagni di trovare un accordo con la società per un’eventuale riduzione degli stipendi. Prima di tutto c’è da capire se i calciatori in questo momento sono in ferie o meno. Se lo sono allora queste quattro settimane di marzo vengono pagate».
Partiamo dal presupposto che il campionato non si concluda….
«La situazione sarebbe gravissima poichè le società dovrebbero rimborsare i mesi non giocati alle tv e agli sponsor. Verrebbe a mancare una cifra importante. Ecco che si chiederebbe ai calciatori il taglio degli stipendi non essendoci prestazioni. Ma sarà a discrezione del club e naturalmente dai diretti interessati. Si andrebbe davanti ad un Collegio Arbitrale che stabilirà il tutto».
Invece se si giocherà?
«Allora marzo verrà congelato e poi pagato eventualmente tra tre mesi. Aprile i calciatori lo potrebbero anche abbonare visto che non ci si allena e non si gioca. Ma poi i soldi arriverebbero lo stesso poiché si andrebbe in campo fino a luglio. Naturalmente se un calciatore vorrà fare una donazione è un problema del singolo. Fa parte di una contrattazione. Può anche dire mi pagate a settembre per andare incontro al presidente».
Ma se i calciatori potranno allenarsi cosa accadrà?
«Servono le garanzie sanitarie richieste dal decreto. Se non ci fossero i giocatori potrebbero anche decidere di non lavorare ai centri sportivi».
Lo Stato, però, potrebbe fare altro per salvare il mondo calcio?
«Può optare per la defiscalizzazione ritardando i pagamenti Irpef. Potrebbe sburocratizzare l’acquisto delle strutture sportive permettendo ai club di diventare proprietari degli stadi dove giocano».
Di sicuro tante cose cambieranno….
«Se si gioca fino ad agosto la sezione di mercato potrebbe essere unica fino a dicembre. Si dovrebbe rivedere la legge 91 permettendo alla  serie C di diventare semiprofessionistica. Può darsi che questa sciagura faccia ripartire un calcio che all’estremo. Se tutto le società sono indebitate devono rivedere qualcosa. Ad oggi solo il Napoli può vantare una posizione economica solida che non creerà problemi nella prossima stagione».

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