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Castellammare di Stabia

APPROFONDIMENTO – Fabio Quagliarella, la fine di un incubo e quel pianto liberatorio: adesso le scuse dove sono?

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ochi giorni fa per Fabio Quagliarella è finito un incubo. Il calciatore stabiese ha visto condannare a 4 anni ed 8 mesi lo stalker che per anni aveva tartassato lui e la sua famiglia con lettere minatorie, telefonate, minacce e diffuso voci infamanti sulla punta stabiese. La sentenza del Tribunale di Torre Annunziata per Fabio ha il sapore del gol più bello. Dopo la gara di ieri con il Cagliari, in cui era andato a segno regalando alla Samp il pareggio, Quagliarella si è lasciato andare ad un pianto liberatorio ai microfoni di Sky.

Con poche parole quasi sussurrate, l’attaccante ha spiegato la verità, confessato la sofferenza sua e della sua famiglia e di come la vicenda lo abbia costretto a scappare da Napoli nel 2010. Quelle assurde voci erano giunte anche all’orecchio della società partenopea, che però diede a quelle falsità tanto peso da far capire all’attaccante che per lui a Napoli non ci sarebbe più stato spazio. Nessuna attesa per sapere la versione di Fabio, solo la scelta che avrebbe allontanato Quagliarella da Napoli. Ovviamente, allontanarsi dalla zona frequentata dal suo stalker, agente campano della polizia postale, avrebbe aiutato Fabio ad avere un minimo di tregua. Nulla può essere imputato alla società Napoli, libera di fare le sue scelte; il nostro pensiero va ora ai tanti tifosi napoletani che per anni hanno bersagliato Quagliarella di insulti, maledizioni e bestemmie.

L’apice dell’odio, con un comportamento quasi da brividi ed a tratti disumano, si raggiunse il 7 gennaio 2011, quando, indossando la maglia della Juventus, Quagliarella subì la rottura del legamento crociato. In alcune zone del napoletano, quella sera, si spararono fuochi d’artificio. Quell’odio nasceva dalla scelta del calciatore di trasferirsi alla Juventus, lasciando la squadra napoletana.

Ora che è stato rivelato come in quel trasferimento di mercato, di calcistico ci sia stato davvero poco, nessuno di quei tifosi ha avuto sui social una parole di scusa o di affetto per Quagliarella, che nonostante tutto non ha mai rinnegato la sua passione per i colori azzurri. Per Quagliarella mai una parola fuori posto, mai un gesto irrispettoso nemmeno dinanzi agli insulti più pesanti. L’educazione ed il rispetto di Quagliarella sono stati più forti di insulti e crudeltà verso di lui e verso la propria famiglia.

Sarebbe bello, a questo punto, che tanti tifosi mostrassero un pizzico di buon senso, “cancellando” i tanti insulti riservati negli anni a Fabio, e scusandosi con un ragazzo che ha sempre dato tutto se stesso in campo, a prescindere dalla maglia indossata, nonostante abbia vissuto un incubo lungo 7 anni.

Raffaele Izzo


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