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Evasione fiscale. Sequestrati beni per oltre 900 mila euro

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I Finanzieri del comando provinciale di Ragusa hanno scoperto un’ingente evasione fiscale nel settore del trasporto merci su strada.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Ragusa hanno portato a termine le indagini relative ad un’ingente evasione fiscale posta in essere da tre fratelli ragusani (L.V., L.M. e L.G.) interessati alla gestione di altrettante società operanti nel settore del trasporto merci su strada, con sede a Ragusa e Vittoria.

L’operazione, condotta sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Ragusa, che ha visto impegnata la locale Compagnia, si è conclusa con il sequestro, disposto dall’Ufficio del G.I.P. presso il Tribunale ibleo, di denaro ed altre risorse economiche per oltre 900 mila euro, considerato illecito profitto dei reati tributari contestati ai tre indagati, ritenuti responsabili dei delitti di dichiarazione infedele, omesso versamento di IVA e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

In sintesi, le indagini traggono origine dall’approfondimento di una segnalazione per operazioni sospette generata dal sistema di prevenzione antiriciclaggio ed hanno permesso di portare alla luce l’esistenza di un consolidato schema fraudolento realizzato dai tre indagati, nell’ambito del quale:

– L.V. e L.M., in qualità di amministratori di una delle società del gruppo omettevano di dichiarare ai fini IVA un ingente parte delle operazioni imponibili e contestualmente omettevano di versare un’imposta dovuta per oltre 560 mila euro;

– L.V. ed L.G., in qualità di amministratori di una seconda società, trasferivano formalmente, attraverso un fittizio contratto di affitto d’azienda, capitali e cespiti societari ad una terza società al fine di impedire possibili procedure di riscossione coattiva per un credito tributario vantato dall’Erario, per la somma complessiva pari a circa 343 mila euro.

Il risultato di tali condotte portava alla creazione di una falsa rappresentazione della realtà relativa alla nuova governance dell’impresa familiare che, nonostante la creazione di una nuova società formalmente intestata ad un soggetto terzo, faceva sempre capo a L.V., effettivo dominus dell’azienda.

Nel dettaglio, anche grazie ad indagini di natura tecnica, è stato chiaramente acclarato il ruolo di L.V. impegnato a gestire tutti i mezzi e le risorse delle società riconducibili al gruppo familiare come se si trattasse di un unico soggetto. In questo senso, il contratto d’affitto di azienda stipulato nel 2019 ha avuto lo scopo di creare un fittizio schermo giuridico per trasferire formalmente i mezzi, i contratti in essere con i clienti e tutte le attività ad una nuova società, a scapito dell’Erario e degli altri creditori della vecchia società.

Peraltro, alcune delle persone e società coinvolte in questa indagine erano già state interessate dalle investigazioni nell’ambito dell’Operazione “Carbon tax”, conclusa lo scorso anno dalla stessa Compagnia di Ragusa, nel cui contesto era emerso un giro di fatture false relativo all’acquisto di carburante per i mezzi di trasporto con la duplice finalità di abbattere il reddito imponibile ed ottenere un consistente credito di imposta fraudolento (legato appunto al beneficio della cd. “Carbon tax”) da utilizzare quale strumento di compensazione sul pagamento di altri debiti erariali.

All’esito della nuova attività investigativa svolta, nei giorni scorsi si è proceduto alla notifica del provvedimento cautelare reale disposto dall’A.G. iblea presso gli istituti di credito d’interesse e la locale Agenzia delle Entrate/Ufficio del Territorio, giungendo al sequestro di:

– una somma complessiva liquida pari a circa 217 mila euro, depositati sui conti correnti riferibili agli indagati;

– n. 7 immobili (n. 3 appartamenti, n. 1 capannone e n. 3 magazzini) ubicati sia nel comune di Ragusa che in quello di Vittoria, per un valore complessivo stimato pari a circa 687 mila euro.

L

’operazione portata a termine dalle Fiamme Gialle iblee rappresenta un esempio di come il Corpo sia fortemente impegnato al fianco delle imprese che operano correttamente, per reprimere comportamenti fraudolenti che, oltre a creare un evidente danno all’erario, causano spesso effetti distorsivi sul mercato dovuti agli indebiti vantaggi economici ottenuti dagli autori di questi reati, in special modo in questo delicato momento che vive il tessuto economico della Provincia.

Adduso Sebastiano

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