Il 28 ottobre, dalla Squadra Mobile di Napoli, dai Carabinieri di Torre del Greco e di Cercola sono stati eseguiti due provvedimenti di fermo
Eseguiti due provvedimenti di fermo per 7 uomini del Clan De Luca Bossa
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l 28 ottobre la Squadra Mobile della Questura di Napoli e i Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco e della Tenenza di Cercola hanno eseguito due provvedimenti di fermo di indiziato di delitto disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 7 persone legate al clan camorristico DE LUCA BOSSA gravemente indiziati del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso ed al fine di agevolare l’organizzazione di appartenenza.
I due provvedimenti riguardano, rispettivamente, un’estorsione commessa nell’ambito della gestione delle abitazioni di edilizia popolare e un tentativo di estorsione continuata nei confronti di un imprenditore.
In particolare, il primo decreto di fermo, eseguito dalla Squadra Mobile di Napoli, è stato emesso nei confronti di tre indagati, DE LUCA BOSSA Umberto nato a Napoli (NA) il 18.06.1993 figlio del fondatore del clan DE LUCA BOSSA Antonio, alias Tonin O’Sicc, attualmente detenuto in regime di 41/bis, attuale reggente dell’omonimo clan, BOCCARDI Roberto alias “Recchiolone”, nato a Napoli (NA) il 05.06.1991 e SORRENTINO Mario nato a Napoli (NA) il 06.10.1984, che hanno richiesto ad una donna la somma di denaro di 5000 € quale prezzo per conservare il possesso dell’alloggio popolare nel quartiere Ponticelli in cui viveva con il figlio minore. A seguito delle minacce ricevute, non disponendo della somma di denaro, la vittima è stata costretta ad allontanarsi per evitare ulteriori ritorsioni.
Il secondo provvedimento, eseguito dalla Compagnia dei Carabinieri di Torre del Greco e dalla Tenenza di Cercola, è stato emesso nei confronti di 4 indagati -BONITO Eugenio nato a Napoli il 18.01.1962; DE LUCA BOSSA Giuseppe nato a Napoli 1.5.1977, fratellastro del fondatore del clan DE LUCA BOSSA Antonio, alias Tonin O’Sicc, attualmente detenuto in regime di 41/bis;, esponente dell’omonimo clan, AMITRANO Domenico e FICO Carmine-, e riguarda un tentativo di estorsione continuato commesso nei confronti di un imprenditore che dopo aver subito in data 9 settembre gravi danni alla propria concessionaria di autovetture, a causa dell’esplosione di un ordigno artigianale, ha ricevuto una richiesta estorsiva di 50.000,00 euro.
Il Giudice per le indagini preliminari ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tutti gli indagati.
Cristina Adriana Botis / Redazione Campania
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