ESCLUSIVA- Pasquale Casale: La Juve Stabia dirà la sua fino alla fine. I tifosi? Sono una componente fondamentale “

L’intervento di Pasquale Casale, ex allenatore gialloblu, in diretta e in esclusiva  al Pungiglione Stabiese...

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L’intervento di Pasquale Casale, ex allenatore gialloblu, in diretta e in esclusiva  al Pungiglione Stabiese

Nel corso della puntata de “Il Pungiglione Stabiese”, programma radiofonico a cura della nostra redazione di ViviRadioWeb abbiamo avuto come nostro ospite telefonico l’ex allenatore delle Vespe Pasquale Casale. Tanti i temi trattati con il mister, dall’andamento in campionato della Juve Stabia, passando alle difficoltà in trasferta. Ecco alcuni frammenti della lunga intervista concessaci:

La Juve Stabia ha perso 1-0 a Reggio Calabria. Una sua motivazione in merito al modulo, visto che nonostante il 4-3-3 le vespe non hanno punto la Reggina, creando pericoli solo su calcio di punizione: Il 4-3-3 è  un modulo che viene adottato anche in serie A da Sarri, e da Zeman anni addietro. Uno schieramento tattico che ti permette di fare fallo tattico, di interrompere il gioco cercando di limitare i danni, un vecchio sistema che in passato ripagava di più che permetteva di stare alto e pressare, con le tre punte che non venivano impiegate in fase difensiva, meno dispendioso di quanto non sia adesso. Nel Napoli  l’anno scorso fui uno dei pochi a prevedere che Sarei avrebbe poi avuto un calo e puntualmente poi la squadra ebbe difficoltà nel lungo periodo. Per quanto riguarda la partita contro la Reggina, giocando fuori casa, paradossalmente, la Juve Stabia giocando più corta,  senza il supporto del sintetico, magari doveva giocare più bassa con il baricentro, visto che le punte tendono a correre di più, la stanchezza si notava; e sicuramente non è adatto ad applicare questo tipo di lavoro e la squadra viene penalizzata. Anche perché se con il modulo 4-3-3 gli avversari ti prendono le misure, lo stiamo vedendo in serie A con il Napoli, diventa difficile applicare al meglio il proprio gioco contro le piccole squadre. Avendo gli interni stretti e le punte offensive molto larghe, si creano dei vuoti a centrocampo e di conseguenza tatticamente non è mai facile sopperire quando la partita si mette male.

Sulla scelta di Fontana, in tanti avevano dei dubbi ad inizio stagione. Nonostante la sconfitta di Reggio, per adesso il campionato è sicuramente positivo per le vespe, un suo giudizio sul tecnico, lei che lo ha allenato: Personalmente conosco Fontana più da calciatore che da allenatore, non saprei dare un giudizio sulle sue capacità. Si stava ben comportando a Nocera, poi purtroppo per colpe non sue ha pagato un’ingiusta squalifica. È un ragazzo intelligente, conosce bene la piazza stabiese, chi meglio di lui, e forse anche meglio di me che a Castellammare ci so cresciuto e avuto modo di poter lavorare.    Penso che lui saprà dove insistere di più per ottenere il meglio da questa squadra, e che possa insistere su questo modulo o magari adottare qualche variante in corso d’opera.

Lei da allenatore, avendo allenato la Juve Stabia, nonché conoscitore dell’ambiente, un consiglio che adesso potrebbe dare a Fontana: All’epoca qui a Castellammare per un punto macammo i play-off con una squadra costruita per salvarsi, in quell’annata memorabile laddove pareggiammo ad Avellino a tempo scaduto. Tanti rimpianti per la mancata disputa di quei playoff, forse se avessimo insistito con quella squadra, probabile che l’anno successivo avremmo poi vinto il campionato. Adesso non so, gli ambienti cambiano, di certo il popolo stabiese da buon osservatore vuole vedere una squadra combattiva che in campo abbia dato tutto. Importante adesso impostare questo lavoro e sicuramente sarà apprezzato dai tifosi sapendo che la squadra in campo ha dato il massimo e solo così di sicuro non avrà problemi. Io da allenatore cercavo di interagire con i tifosi, e riconosco che a volte stabilire un contatto diretto con la tifoseria è importantissimo.

Lei da allenatore ha avuto alle sue dipendenze Angelo Orlando, calciatore che ha avuto poi una carriera importante con l’Inter. Qui a Castellammare deluse le aspettative della piazza: Ebbe problemi di ambientamento, mi è capitato anche a me da calciatore, così come tanti altri che scendono di categoria e riscontrano poi difficoltà a calarsi nella realtà proprio perché hanno un modo di giocare e in certi ruoli sono determinati i rapporti con la squadra. Per quanto mi riguarda giocavo a centrocampo, nello stesso ruolo di Orlando, a volte da certi calciatori ci si aspetta la differenza solo perché vengono da categorie superiori, invece spesso calciatori collocati in un contesto adatto possono dare di più, viceversa se giochi in un contesto dove non sei utile alla squadra puoi avere delle difficoltà sia psicologiche e soprattutto sul piano tattico. Contano soprattutto le motivazioni, io più volte nella mia carriera so sceso di categoria, e ho preferito poi intraprendere la carriera da allenatore quando ho capito che le motivazioni non erano più quelle di un tempo.

Lei ha avuto una carriera importante soprattutto da calciatore del Napoli. Ha giocato con calciatori importanti del calibro di Rudy Krol. In particolare che ricordi ha di questo straordinario campione: Ho avuto la sfortuna di averci giocato nell’ultimo anno quando Krol subì l’operazione al ginocchio. Ebbi modo di poter apprezzare le sue doti umane, era un grande professionista, nel privato era molto attento ai particolari, si curava tantissimo e quell’anno riuscì comunque a dare il suo apporto nonostante avesse 36 anni. Da calciatore posso dire che lui è stata la più bella anima del calcio che abbia conosciuto, ragazzo esemplare, una persona unica nel mondo del calcio, disponibile e generoso con tutti.

Secondo lei, la Juve Stabia in questo momento è la sorpresa del campionato e in particolare come vede Lecce, Foggia e Matera in un confronto con le vespe: Lecce e Foggia chiaramente sono due club che da un paio di anni stanno provando a risalire, ma la Juve Stabia ha comunque una squadra di qualità che può fare la differenza. Non manca la competenza dirigenziale e sono convinto che anche la Juve Stabia si possa inserire in questa lotta, storicamente ha sempre mantenuto questa mentalità ambientale e non manca la convinzione e voglia di andare in B. Lo staff sta lavorando bene, La società è ben organizzata e ci sono pertanto tutte le componenti giuste per poter vincere.

Ecco mister, lei che ha allenato la Juve Stabia in un periodo diverso da quello attuale, in passato c’era più seguito di tifosi. Adesso sta calando la presenza di tifosi allo stadio, è un problema di pay-tv o anche per altre situazioni?: In genere quando un club ha ottenuto in passato risultati importanti, avrà poi difficoltà ad avere un seguito di tifosi in categorie inferiori. Secondo me è questa la causa che ha determinato poco seguito allo stadio, poi ovvio anche le tv e gli stadi non confortevoli determinano il resto. Un augurio alla piazza? Di seguire con entusiasmo la Juve Stabia e che il Menti possa ritornare ad essere il dodicesimo uomo in campo perché lo stadio pieno ha sempre fatto la differenza. Ricordo che arrivavo allo stadio pochi minuti prima dell’inizio del match proprio per trovare già i tifosi al campo. Con questo voglio dire che giocare a Castellammare con lo stadio pieno diventa dura per tutti.

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