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ESCLUSIVA – Napoli, “A scuola di astroparticelle”: ecco le parole degli organizzatori dell’evento

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Giovedì 23 maggio, presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, nella sua sede di Monte Sant’Angelo, si è tenuto l’evento “A scuola di astroparticelle”: ecco i dettagli

Napoli, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, in collaborazione con il Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” dell’Università Federico II e gli istituti CNR SPIN e ISASI, hanno organizzato la seconda edizione dell’evento “A scuola con le astroparticelle. I mille volti della Fisica”. Questa è un’iniziativa di divulgazione scientifica a cui hanno partecipato 20 scuole superiori con 600 studenti e 22 progetti su tematiche che riguardano argomenti di Fisica attuali quali l’origine dell’Universo e la sua composizione ed evoluzione, la radioattività dell’ambiente, ma anche tematiche che hanno riguardato le metodologie della fisica sanitaria. L’iniziativa fa parte di un progetto molto più ampio che è quello dell’alternanza scuola lavoro, dove gli enti di ricerca, l’università hanno potuto fornire, attraverso il bado, tutte le informazioni riguardati la figura professionale del fisico, agli istituti del territorio campano. L’idea del bando e del concorso nasce dalle potenzialità aperte dall’installazione nel settembre 2016, nella stazione Toledo della metro di Napoli, di un totem multimediale, interfacciato al telescopio per raggi cosmici, installato da gruppi INFN nel maggio 2014, che rende possibile accedere ai dati da remoto.

I responsabili del progetto sono la Dr.ssa Carla Aramo (INFN), il Dr. Michelangelo Ambrosio (INFN), il Dr. Italo Testa (Dipartimento di Fisica “E. Pancini”) e il Prof. Giampiero Pepe (CNR SPIN). La Redazione di Vivicentro.it è stata presente all’evento ed ha intervistato gli organizzatori.

Come nasce il progetto “A scuola di astroparticelle”?

A rispondere è la Dottoressa Carla Aramo: E’ nata dall’idea di utilizzare il telescopio a raggi cosmici che è in metro a Toledo, e che permette la rilevazione dei moni cosmici che attraversano i 40  metri di roccia della metro, arrivano al telescopio e sono rivelati attraverso la traccia luminosa che si crea nei piani interessati dal passaggio del mone e che è stato interfacciato l’anno scorso con un totem che permette l’immagazzinamento dei dati e la fruizione a livello remoto. I dati possono essere utilizzati dai ragazzi per fare le analisi dei dati di queste particelle. Molti dei lavori presentati, riguardavano proprio l’analisi dei dati del telescopio. Da qui nasce l’idea di inserire questa attività nell’alternanza scuola lavoro. Quest’anno c’è stata grande sinergia, non solo con l’INFN ma anche con l’Università Federico II di Napoli, il CNR ISASI.

Alcuni di voi sono stati anche i tutor dei ragazzi, lavorando con loro a stretto contatto. Come vi sono sembrati i loro progetti quest’anno?

A parlare è Italo Testa: Certamente abbiamo visto molto interesse. Essendo questo un progetto che si snoda in quello dell’alternanza scuola lavoro, abbiamo dato più enfasi all’orientamento in modo tale che tutti potessero essere informati anche per il futuro. In effetti i ragazzi volevano sapere un po di più, soprattutto su alcuni argomenti che non fanno a scuola o forse che non faranno mai.

Questo è un progetto che nasce in un ancora più grande che è quello dell’alternanza scuola lavoro. Se ne parla tanto di alternanza scuola lavoro ed anche in accezione negativa, cosa ne pensa?

Risponde Michelangelo Ambrosio: Con questa iniziativa abbiamo voluto mettere le cose sul binario giusto, ovvero che l’alternanza scuola lavoro non consiste in un lavoro a gratis, come ci piace dire alla napoletana, non uno sfruttamento, deve consistere in un periodo in cui i giovani escono fuori dalla scuola e conoscono altre realtà per formarsi e capire. Abbiamo voluto offrire un modello di alternanza di eccellenza in cui ai ragazzi viene offerta una problematica da studia re e approfondire, ma loro vengono affidati anche ad un tutor con cui esaminano il tutto. L’attività viene posta ai ragazzi in modo semplice e naturale, coinvolgendoli in attività reali, dando loro la possibilità di studiare e analizzare dati reali. Infatti il totem messo a Toledo è stato messo per rilevare i dati del telescopio e metterli poi su internet, dove le scuole possono accedere ai dati e lavorare su questi. Molto importante è stato il lavoro in gruppo dove si sviluppa lo spirito di collaborazione, ma anche il concorso, attraverso il quale abbiamo riacceso nei ragazzi la motivazione perchè si trovavano di fronte ad una sfida, grazie alla quale poi noi ci siamo resi conto se hanno lavorato davvero i ragazzi o i loro professori. Inoltre ogni ragazzo ha potuto mettere in campo una sua attitudine, non solo inerente alla fisica, ama al progetto: ogni ragazzo ha trovato il suo spazio nel progetto, tutti si sono sentiti coinvolti. Inoltre la sinergia che si è respirata nelle classi è la stessa che aleggia anche in noi organizzatori e non solo, tra tutte le persone che hanno partecipato al progetto, grazie alle quali il progetto è stato possibile, tra cui Paolo Massoserio, che è colui che cura il telescopio e che ha permesso la raccolta dati. Dietro questo progetto c’è un gruppo ampio che ci crede, ci ha creduto e ci lavora.

A parte le attitudini dei ragazzi, uno degli elementi fondamentali è quello della creatività per questi ragazzi

A parlare è Giampiero Pepe: Assolutamente. Certo è che bisogna scoprire sempre qualcosa di nuovo, questo richiede sforzo, passione ed esercizio. Per fare questo è necessario lavorare in gruppo, e questo lavoro ti permette di farlo. I ragazzi hanno recepito tutto questo, vederli lavorare in laboratorio li ha fatti sentire protagonisti di quello che stavano facendo. E’ stato un bellissimo atto di creatività e passione. C’è la ricerca dentro il mistero, c’è un mondo che non conosci, di cui forse conosciamo le leggi e ogni giorno cerchiamo di capirne un tassello. 

Che messaggio volete mandare ai giovani che si stanno approcciando al mondo della scienza?

Risponde sempre, G. Pepe: Sono strade difficili, ma è giusto che ognuno di noi segua il suo istinto. Questo è un mondo che da soddisfazioni, come anche non può darle, ma la soddisfazione che ti da è quella di essere protagonista di qualcosa di nuovo e questo è interessante. E’ chiaro che i percorsi sono ricchi di complessità, c’è una ricetta formale, ma dietro questo ci sono sforzi, sacrifici. Certo chi lavora nell’ambito delle scienze si  ha un’opportunità diversa, quella di poterti mettere sempre in discussione. Prendete il vostro limite ed imparate ad andare oltre.

Ci sarà una terza edizione l’anno prossimo?

Risponde e Conclude Carla Aramo: Assolutamente si, anche perchè penso che i ragazzi se lo aspettino, quindi non possiamo deluderli, infatti con Italo Testa stiamo già pensando a come strutturare il percorso per l’anno prossimo. Ci sarà sempre una grande sinergia e cercheremo di lavorare sempre più a stretto contatto di formazione con i ragazzi.

a cura di Vincenza Lourdes Varone

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