La nostra redazione ha intervistato in esclusiva Stefano Del Sante. L’ex attaccante delle Vespe ha ripercorso la sua esperienza gialloblù, analizzando anche il cammino in questo campionato delle Vespe.
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ueste le parole di Del Sante:
Ciao Stefano. Come sta proseguendo la tua carriera? Sono da poco passato al Forlì dopo la parentesi al Prato. In Toscana non è andata come pensavo, anche a causa di un’operazione al menisco che mi ha condizionato. Ora le cose stanno andato bene, con quattro gol nelle prime quattro gare, e speriamo di raggiungere quanto prima posizione tranquille di classifica.
Tieni ancora d’occhio le Vespe? Come valuti la prima parte di stagione? Seguo ovviamente la Juve Stabia ed anzi mi fa molto piacere vedere le Vespe così in alto. Ho visto che in estate ci sono state delle difficoltà societarie, fortunatamente risoltesi al meglio. Mi aspettavo di vedere la Juve Stabia comunque competitiva, perché i gialloblù partono sempre per fare bene, ma questo margine sulla seconda è una sorpresa. A mio avviso l’arma in più della Juve Stabia è Fabio Caserta.
Proprio Caserta lo hai incrociato prima come semplice collaboratore tecnico di Zavettieri e poi come vice di Fontana. Ti aspettavi diventasse in breve un allenatore così preparato? Assolutamente sì. Nell’anno di Zavettieri, Fabio non era ancora allenatore; praticamente si allenava ancora con noi ma non essendo più calciatore. Nella stagione successiva è entrato con più spazio nello staff tecnico mostrando le sue qualità: ricordo che seguiva con estrema attenzione i nostri allenamenti, informandosi ed approfondendo le dinamiche tattiche, quindi non mi stupisce il suo grande apporto.
A Castellammare hai avuto un ottimo rapporto con il Patron Manniello, cui dedicasti un saluto social quando andasti via. Sì, col Presidente c’è stato un bel legame; mi ha dato la possibilità di giocare in una piazza importante come la Juve Stabia, supportandomi sempre al massimo. E’ un Patron a volte vulcanico ma che tiene tantissimo alla sua squadra, per cui farebbe di tutto. Lo saluto con grande affetto.
Anche la tua Juve Stabia aveva un gruppo solido. Ci sono compagni con cui hai legato di più? Eravamo davvero un gruppo. Molti di noi abitavamo a Pompei quindi questo aiutava l’amicizia anche al di là del campo: mi vedevo spesso con i “romani”, Capodaglio, Lisi e Salvi. Siamo rimasti in contatto tutt’ora e quando è possibile cerchiamo di vederci.
C’è una partita o un gol della tua esperienza stabiese che ricordi con particolare piacere? I primi mesi, quelli di Mister Zavettieri, non furono semplici, con tanta sfortuna e problemi ma con la salvezza comunque raggiunta. La stagione successiva iniziò invece subito bene: segnai due gol in Coppa Italia al Livorno, poi uno al Novara ed anche in campionato andai subito in rete due volte, poi mi feci male e il mio posto lo prese Ciccio Ripa, che fece benissimo. Ecco, ricordo con molto piacere la fase iniziale di quella stagione.
A tuo avviso tra Catania, Trapani e Catanzaro, la Juve Stabia chi deve temere maggiormente? Sono tre squadre importanti e forti. Ho letto che da Catania non vedono la Juve Stabia come antagonista principale..io da avversario invece le Vespe le temerei sempre! Detto questo, penso che l’antagonista della Juve Stabia è solo la Juve Stabia. La squadra deve continuare a lavorare sodo, senza pensare a quanto già fatto; a mio avviso poi la squadra va toccata il meno possibile perchè ormai ha trovato la propria quadratura. Magari puntare solo su qualche giovane per integrare la rosa, ma niente più. Se devo farti un nome, starei attento al Catania, piazza davvero di rilievo.
Il tuo saluto ai tifosi stabiesi. Saluto con affetto Castellammare, i tifosi e la società. In gialloblù ho vissuto grandissime emozioni, che porto sempre con me. Quando sono andato via ho ricevuto tantissimi attestati di stima, segno che ho lasciato qualcosa di importante anche al di là dell’aspetto tecnico. Auguro alla Juve Stabia di tornare dove merita.
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