Abbiamo ascoltato in esclusiva uno dei calciatori più importanti della storia gialloblù, Giorgio Corona. L’eroe del Flaminio ha raccontato ai nostri microfoni il suo legame con la Juve Stabia e con Castellammare.
Giorgio cosa stai facendo ora? Prosegue la tua esperienza con l’Atletico Catania: Sì, ero all’Atletico Catania perché giocare in tutte le categorie, dalla Serie A fino all’Eccellenza, è sempre stato un mio pallino. Stando qui mi sono legato molto al Presidente Proto e con lui stiamo pensando cosa fare. Ho avuto proposte da varie società e sto quindi valutando se smettere o continuare. Mi piacerebbe provare ad intraprendere la carriera da direttore sportivo ma ancora non ho deciso se farlo subito o dopo aver giocato un altro po’. Al momento mi godo la famiglia, che per molti anni ho vissuto meno di quanto avrei voluto.
Segui ancora la Juve Stabia?: Certo. Seguo la Juve Stabia anche se non conosco i calciatori che compongono la rosa dei gialloblù. Quando si è stati in una squadra, e soprattutto si sono vissuti momenti importanti, l’occhio poi la domenica va sempre sul risultato di quella squadra. Spero che la Juve Stabia possa fare un campionato importante e ricco di soddisfazioni.
Ieri le Vespe hanno affrontato il Messina, proprio la squadra dove sei approdato dopo l’esperienza alla Juve Stabia: Sono due squadre a cui sono molto legato. Posso dirti che ricordo con tanto piacere il “mio” Juve Stabia – Messina. Tornai al Menti per la prima volta da avversario, segnai il gol del vantaggio per il Messina e la gente di Castellammare non smise mai di applaudirmi o di salutarmi. Fu davvero una serata che ricordo ancora perfettamente. Spero che entrambe possano fare una grande stagione e centrare i rispettivi obiettivi.
Ci racconti la trattativa che ti portò alla Juve Stabia dal Taranto?: Io ero legato contrattualmente al Taranto, con cui il rapporto non era idilliaco, quindi mi stavo guardando intorno per capire le intenzioni della società pugliese. Arrivò la chiamata della Juve Stabia ed il primo con cui parlai fu Mauro Isetto, vice di Braglia, e con lui gettammo le basi del mio arrivo. Poi successivamente parlai anche con Braglia e chiudemmo l’accordo.
Tra le immagini più belle della conquista della Serie B c’è il tuo abbraccio con il Presidente Manniello, ti senti ancora con lui?: Assolutamente. Mi sento spesso con il Presidente, credo che l’ultima volta sia stata due settimane fa. Fra di noi c’è un rapporto che va oltre il calcio quindi fa sempre piacere parlare con lui..inoltre il Presidente non capisce tanto di calcio quindi ogni tanto mi chiama per avere qualche consiglio (ride n.d.r.). A parte le battute, l’immagine che più mi porto dentro del Presidente Manniello riguarda quello che mi disse prima della finale di Roma con l’Atletico: prima di salire sul pullman si avvicinò e mi disse: “Sei una bella persona” ed io risposi: “Siamo una bella famiglia”. Certe cose non potranno mai essere dimenticate.. Credo che per la vittoria di quella stagione sia stata decisiva l’unione che regnava nel gruppo. Noi calciatori stavamo sempre insieme, prima e dopo le partite ed anche durante la settimana; prima che una squadra eravamo davvero una famiglia e questo nostro volerci bene si vedeva poi nelle prestazioni in campo.
Proprio alla luce del tuo grande rapporto con Manniello ti possiamo chiedere se dopo il tuo addio sei mai stato vicino al ritorno alla Juve Stabia? Forse durante la seconda stagione in Serie B delle Vespe, nel 2013?: Sì, c’è stato un momento in cui ho parlato col Presidente di questa possibilità ma da qui a dire che sono stato vicino ce ne passa. In quel momento non avrei mai abbandonato il Messina, che viveva un momento difficile anche se poi fece una grande stagione. Per me la parola data vale tanto ed in quel momento avevo dato la mia parola al Messina.
Oggi l’allenatore in seconda della Juve Stabia è Fabio Caserta, un tuo grande amico: Lo so e mi fa piacere..anche se Fabio, come me, è uno che vorrebbe giocare sempre, anche adesso! (ride n.d.r.) Spero che possa fare una carriera importante anche in questa nuova veste e gli faccio un grande in bocca al lupo. A Castellammare ho lasciato un amico fraterno, Clemente, e tante altre persone che non dimenticherò mai: Pino, Vincenzo, Sebastiano e tutti quelli che lavorano dietro le quinte.
Abbiamo detto di Caserta in panchina, si potrebbe vedere in futuro Corona Direttore Sportivo quindi?: E’ una carriera che mi intriga ma ho tanto da imparare. Per fare il Direttore Sportivo non basta telefonare al calciatore, quello è semplice; bisogna capire se il calciatore può sposarsi bene con la piazza, prima come uomo e poi come professionista, se può inserirsi bene negli schemi dell’allenatore ecc. Ci sono tante valutazioni da fare ma è una eventualità che mi piacerebbe provare.
Un saluto ai tifosi di Castellammare per cui rimani sempre Re Giorgio: Li saluto e li abbraccio con tanto affetto. Faccio sempre il tifo per la Juve Stabia e spero che la piazza con il suo entusiasmo possa trascinare la squadra a fare grandi cose. Porto davvero tutti i tifosi nel cuore e mi considero uno di loro. Ci sono date che non possono essere dimenticate: il 19 giugno 2011, insieme al 5 maggio 2013 col ritorno in Lega Pro del Messina, al 16 maggio 2004, giorno del mio compleanno, con la promozione in Serie B del Catanzaro, ed al 10 settembre ovvero l’esordio in Serie A col Catania e rete al Cagliari, è una di queste.
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affaele Izzo
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