Castellammare di Stabia, ieri si è festeggiato il 50esimo anniversario della nascita del Teatro Cat
Castellammare di Stabia, oggi si festeggia il 50esimo anniversario del Cat Castellammare di Stabia, grande fermento nella città delle acque per il 50esimo anniversario della nascita del Cat, fondato da Ciro Madonnaed Italo Celoro nel 1968, diventa Cooperativa di teatro nel 1976. Presenti all’anniversario di quella che è un’istituzione culturale in città, personalità politiche quali il Sindaco Gaetano Cimmino, l’assessore alla cultura e Vicesindaco, Lello Radice, il Consigliere Comunale Francesco Nappi (M5S) e tutto il suo team. Ma anche grandi personalità del mondo artistico quali Gaetano Amato, Lucio Pecoraro, Piero Pepe, Anna Spagnuolo, Peppe De Rosa e Valerio Apice.
La Redazione di Vivicentro.it è stata presente all’evento ed ha avuto la possibilità di intervistare Pierluigi Fiorenza, il quale con la sua grande personalità artistica ha presentata in maniera magistrale, l’evento.
Oggi hai presentato questo evento ed hai vissuto insieme agli ospiti tutte le tappe che hanno caratterizzato la storia del Cat, dalla sua nascita ad oggi. E’ stata una grande emozione per lei?
Il Cat si è confermato essere anche stasera, una grande fucina di attori professionisti. Una grande compagnia che ha sempre fatto parlare di se, e c’è una cosa che voglio sottolineare e che mi piace molto, il Cat si è sempre autofinanziato, riuscendo a rimanere in piedi e creando da sè, una grande teatro in piena città.
Il Cat ha sempre promosso cultura, e continua a farlo attraverso le generazioni. C’è qualcosa che manca a Castellammare nella promozione della cultura?
Castellammare è una città viva dal punto di vista culturale, c’è Lello Radice, il Cat, il Teatro Karol. Forse ci vorrebbe una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione comunale, anche perchè fare cultura costa.
Stasera sul palco lei ha chiesto ai vari ospiti un loro personale ricordo di Italo o Ciro. Quale è il suo?
Li ho intervistati tante volte per le radio per cui ho lavorato: erano persone speciali, grandi amanti di Castellammare,. La loro mission è sempre stata quella di dimostrare che la città fosse un grande centro culturale e ci sono riusciti.
a cura di Vincenza Lourdes Varone
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