“Il Napoli può vincere qualunque partite in qualsiasi condizione”
Luca Bucci, ex portiere di Parma, Torino e Napoli, ha rilasciato in esclusiva alcune dichiarazioni ai microfoni di ViviCentro.it intervenendo sul momento che attraversa la Serie A, il Napoli e sulla sua carriera calcistica.
E
cco le sue dichiarazioni:
Nell’ultima assurda domenica di calcio che è stata stravolta dalla morte di Davide Astori, il Napoli ha giocato normalmente la sua partita di sabato mentre l’Inter ha riposato. In che modo questo può influire sulla gara?
“Secondo me non è significativo. Penso che possa essere indifferente giocare o non giocare, anzi a volte è un vantaggio giocare per continuare ad avere il ritmo delle partite, dell’impegno di campionato piuttosto che fermarsi. Credo che non si possa dire chi è avvantaggiato o se c’è un vantaggio. Io non credo che ci sia”.
Il Napoli è una macchina da trasferta dove ha sempre vinto, quanto può essere significativo in vista delle trasferte diò Milano e, soprattutto, per quanto riguarda lo scontro diretto a Torino contro la Juventus?
“Io penso che il Napoli non è una squadra da trasferta o da partite casalinghe: è una squadra molto forte, competitiva e che gioca molto bene a calcio. Ha perso una partita contro la Roma perchè nell’arco di un campionato ci sta. Il Napoli può fare bene sia in casa che in trasferta. I numeri dicono che in trasferta sta vincendo tutte le partite ed io credo che sia una squadra che può vincere le partite in qualunque campo e in qualunque situazione”.
Proprio in virtù dell’ultima partita persa al San Paolo contro la Roma, ci potrebbe essere un contraccolpo psicologico?
“Può accadere perchè forse per la prima volta da quando sono in testa al campionato è la prima volta che potrebbero perdere la vetta. Io credo che sia una squadra molto forte ed anche matura e questo è il momento di dimostrarlo. Io, però, non penso che subirà contraccolpi”.
Sembra che Reina non rinnoverà il contratto con il Napoli e per sostituirlo si fanno i nomi di Perin, Leno, Rui Patricio. Qual è il profilo più adatto alla squadra di Sarri? E, soprattutto, non potrebbe averlo già in casa questo profilo (Sepe, ndr)?
“Gigi Sepe lo conosco, siamo stati compagni di squadra. A lui mi lega un certo tipo di rapporto e mi piacerebbe che fossi lui perchè già a 17 anni dimostrava di avere grosse qualità. Se non rinnoverà Reina il Napoli ha dimostrato di saper trovare portieri di ottimo livello, io preferirei la presenza di un italiano ma Reina ha fatto benissimo a Napoli”.
Inter-Napoli sarà anche la sfida tra Spalletti e Sarri: dov’è la chiave di questa partita?
“L’Inter è una squadra molto forte fisicamente, ha un allenatore che prepara molto bene le partite, conosce molto bene come affrontare le squadre di Sarri e sarà una partita molto complicata per il Napoli, aperta a qualsiasi risultato. E’ difficile in questo momento fare un pronostico. Forse l’Inter sembra un pò in difficoltà però il Napoli deve fare una gran prestazione per vincere”.
Pensando a Luca Bucci, uno degli episodi che viene in mente è quel “gesto dell’ombrello” rivolto alla curva juventina dopo un rigore sbagliato da Del Piero. Ci racconti quell’episodio?
“Spero di essere ricordato per altre cose e non per questo anche perchè è un gesto che mi è venuto istintivo, rivolto non alla Juventus in sè come squadra o alla gente della Juventus ma rivolta alla Juventus di Moggi: nasceva da un certo tipo di sentimento che avevo verso chi gestiva la Juventus in quel momento. L’arbitro Palanca fischiò un rigore inventato, tant’è vero che anche gli stessi giocatori della Juventus si misero a ridere. Poi per fortuna andò bene”.
Ripensando alla tua carriera, qual è l’aneddoto più divertente che ti viene in mente?
“Ripensando alla mia carriera e pensando ad alcuni miei compagni e alcune situazioni ce ne sono stati tanti. Per fortuna ho iniziato a giocare a 16 anni e mezzo fino a 40, quindi di episodi ce ne sono ed è difficile sceglierne uno. Sicuramente uno dei giocatori, con i quali ho giocato, più divertenti per me è stato Beppe Cardone con il quale ho giocato a Parma”.
A proposito di aneddoti, qual è quello che resterà per sempre nel cuore di Bucci e quale vorresti dimenticare o non aver vissuto?
“Io credo che tutto quello che ho vissuto mi ha insegnato qualcosa sia in positivo che in negativo. E’ chiaro che uno preferirebbe avere sempre delle vittorie quando compete ma io credo che in generale le vittorie mi hanno insegnato meno delle sconfitte perchè nella vittoria sei inebriato dal successo e non riesci a capire e a cogliere e a prendere ad insegnamento le fatiche che fai per raggiungere la vittoria, mentre le sconfitte ti costringono a riflettere su cosa non è andato e quindi a cercare il perchè e a trovare le soluzioni. Questa è la filosofia che mi ha portato a ragionare sempre nel mio lavoro. Poi, ci sono anche delle partite particolari che mi rimarranno nel cuore, nella mente: La vittoria della Coppa Uefa contro la Juventus o il derby del 3-3 in cui con il Torino contro la Juventus, dove perdevamo 3-0 alla fine del primo tempo e siamo riusciti a pareggiarla. Mi ricordo ancora l’ultima partita della mia carriera che ho giocato con la maglia del Napoli. Sono bei ricordi, ce ne sono anche altri, anche di brutti ma l’importante è trarre l’insegnamento”.
Qual era il rapporto di Luca Bucci con gli arbitri?
“Ho avuto un rapporto molto corretto, ho sempre cercato di essere molto leale, però ho vissuto anche un calcio dove Calciopoli ha messo in evidenza che c’era qualcosa che non andava. Io lo percepivo, non ne ero sicuro e con certi arbitri non andavo molto d’accordo. Non mi sembra giusto fare nomi perchè ormai è passato. Però questa è una cosa che ci tengo a dire perchè se qualcuno mi ha visto inveire contro alcuni arbitri, io ero mosso da un certo tipo di giudizio dato da alcuni eventi che si verificavano, poi è chiaro che chi è sempre stato in una squadra vincente ha dovuto subire di meno. Chi ha subito la frustrazione delle sconfitte e dei torti può capire quello che sto dicendo. In questo momento, però, tanto di cappello alla società della Juventus a cui riconosco la bontà del lavoro della dirigenza della società che ha creato una squadra, una mentalità e che dopo i fatti di Moggi&co hanno saputo voltare pagina pagando quello che gli è stato fatto pagare e ripartendo”.
a cura di Michele Avitabile
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