A Eracle Minoa in provincia di Agrigento arriveranno 4 milioni di euro per il ripascimento della spiaggia, ma ormai appare quasi tardi.
Eraclea Minoa, frazione di Cattolica Eraclea, in provincia di Agrigento, si trova a metà strada tra Agrigento e Sciacca ed è posta tra il fiume Platani e il promontorio di Capo Bianco. Gode di un mare pulito e una spiaggia, considerata tra le più belli della Sicilia meridionale, che si allunga per circa 6 chilometri con una sabbia bianca e finissima bagnata da un mare di estrema bellezza, pulito, fresco e lussureggiante di fauna marina. Alle sue spalle c’è una folta pineta con ampi spazi di ombra e rendendo unico tutto il paesaggio. Sul latteo promontorio di Capo bianco ai piedi della foce del Platani, è incastonato il sito archeologico di Eraclea Minoa. Il suo doppio nome riconduce al mito del passaggio, in una Sicilia antichissima, del semidio Eracle e del re cretese Minosse. Si narra che Minosse venne sepolto in un mausoleo in queste zone, dopo aver tentato invano di farsi restituire Dedalo dal re sicano Kokalos. Al di là del mito, l’Eraclea Minoa di cui sono visibili i resti venne fondata dai selinuntini nel VI sec a.C. e fu spesso oggetto di scontri fra Selinunte (antica città greca situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia e che oggi costituisce il Parco archeologico più grande d’Europa. I ruderi della città si trovano nel territorio del comune di Catelvetrano) e Akragas (nell’attuale territorio di Agrigento era un’antica città greca e da cui prende anche il nome l’onomino fiume che l’attraversa ). Ci sono ancora ampi tratti della cinta muraria difensiva, con torri e porte di accesso alla città, resti di quartieri di abitazione e di un teatro che stato protetto dall’erosione atmosferica da una copertura, è tutt’oggi in uso quale sede di spettacoli estivi, che hanno come sfondo la falesia di Capo Bianco e le splendide spiagge sottostanti. Il materiale ritrovato durante gli scavi è conservato nell’Antiquarium all’ingresso del sito.
Però negli ultimi 80 anni a Eraclea Minoa l’erosione costiera si è mangiata 150 metri di spiaggia e 50 di boschetto. Ottanta anni in cui nulla è stato fatto. E la Regione siciliana si è interessata del caso solo lo scorso maggio, quando già era troppo tardi, stanziando 4 milioni perii rifacimento del litorale in erosione. Il finanziamento è contenuto nel Patto per il Sud, documento alla cui presentazione, tre anni fa è seguito l’avvio di poche opere nonostante 2 miliardi e 300 milioni di euro promessi per oltre mille cantieri in Sicilia.
Le somme, a causa di un lungo iter fatto di pareri, bandi, gare d’appalto e carte bollate, sono immobilizzate. Oggi il progetto è fermo all’Assessorato regionale Territorio e Ambiente che avrà 90 giorni di tempo per rilasciare la Valutazione dell’impatto ambientale. In seguito verrà indetta la gara d’appalto cui però, come accade spesso, potrebbero seguire ricorsi da parte delle ditte non aggiudicatarie.
Nel frattempo l’associazione Mareamico, delegazione di Agrigento, ha lanciato l’allarme sulla situazione della spiaggio di Eraclea Minoa. Dopo i danni causati dall’erosione costiera, ora per mano dell’uomo sparisce un’altra porzione della macchia mediterranea che confina con l’arenile. Qualcuno, approfittando della confusione, ha tagliato diverse decine di alberi, senza alcun apparente motivo. La procura di Agrigento ha sequestrato l’area ed ha avviato indagini per accertare gli autori dello scempio.
L
’immagine di copertina è tratta dalla pagina Fb dell’associazione Mareamico, delegazione di Agrigento.
Adduso Sebastiano
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