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opo 133 anni alle isole Eolie Vulcano ha dato segno di risveglio. L’Ingv ha evidenziato dei valori fuori dalla norma che meritano attenzione
Vulcano (Vurcanu in siciliano) è una nota e bellissima isola appartenente all’arcipelago delle isole Eolie, in Sicilia che amministrativamente fa parte del comune dell’Isola di Lipari. Gli abitanti, circa 450 nel 2019, vengono chiamati “vulcanari”. In passato l’isola era chiamata Therasia e poi Hiera poiché sacra al dio Vulcano, da dove deriva poi il suo nome attuale. Tra le isole Eolie, Vulcano è la più vicina alla Sicilia, dista appena 12 miglia da Capo Milazzo ed è composta da 4 vulcani: Lentia, Piano, Vulcanello e Fossa. Con un’estensione di circa 21 Km quadrati, è fra le più piccole isole delle Eolie, pertanto basta uno scooter o una bicicletta per visitarla in lungo e in largo. Caratteristiche sono le sue Acque Termali e Acque sulfuree.
La notte del 3 agosto 1888 Vulcano eruttò continuando nei due anni successivi fino al 1890 seppure con una intensità minore. Vennero danneggiati le infrastrutture costruite qualche decennio prima per l’estrazione dello zolfo, ponendo fine a tutte le attività lavorative. Da allora Vulcano è stato in quiescenza con emissione di gas e vapore ad alta temperatura sul cratere di “La Fossa” e in prossimità del porto di Levante.
Nella prima mattinata di oggi, improvvisamente si è alzato un pennacchio di fumo più denso del solito e pressoché costante.
Già nel corso dell’estate “ed in particolare a partire dal mese di settembre, i sistemi di monitoraggio dell’INGV hanno messo in evidenza la variazione di alcuni segnali geofisici e geochimici registrati a Vulcano (Isole Eolie), in particolar modo quelli legati all’attività del sistema idrotermale che alimenta le fumarole del cratere della Fossa. In particolare, la temperatura dei gas emessi dalle fumarole sull’orlo craterico è aumentata e la composizione dei gas mostra un aumento di CO2 e SO2 (anidride carbonica e anidride solforosa). Anche la microsismicità locale legata alla dinamica del sistema fumarolico ha mostrato un aumento nelle ultime settimane. Sulla base dei cambiamenti sopra descritti, il Dipartimento della Protezione Civile ha disposto il passaggio del livello di allerta da Verde a Giallo per l’Isola di Vulcano”
“Le apparecchiature e i sensori dell’Ingv che monitorano il vulcano dell’isola di Vulcano hanno evidenziato dei valori fuori dalla norma, che meritano una certa attenzione, nella parte sommitale della struttura craterica. Nessuna variazione, invece, si registra in tutti i sensori posizionati lungo tutta l’isola e alla base del vulcano stesso” ha comunicato questa sera il sindaco di Lipari Marco Giorgianni.
D’intesa con la struttura della Protezione civile della Regione Siciliana e con il parere concorde della Commissione per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi, il Dipartimento ha quindi valutato che le variazioni significative di diversi parametri del monitoraggio vulcanico, rilevate nelle ultime settimane dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Ingv e dall’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente Cnr-Irea, rendono necessarie alcune misure e iniziative aggiuntive per la gestione del rischio sull’isola.
“Con il livello di allerta ‘giallo’ (cui possono seguire l’arancione e il rosso oppure il rientro al livello ordinario ‘verde’) è molto importante che ci sia una piena consapevolezza del rischio, senza allarmismi, ma con grande responsabilità” aggiunge Fabrizio Curcio, Capo del Dipartimento della Protezione civile. L’isola di Vulcano “già ordinariamente presenta una situazione diffusa di rischio per la popolazione connessa soprattutto alle fumarole ricche in gas e con temperature elevate, ma in questa fase occorre ricordare che possono intensificarsi ed estendersi su aree più ampie e quindi il pericolo risulta maggiore. Ogni ulteriore variazione significativa della situazione verrà tempestivamente comunicata“.
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