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n questo nostro editoriale vi raccontiamo il 2-0 con cui il Napoli espugna l’Arechi e condanna la Salernitana ad un’altra sconfitta.
La distanza geografica tra Napoli e Salerno è di poco più d’una cinquantina di chilometri: un lembo di Campania, splendido per certi tratti, che segna il confine tra due città tanto vicine sulla mappa quanto assai rivali per infiniti aspetti.
Punti Chiave Articolo
Per fortuna degli azzurri allenati da Garcia, però, la differenza coi cugini granata – espressa in termini squisitamente calcistici – è ancora siderale, tant’è che è bastato un Napoli discretamente concentrato per tornare coi 3 punti dalla sfida contro gli uomini allenati da Pippo Inzaghi.
A quest’ultimo – e a suoi ragazzi – va riconosciuto il merito di aver dato coerenza piena a quelle che erano state le dichiarazioni pre-partita dell’ex bomber milanista.
La Salernitana ha interpretato una partita di coraggio, s’è rifiutata di cucirsi addosso la pietosa veste di vittima sacrificale e, a dispetto di una classifica che la vede ultima con 4 punti nelle prime 11 giornate di campionato, ha cercato di proporre il suo calcio.
Fatto di pressing alto sui primi portatori di palla del Napoli, immediata ricerca della riconquista del possesso e sfrontatezza nell’accompagnare l’azione con tanti uomini, premiando il maggiore estro degli esterni alti.
Insomma, i dettami ormai ben noti del calcio contemporaneo, tra cui figura la sempreverde costruzione dal basso.
La gara raccontata nel nostro editoriale su Salernitana – Napoli
E’ proprio quest’ultima, però, a tradire la Salernitana e a fungere da chiave di stappo della partita: plauso ai granata per averci provato, ancor più complimenti al Napoli per aver letto alla perfezione la giocata e averla tramutata rapidamente nello 0-1 momentaneo di Jack Raspadori.
Acquisito il vantaggio, il Napoli sciorina giocate nello stretto che a tratti sono davvero da stropicciarsi gli occhi: merito delle straripanti capacità tecniche degli uomini dalla cintola in su ( e non solo) che vestono la maglia azzurra ( o meglio nera, nell’occasione specifica).
Un continuo saggio di bravura che palesa quanto sia inopportuno e assurdo dare limiti a questa squadra e volerla confinare nel mero obiettivo di rientrare tra le prime 4.
Perché, quando il Napoli dipinge calcio e trova combinazioni in spazi impossibili, semplicemente è ancora capace di giocare come nessuno in Italia sa fare in questo tempo.
La Salernitana potrebbe avvilirsene e ne avrebbe ben donde: eppure non s’arrende né si lascia condizionare dall’inconfutabile evidenza di non avere i mezzi tecnici per affiancarsi alla bellezza degli avversari.
Che però, dal canto loro, un po’ si specchiano, un po’ non hanno la ferocia cannibalesca di chiudere la pratica, un po’ trovano Ochoa in formato saracinesca e così lasciano che il risultato resti quello del flebile 1-0. Un vantaggio striminzito che non può escludere, perciò, possibili capovolgimenti di fronte.
Alla fine la Salernitana non creerà nessuna palla goal nitida e Meret non dovrà mai sporcarsi seriamente i guantoni, tuttavia il Napoli sopra di un goal solo, di questi tempi, è sempre un fattore che mette ansia, a prescindere dall’avversario.
Il secondo tempo
Specie se poi quest’ultimo inizia a mortificare lo spettacolo e a metterla sul piano del puro agonismo, della serie “alla prima palla sporca ti punisco”.
Riaffiorano così, nel secondo tempo specialmente, i mali irrisolti del Napoli di Garcia, che perde il pieno controllo del match e inizia a galleggiare in quella pericolosa zona di mezzo, dove le intenzioni paiono poco chiare e non c’è la decisione giusta per mettere entrambe le mani sulla partita.
Il goal di Elmas, davvero bello nel finale, è il sospiro di sollievo che mette la parola fine ai cattivi pensieri e indirizza definitivamente la direzione dei 3 punti, ormai cosparsi di fortissime tinte azzurre.
Conclusioni del nostro editoriale su Salernitana – Napoli
Il Napoli è ancora degente, ma è altrettanto ancora talmente forte – a prescindere da Garcia – che partite così le può vincere con agio anche al 30% delle proprie possibilità.
Per questo ci cuciamo le bocche e confidiamo nella continuità di prestazioni e risultati nel medio-lungo periodo, unica panacea a un torpore di cui a tratti si vedono ancora ombre minacciose.
Perché, non ce ne voglia la Salernitana, ma Salerno e Napoli si avvicinano solo sulla mappa.
Se parliamo di pallone, il test è attendibile fino a un certo punto.