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Castellammare di Stabia

EDITORIALE – Juve Stabia, presagio gialloblù

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astava un punto ed un punto è arrivato. Col pareggio contro la Reggina la Juve Stabia conquista il quarto posto in classifica al termine di una stagione stratosferica, viste le premesse, accedendo direttamente alla seconda fase dei playoff. Al di là di quanto visto in campo ieri, l’analisi deve essere posta sul lavoro straordinario fatto da Fabio Caserta, da tutto il suo staff, dai calciatori e dalla società tutta. Non è un caso però, che il più presente nelle dichiarazioni post gara dell’allenatore stabiese sia stato il Presidente Franco Manniello.

L’ennesima, grande, stagione della Juve Stabia infatti non può che essere ricondotta alla passione smisurata del suo Patron verso i colori della sua città. Un famoso aforismo attribuito a Nelson Mandela recita “A volte il vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”: traslando la frase in ambito sportivo, la descrizione calza perfettamente al caso di Franco Manniello.

Il Presidente della Juve Stabia ha infatti sempre creduto nella propria creatura, nata quest’anno tra mille difficoltà ed altrettante incognite, tecniche ed ambientali. Il suo avere fiducia nella squadra si è palesato definitivamente nel mese di febbraio, a cavallo del momento di flessione delle Vespe, quando il Patron più volte dichiarava: “Questa squadra terminerà la stagione tra il quarto ed il sesto posto…vedremo se alla fine avrò ragione io o i miei detrattori.” Quello che sembrava solo un presagio ottimista, la profezia di un presidente dall’animo del tifoso, si è invece trasformato in un risultato concreto, dai caratteri a tratti incredibili.

A ben vedere, tra l’altro, i playoff centrati ieri sono quelli che assomigliano di più a quelli magici del 2011, almeno nelle premesse. Oggi come allora la Juve Stabia non partiva certo per “ammazzare” il campionato, alla luce di un organico rivoluzionato rispetto alla stagione precedente e fatto di giovani e “anziani”. Il ruolo carismatico dei vari Maury, Molinari e Corona è stato preso da Marzorati, Matute e Paponi, collanti di un gruppo che può puntare su giovani terribili: Strefezza, Berardi, Mastalli che ricordano Mbakogu, Raimondi e Colombi. In mezzo a loro, calciatori a metà strada tra la giovinezza e l’esperienza: Allievi, Viola e Vicente come Scognamiglio, Cazzola e Mezavilla.

Difficile dire se le analogie tra la magica stagione 2010/11 e quella 2017/18 proseguiranno ma è facile immaginare che il tormentone dei prossimi giorni sarà “Non succede..ma se succede..” tanto caro al Patron Manniello, da cui traspare la consapevolezza delle difficoltà dei playoff ma anche un po’ di sana scaramanzia.

Una cosa è certa: gli spareggi dovranno essere affrontati come un punto di partenza e non di arrivo; con lo spirito contenuto in un’altra frase celebre del Patron, detta ai tifosi dopo la conquista della finale con l’Atletico Roma il 5 giugno 2011, su un Viale Europa colmo di gioia: “Adesso arriva il dolce..non ce lo dobbiamo mangiare? A questo punto io lo voglio il dolce!”

Raffaele Izzo


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