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Castellammare di Stabia

EDITORIALE – Juve Stabia, lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde

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a Juve Stabia di questo inizio di stagione è una squadra completamente diversa da quella dello scorso campionato. Paradossalmente, nonostante un gioco rapido, propositivo ed efficace, la maggiore differenza tra le Vespe di Zavettieri e quelle di Fontana riguarda l’aspetto mentale.

Il nuovo tecnico della Juve Stabia ha infatti dato, fin dal suo arrivo, una grande consapevolezza dei propri mezzi ai suoi ragazzi. Fontana ha azzerato tutte le insicurezze frutto di una anno in cui la salvezza è arrivata solo a due giornate dal termine ed ha preteso che il cambio di marcia, la sua squadra, lo facesse prima ancora fuori dal campo che nel rettangolo di gioco.

Fontana ha dato alle sue Vespe una mentalità autoritaria, spensieratamente matura, che permette alla Juve Stabia di scendere in campo senza paura, imponendo il proprio gioco su ogni campo e contro qualsiasi avversario.
La conferma è data sostanzialmente da tutte le partite di questo scorcio di stagione. A ben vedere, la Juve Stabia è sempre passata in vantaggio, sia fuori casa che al Menti, impattando in modo eccellente tutti i match. Ricordiamo inoltre che le Vespe non hanno certo affrontato compagini poco competitive, anzi: Livorno, Novara, Catania sono tra le squadre più forti dei rispettivi campionati e Melfi e Monopoli hanno dimostrato di essere avversari coriacei e per nulla facili da superare.

In Coppa Italia l’inizio, sia a Livorno che a Novara, è stato con il piede puntato sull’acceleratore, con le reti di Liotti al Picchi e di Del Sante al Piola. Stesse considerazioni per il campionato, dove Lisi ha messo sotto il Catania, dove il Melfi è stato travolto al Menti e dove Del Sante ha colpito a freddo il Monopoli. La Juve Stabia scende quindi in campo con gli occhi di tigre, con il chiaro obiettivo di colpire subito gli avversari sfruttando le proprie qualità. Non contano lo stadio, l’avversario, il pubblico, ostile o casalingo, il modulo e le condizioni metereologiche..le Vespe di Fontana pungono senza timore e con tanto entusiasmo.

A questa mentalità da grande squadra, comincia però a fare da contrappeso un calo costante che la Juve Stabia ha mostrato nei secondi tempi. Nella ripresa, e soprattutto nell’ultima mezz’ora, le Vespe perdono la bussola, permettendo il ritorno in partita degli avversari.
Sia a Catania che a Monopoli, aggiungendo Novara in Tim Cup, i gialloblù nella ripresa si sono “sbiaditi”, abbassandosi troppo e quasi invitando i propri antagonisti a spingere ed a chiuderli nella propria area di rigore.

Probabilmente il calo che colpisce le Vespe è frutto, prima di ogni altro fattore, di fatica fisica in virtù di una preparazione atletica improntata giustamente sulla lunga distanza e che si fa sentire, in questi primi mesi, nelle gambe dei gialloblù. Il “braccino” della Juve Stabia è però causato anche da fattori mentali, vuoi la carenza di attenzione, vuoi la pressione che si sente quando si è a un passo dal portare a casa un risultato importante. Correndo rischi del genere non sempre può andare bene come a Monopoli, e le vittorie di Catania e Novara sfuggite dalle mani lo dimostrano.

La metamorfosi che tra primo e secondo tempo colpisce le Vespe ricorda quasi quella del Dottor Jekyll in Mister Hyde, “anime” racchiuse nella stessa persona, e protagoniste del romanzo di Robert Louis Stevenson.

Sarà fondamentale lavorare quindi sull’aspetto mentale, come sottolineato da Fontana nel post gara di Monopoli, così che la Juve Stabia possa essere una grande squadra per tutti i 90 minuti. Importante in questa crescita sarà l’apporto dei più calciatori più esperti: Amenta, Morero, Salvi, Russo, Capodaglio, Del Sante e Cancellotti, che pur essendo giovane, è al terzo anno di militanza in gialloblù e che deve trasmettere la sua esperienza “stabiese” a tutti i nuovi.

Raffaele Izzo

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