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ltra settimana da prima in classifica per la Juve Stabia, che con la sofferta vittoria di Rieti consolida la vetta della graduatoria, meritatissima per i ragazzi di Caserta. A sovvertire lo svantaggio iniziale, frutto della momentanea superiorità dei laziali ben oltre l’errore di Dumancic, le reti di Carlini, Paponi e Mezavilla. La vittoria di Rieti, più che del singolo marcatore, porta però l’autografo di Fabio Caserta. Per il tecnico stabiese la gara in cui forse ha maggiormente inciso con le sue scelte, da quando è allenatore delle Vespe.
Non è un caso che il nostro editoriale si rifaccia ad una nota canzone di Jovanotti: “Fango”. Io lo so che non sono solo anche quando sono solo, canta Jova, come in effetti deve aver pensato Caserta al termine della prima frazione di gioco. In panchina l’allenatore è “solo” a dover decidere le sorti della sua squadra, ma Caserta “solo” di certo non si è sentito. Voltandosi a guardare alle sue spalle ha visto elementi come Carlini, El Ouazni, Melara, Mezavilla, Vicente: calciatori che sarebbero titolari probabilmente in tutte le squadre di questa Lega Pro. Così Caserta non ha esitato a stravolgere assetto tattico e componenti del suo undici, adeguando la Juve Stabia alla ripresa d’assalto, necessaria per riprendere il match.
E rido e piango, e mi fondo con il cielo e con il fango, dice ancora Jovanotti. In effetti anche questa frase rispecchia il personalissimo match di Mister Caserta: sul manto fangoso, più che erboso, dell’impianto di Rieti, il tecnico è stato bravo a modificare i concetti di gioco che pervadono la sua squadra. Quando il fraseggio costante e rapido non dà i frutti sperati, vuoi per le condizioni meteo, vuoi per un po’ di normale imprecisione, via il fioretto e dentro la sciabola: si punta sulla fisicità dei vari Allievi, Troest. Mezavilla, Paponi ed El Ouazni. Una squadra camaleontica, non solo nei moduli, ma anche nel modo di interpretare la gara.
Due, quindi, le principali caratteristiche del Caserta allenatore. Innanzitutto si ragiona nell’ottica dei 90 minuti, non solo del calcio d’inizio, così da avere sempre la soluzione alternativa, il piano B pronto, se il match non si mette subito su binari favorevoli o le scelte non si rivelano funzionali al match. Emblema di questa visione complessiva delle gare da parte di Caserta, è la scelta di avvalersi quasi sempre delle cinque sostituzioni consentite dalla scorsa stagione; cambi, tra l’altro, che avvengono rapidamente, senza aspettare gli scampoli finali del match (per la serie: i 6, inutili, minuti di Rivera in Italia – Brasile del 1970). Se un calciatore entra in campo per incidere, deve avere il tempo di farlo. Le scelte ed i cambi di Caserta, poi, non fanno eccezione per nessuno: non ci sono intoccabili, tutti possono essere richiamati in panchina se la giornata è storta, così tutti possono guadagnare posizioni sui “titolari”.
Il primato della Juve Stabia è ovviamente merito di tutti: calciatori, staff, dirigenza e proprietà; ma il protagonista della bellissima Juve Stabia che da un anno e mezzo fa divertire i tifosi non può che essere Fabio Caserta, un allenatore che non è mai solo.
Raffaele Izzo