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a Juve Stabia uscita sconfitta nello spareggio per il terzo posto con il Matera è una squadra che si è giocata tutto sommato bene le proprie possibilità. Preliminarmente va detto che la gara ha avuto come scenario uno stadio “Romeo Menti” dall’atmosfera quasi fantasma; nulla dell’impianto in grado di far tremare le gambe agli avversari, caricando invece a mille i ragazzi gialloblù, è rimasto. A popolare il Menti sono ormai piccole “macchie” di tifosi: quella inossidabile ed instancabile in Curva Sud, quella in tribuna scoperta e quella nella tribuna panoramica. Anche uno stadio sufficientemente popolato perderebbe di fascino e calore avendo una intera metà (il settore distinti) desolatamente chiuso, figuriamoci un impianto di per sé per tre quarti vuoto. In questo contesto da Serie D la Juve Stabia sul piano della prestazione non è certo uscita sconfitta dal match contro la squadra di Auteri.
Le Vespe hanno affrontato una delle squadre più compatte e forti del campionato, guidata da un allenatore che conosce la categoria come pochi e che si accinge anche a conquistare la Coppa Italia di categoria. A Marotta ha risposto dopo la metà del primo tempo Carretta con la collaborazione di Liviero; solo nel quarto d’ora che ha separato la rete dei lucani dalla fine del primo tempo la Juve Stabia ha effettivamente ballato un po’ in difesa. Il pareggio ha colpito le fragili certezze dei gialloblù permettendo al Matera, che sul piano del gioco e della prestazione non aveva brillato, di andare vicino alla rete del sorpasso.
Archiviata in parità la prima frazione di gioco, la ripresa è stata tutte a tinte gialloblù. Come avvenuto a Lecce, la Juve Stabia è uscita dagli spogliatoi con una grinta rinnovata, attaccando a testa bassa e mettendo alle corde i lucani. Inutile chiedere il bel gioco, lamentandosi a fine gara; dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che la squadra schiacciasassi del girone d’andata non c’è più e che, in questo momento, non si può pretendere molto di più dai gialloblù. Difficile poi chiedere di più alla luce del sorpasso messo in atto ieri sul Matera grazie alla bella azione Marotta-Cancellotto-Ripa, ma sanzionata dal guardalinee per un fuorigioco molto dubbio.
Una gara così equilibrata è stata decisa da una delle regole più scontate, ma anche più vere, del calcio: “gol sbagliato, gol subìto”: sì, perché la Juve Stabia aveva avuto la forza di tornare in vantaggio con la grande azione di Kanoute, caparbio e preciso nel mettere in mezzo la palla perfetta per l’incornata ravvicinata di Allievi; il difensore però si è divorato la più clamorosa delle occasioni a pochi passi dalla porta avversaria, il tutto quando il cronometro segnava l’88esimo minuto. Giusto il tempo di prendere nota dei tre minuti di recupero che il Matera metteva in pratica, a dieci secondi dal fischio finale, la “la legge del gol”, insaccando anche con un po’ di fortuna la rete dell’1 – 2 sempre dello scatenato Carretta.
Guardando con razionalità alla gara, poche sono le critiche che possono essere mosse alla squadra. Di fronte si aveva una delle favorite della vittoria finale che, proprio come la Juve Stabia, ha accusato nel girone di ritorno un calo “vergognoso”, citando il proprio tecnico Gaetano Auteri. Sicuramente i difetti ed i problemi non mancano, ma è innegabile che questa squadra sia ormai accompagnata da una sfortuna cronica che si manifesta negli episodi chiave di quasi ogni gara (direzione di gara contro la Casertama, palo di Paponi nel finale di Lecce, erroraccio di Allievi sotto porta ieri). Occorre migliorare ed arrivare al meglio ai play off, magari sperando che gli Dei del Calcio proprio negli spareggi promozione decidano di fare il tifo per i gialloblù.
Raffaele Izzo