L
e grandi partite, quelle la cui posta in palio è alta, raramente sono match spettacolari, in cui si vedono valanghe di gol e di occasioni. Il big match in chiave playoff tra Juve Stabia e Monopoli ha confermato questa caratteristica: le Vespe hanno vinto una gara maschia, per buona parte della stessa bloccata ed in cui entrambe le squadre hanno mostrato qualità importanti, come da complimenti reciproci dei due tecnici. Operazione sorpasso riuscita per la squadra di Caserta, che conquista il quarto posto, con la possibilità di allungare sfruttando bene il secondo tempo del match col Francavilla, in programma mercoledì.
La Juve Stabia ha mostrato grinta e voglia di vincere fuori dal comune, sopperendo bene ad assenze e condizioni fisiche precarie di molti elementi chiave. Allievi ha fornito una prova importante anche da terzino sinistro, spingendo inevitabilmente poco, ma risultando solido come una roccia in fase di marcatura; Simeri è stato il man of the match, nonostante la sua presenza alla vigilia fosse in dubbio per un virus influenzale: tutti tra i gialloblù hanno offerto un contributo rilevante per la vittoria stabiese.
Il primo a notare questi dettagli, che dettagli non sono, è stato Fabio Caserta, che nel post gara ha ripetuto più volte “Sono orgoglioso di allenare questi ragazzi..”, spostando tutti i meriti del quarto posto della squadra sui propri calciatori. Eppure, il campionato stratosferico della Juve Stabia porta la firma proprio dell’ex numero 10 stabiese.
Guardando a otto mesi fa, non c’era alcuna certezza in casa Juve Stabia: né sull’iscrizione effettiva al campionato e né, ovviamente, sul tipo di stagione a cui puntare. Tanti big della scorsa stagione rumoreggiavano per andare via, a fronte di tanti giovanissimi semisconosciuti che arrivavano. Quasi una stagione dopo, quei giovanissimi sono ora ragazzi terribili in grado di mettere in difficoltà tutti (Strefezza ne è l’emblema) e chi è andato via, forse, si è accorto di non aver fatto la scelta giusta, venendo tra l’altro ben rimpiazzato dall’ottimo lavoro del D.S. Polito.
Dicevamo, merito di Fabio Caserta, che alla sua prima stagione da allenatore si è seduto su una panchina difficile, in un contesto sportivo di non semplice gestione. Il tecnico, forte della sua conoscenza dell’ambiente, è riuscito a disinnescare una piazza potenzialmente in grado di diventare una bomba (sportivamente parlando), tramutando il rischio esplosione in spettacolari fuochi d’artificio. L’allenatore calabrese ha in mano la sua squadra, in campo e fuori: basta farci caso, anche chi gioca meno non ha parole amare verso il proprio tecnico, capace di stimolare dal primo all’ultimo ogni suo calciatore.
La crescita di Caserta è stata esponenziale anche dal punto di vista tattico e nella lettura della gara. Per la Juve Stabia nessuna “schiavitù” tattica verso un modulo di gioco, con le Vespe in grado di recitare senza patemi il 4-3-3, il 4-3-2-1 e il 3-5-2. A questa duttilità va aggiunto un fattore che può diventare determinante: con i rientri di Paponi e Melara la batteria gialloblù acquisisce due lingue di fuoco spettacolari quanto efficaci. Paponi non ha certo bisogno di presentazioni, mentre Melara in pochi minuti ha dato sfoggio di mezzi tecnici sublimi per la Lega Pro.
Mentre nella scorsa stagione, di questi tempi l’implosione della Juve Stabia aveva portato al tracollo, oggi le Vespe puntano i playoff col morale alle stelle, con la consapevolezza di non aver mostrato ancora i fuochi d’artificio più belli. Grazie soprattutto a Fabio Caserta, l’artificiere gialloblù.
Raffaele Izzo