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on c’è il colpo di scena. Al Romeo Menti passa il Frosinone di Alessandro Nesta che supera una Juve Stabia rimaneggiata e confusa che, nelle condizioni che hanno preceduto la sfida al Campione del Mondo, poco in più poteva fare. Troppo elevato il divario tecnico tra le squadre, accentuato dall’emergenza infortuni che ha costretto Fabio Caserta a schierare un undici a dir poco sperimentale. Finisce con il doppio passivo per i gialloblu che, solo per sfortuna ed imprecisione dei laziali, non ha assunto contorni più pesanti; al di là della rete del raddoppio trovata da Ciano poco prima del triplice fischio, la vittoria del Frosinone non è mai stata in discussione dopo il vantaggio di Beghetto.
Ingeneroso il confronto tra la rimaneggiata difesa stabiese ed il forte attacco frusinate, capace di mettere i brividi a Russo quasi ad ogni azione; impari la sfida nella sfida tra Ariaudo e Forte, con l’attaccante stabiese inghiottito dalla retroguardia ospite; impalpabili i centrocampisti stabiesi, ad eccezione del mai domo Calò, nell’arginare le tante idee e la corsa del Frosinone. Non era certo nella gara di ieri, in parte segnata già prima del fischio iniziale dalla completezza dell’avversario e dai guai gialloblu, che la Juve Stabia doveva cercare punti pesanti per la propria salvezza ma, proprio per la complessità del’ultimo match, come dei prossimi, aumenta il rammarico per quanto non è stato fatto in molte delle scorse gare, ampiamente alla portata della squadra di Caserta.
“Se avessimo fatto risultato pieno a Chiavari non saremmo certo salvi” – aveva evidenziato alla vigilia il tecnico della Juve Stabia. Certamente vero, come vero è che un risultato positivo in Liguria avrebbe permesso di attutire la prevedibile caduta al cospetto del Frosinone. Stesso discorso per la trasferta di Livorno, con la gara buttata dopo il vantaggio trovato da Calò contro la squadra forse meno performante del campionato, che ieri ha esonerato il suo (ex) allenatore Breda, ma capace di fare la voce grossa contro le “Vespe”. Le considerazioni che anticipano la trasferta di Verona, in programma venerdì, devono essere, soprattutto in questa situazione, improntate all’equilibrio ed alla lucidità.
Le due dolorose sconfitte consecutive non compromettono irrimediabilmente la corsa alla salvezza, che deve essere ripresa però subito cercando di limitare i danni durante l’emergenza. Tutto è ancora possibile, ma sono tre i punti che dividono la Juve Stabia da chi la precede (la Cremonese) quindi bisogna ridurre al minimo le battute d’arresto per evitare che il solco inizi ad essere troppo profondo. Non esistono medicine miracolose per superare il momento ma palliativi per non ammalarsi oltremodo sì: non è il momento di sperimentare o di tentare soluzioni più sfrontate che concrete. Tocca fare di necessità virtù, offrendo in primis copertura e supporto alla difesa, che soffriva già prima dei forfait dei suoi colossi, per poi cercare di sorprendere in velocità l’avversario. Ripartire dalle cose semplici per invertire la rotta.
Al di là delle più e meno incisive soluzione tattiche del momento, è poi chiaro che tanti, troppi, elementi scelti in estate non sono in grado di svolgere i compiti per cui la dirigenza stabiese ha puntato su di loro. Di una rosa più che abbondante, circa un quarto dei suoi componenti non si è mostrato idoneo a poter dare il contributo immediato e significativo di cui ha bisogno una squadra che deve salvarsi. Inutile puntare il dito su chi ha fatto le scelte o su chi non sta rendendo come da attese; se ne tenga però conto a gennaio per intervenire in modo incisivo e profondo.
Ci saranno ancora giornate dure, in cui la delusione sarà maggiore della soddisfazione ma si faccia in modo di non rivivere altre giornate storte come quella di ieri.