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Castellammare di Stabia

EDITORIALE – Juve Stabia, come è bello il mondo da quassù

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3 luglio 2016: la Juve Stabia, in tutte le sue principali componenti, presenta al Romeo Menti il tecnico scelto per la stagione del riscatto. Si tratta di Gaetano Fontana, ex numero 10 e fantasista proprio delle Vespe, che decide di ripartire da Castellammare dopo il brutto epilogo dell’avventura alla Nocerina. (CLICCA QUI)
Di quella conferenza stampa è rimasta impressa una frase più delle tante altre. E’ una battuta in classico stile Manniello, con cui lo stesso Patron dichiara: “Mister Fontana ha così tanta voglia e rabbia in corpo che se ci mordesse, ci avvelenerebbe!”. Quelle parole di Manniello, dopo cinque mesi, non possono che risuonare come una piacevole anticipazione. Sì, perché prima ancora di soffermarci sugli aspetti tattici della Juve Stabia del tecnico di Catanzaro, è importante sottolineare come l’inversione di tendenza rispetto alla scorsa stagione sia avvenuta prima di tutto nella testa dei calciatori.

Alla squadra molle, impaurita, che in molte occasioni puntava a non prenderle più che a vincere, guidata da Ciullo prima e da Zavettieri poi, ha lasciato il posto un gruppo compatto, “cattivo”, consapevole dei propri mezzi e pronto ad imporre il proprio gioco su qualsiasi campo e contro qualsiasi avversario. La scelta della parola “gruppo” non è certo casuale: altro merito di Fontana è stato quello di ricompattare l’ambiente stabiese, facendo sentire tutti importanti ma nessuno indispensabile, perché l’unica cosa che conta è la squadra. Sulle macerie di una squadra in cui ognuno guardava al proprio orticello, Fontana ha costruito una famiglia, dove i calciatori non sono solo compagni di squadra ma fratelli, che stanno insieme anche quando non è tempo di allenamenti o ritiri. Lo confermano i social, dove i calciatori della Juve Stabia si abbracciano, si stuzzicano, si prendono in giro, gioiscono insieme 24 ore su 24, sempre concentrati sul proprio obiettivo, o sogno, ma senza mai prendersi troppo sul serio, proprio come vuole il proprio allenatore.

Se nella gestione del gruppo Fontana è stato eccezionale, altrettanto si può dire per quanto riguarda gli aspetti di campo. La Juve Stabia priva di una vera identità di gioco che il tecnico aveva incontrato nei primi allenamenti della sua gestione è ora una squadra che gioca a memoria, palla a terra, sfruttando tutte le sue armi migliori. Così, tenendo ben a mente i dettami del suo maestro Sarri, Fontana ha scelto come linea guida della sua squadra un 4-3-3 propositivo ma equilibrato, in grado di reggere bene nonostante un centrocampo più di costruzione che di interdizione. Simboli del nuovo corso gialloblù sono principalmente due: Paolo Capodaglio e Francesco Lisi.

Il capitano è l’allenatore in campo, quello in cui si incarnano alla perfezione tutti i principi di gioco voluti da Fontana e che con una giocata, con un passaggio apparentemente banale è in grado di innestare le azioni più pericolose della Juve Stabia. Francesco Lisi è invece il jolly, il calciatore da schierare in qualsiasi ruolo, tranne che in porta (e Russo ne sarà felice). Il numero 23, grazie al lavoro del nuovo allenatore, ha esaltato la sua duttilità, diventando un tuttocampista con il senso del gol di un attaccante di peso.
Il tiki taka di Capodaglio ed un Lisi a tutto campo, uniti alla nuova divisa arancione delle Vespe, quasi quasi e con le dovute misure, ricordano la maniera scanzonata e l’armonia del calcio totale olandese degli anni 70, con gioco palla a terra fatto da attaccanti che diventano difensori e centrali difensivi improvvisamente centravanti sotto porta.

Cinque mesi dopo, puntando sulle proprie idee ma senza esserne schiavo, Gaetano Fontana ha riportato la Juve Stabia in testa alla classifica, formando una squadra in grado di giocarsi fino agli ultimi istanti della stagione un risultato da favola.
A questo punto, è giusto che Fontana ed i suoi ragazzi si godano il meritato riposo, in attesa di spiccare di nuovo il volo. La sosta invernale sarà ancora più bella, del resto da lassù il panorama è B..ellissimo.

Raffaele Izzo


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