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a Juve Stabia non si ferma. Le Vespe rispondono ai messaggi delle avversarie e lo fanno in modo roboante, con una vittoria che si concretizza nell’ultima azione del match. Contro un Rende vivace, e nella ripresa più pericoloso dei ragazzi in maglia gialla, la Juve Stabia ha incastonato nel proprio mosaico quello che alla distanza potrebbe diventare un tassello decisivo per il completamento di un capolavoro.
È andata in scena la ormai consueta prestazione della Juve Stabia, una squadra che affronta gli avversari con la consapevolezza di chi ha di fronte e con la naturalezza che le consente di accettare che, in alcuni momenti della gara, si deve soffrire prima di pensare a pungere. Una giornata, quella di Rende, in cui brillano nuovamente le intuizioni di Fabio Caserta, autentico stratega dei gialloblù.
Nella ripresa infatti il ribaltone voluto dal tecnico stabiese ha spaccato la gara: tre sostituzioni in un colpo solo, con Elia, Mezavilla e Mastalli a cambiare l’inerzia del match. Se la M al quadrato ha potenziato la mediana con muscoli e dinamismo, le scorribande di Elia sull’out destro hanno paralizzato la difesa del Rende. Lo Speedy Gonzales della Juve Stabia ha creato tre palle gol, bruciando Blaze e fiondandosi anche sull’ultimo pallone della gara, quando probabilmente la testa di tutti i 22 in campo era già negli spogliatoi.
La glacialità di Paponi dal dischetto ha cambiato ufficialmente nome alla “Zona Cesarini”. Almeno per questa stagione in Serie C i minuti finali di ogni gara diventano la “Zona Juve Stabia”, il momento morto del match, ormai destinato a non riservare sorprese, in cui le Vespe affilano il pungiglione. La saetta di Calò alla Casertana (minuto 90), la micidiale incursione rugbistica di Mezavilla a Trapani (minuto 93), il colpo alla Jackie Chan di Carlini a Vibo Valentia (minuto 96) ed il rigore scaraventato in rete da Paponi ieri (minuto 95) non possono più essere un caso. Nel finale di gara, quando le gambe iniziano a essere pesanti, la mente dei ragazzi di Caserta invece diventa leggerissima: il coraggio e la voglia di vincere prevalgono sulla stanchezza e sulla prudenza, innescando un meccanismo a tratti magico. Da una giocata, da uno scatto, da un tackle nasce la Zona Vespe: il marchio di fabbrica di una squadra più che matura, ma in grado di farsi pervadere dal decisivo briciolo di follia quando serve.
Più che normale che le mille vite della Juve Stabia diano fastidio a chi non veste la casacca stabiese, inutilmente e sterilmente impegnato ad aggrapparsi alla fortuna (presunta), al gioco non spettacolare (smentito dai numeri), alle decisioni arbitrali (sempre cristalline) e ad altri concetti finalizzati esclusivamente a sminuire e destabilizzare il campionato della Juve Stabia.
Meglio, allora, lasciar parlare gli altri e concentrarsi solo sul campo, unico palcoscenico che conta ed in cui dare il meglio, mettendo nel mirino il match col Catanzaro, gara in cui il pungiglione dovrà essere ben appuntito.
Raffaele Izzo