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vete presente quelle sensazioni che vi riaccompagnano a casa dopo un lungo viaggio o una stancante giornata di lavoro? Può essere il profumo del cibo che sapete provenire da casa vostra o il saluto di un vicino o le feste del vostro cane non appena aprite la porta. Qualunque sia la sensazione che associate al concetto di “ritorno a casa”, sabato tutta la Juve Stabia ha assaporato queste emozioni.
Il Romeo Menti è stato riaperto, è stata inaugurata la tribuna Roberto Fiore, la maglia numero 12 è stata donata, come da tradizione, alla Curva Sud e la Juve Stabia ha vinto..proprio con un gol sotto la Sud.
Al di là degli aspetti romantici della serata di sabato, il match contro il Rende ha confermato la crescita della squadra di Caserta e Ferrara. Progressi e miglioramenti che si intravedono dal punto di vista tattico e tecnico.
Tattico, perché ormai le Vespe sono una squadra camaleontica, capace di vestire tutti gli abiti ed i numeri che il calcio moderno offre. Così, dopo un inizio di stagione incentrato sul 4-3-3, la Juve Stabia si muove ora con naturalezza anche col doppio centravanti, a prescindere che si difenda a 3 o a 4. Contro i calabresi si è visto un solido 4-4-2 in fase di non possesso, che in breve diventava un 4-2-4 grazie agli spunti offensivi di Canotto e Berardi.
I progressi tecnici sono invece riscontrabili nei tanti singoli che stanno mostrando le proprie qualità: Bachini sta diventando più di una semplice alternativa a Allievi e Redolfi; Matute sta acquisendo la condizione fisica straripante essenziale per il suo gioco, mentre Canotto anche due sere fa è stato la spina nel fianco della difesa avversaria. Una menzione la merita anche il giovane Calò, geometra con le sue diagonali per tutti i minuti in cui è stato in campo.
Uniche note negative della serata l’espulsione eccessiva di Mastalli e la rabbia di Simeri verso Lisi, che speriamo sia sbollita poi negli spogliatoi. Episodi che, ad ogni modo, fanno comprendere quanto la squadra sia calata nella mentalità battagliera che pretende Caserta.
Ora testa alla difficile trasferta di Matera, da affrontare con grinta e coraggio…perché anche le sfide più difficili sembrano meno ostiche quando hai “un orizzonte che ti accoglie quando ti allontani” per dirla alla Jovanotti, o semplicemente un posto sicuro, la tua casa, in cui finalmente tornare.
Raffaele Izzo