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on il match di Pordenone si chiude ufficialmente la stagione 2018/19 della Juve Stabia, probabilmente l’annata più incredibile dei 112 anni di Storia gialloblu. La sconfitta friulana, infatti, non può coprire quanto fatto dalla società, da Caserta ed il suo staff e dai ragazzi stabiesi; meritata la vittoria della squadra di Tesser, apparsa più volenterosa anche alla luce del fattore campo e dell’addio al calcio del proprio leader Berrettoni, cui regalare la Supercoppa. Al di là di una gara approcciata a pancia piena, ora che è calato il sipario sulla stagione, alla Juve Stabia, in ogni componente, vanno destinati soltanto applausi.
Eppure sembrava che lo spettacolo gialloblu, che ha incantato per mesi gli occhi dei tifosi di Castellammare, non potesse trovare nemmeno un “palco” che lo ospitasse. Tutte le perplessità del Patron Franco Manniello si sono sciolte quando sembravano invece giunte al culmine, consentendo alla Juve Stabia di ripartire a tutti gli effetti in una sorta di seconda vita. Allora non può che essere Franco Manniello lo sceneggiatore del teatro stabiese, il deus ex machina su cui si sono basate le fortune gialloblu. Di concerto con i Direttori, Filippi e Polito, Manniello ha allestito uno spettacolo meraviglioso.
A rendere un “semplice” spettacolo un indimenticabile ed irripetibile show ci hanno pensato Fabio Caserta ed i suoi ragazzi. Una squadra fatta di fratelli, prima che di compagni, allegri e spensierati fuori dal campo ma feroci e spietati in campo. Il tecnico stabiese, anzi il regista gialloblu, ha provato e riprovato le scene da replicare in campo (o sul palco) fino a far diventare inarrestabili i suoi ragazzi.
Difficile scegliere un momento o IL momento della stagione, quello in cui la consapevolezza di potercela fare si è fatta strada o quello nel quale la speranza è diventata convinzione; ogni protagonista, anche ai nostri microfoni, ha indicato un gol o una partita differente. Quello che conta è che il percorso iniziato, tra mille dubbi in estate, passando dalla conferenza del 12 luglio in cui la Juve Stabia rinasceva, e per il faticoso ritiro di Fiuggi, ha trovato la sua fine nel chirurgico diagonale alla Vibonese di Adriano Mezavilla. Un caos calmo, un colpo da biliardo che ha fatto esplodere una città intera. L’atto più colmo di pathos del pazzesco show gialloblu.
Uno show che ha lasciato a bocca aperta anche e soprattutto le antagoniste delle Vespe, imbattibili in estate nel fare propaganda, pubblicizzando le proprie stelle inarrivabili, ma vittime di una notte di San Lorenzo senza fine, con le stelle tutte a cadere innanzi agli occhi dei tifosi della Juve Stabia. Del resto, quando le stelle cadono i desideri si avverano.
Ora che anche l’ultimo atto dello spettacolo gialloblu è storia, con una Supercoppa che certamente avrebbe impreziosito la bacheca societaria, ma meritatamente andata al Pordenone, si chiuda il sipario ma, soprattutto, si applaudano senza sosta gli attori.
Raffaele Izzo