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La crisi: l’opposizione e le regioni contro il governo

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La crisi tra il governo e l’opposizione è solo il riflesso di una crisi più ampia: sembra che al governo si oppongano anche le regioni.

Opposizione e regioni contro il governo: è crisi?

È

sempre crisi tra governo e opposizione, ma mai tanto quanto negli ultimi mesi. La pandemia con cui l’Europa e il mondo intero hanno imparato a confrontarsi ha determinato la reazione dei governi nella direzione di strette più o meno forti e limitazioni agli spostamenti, con un inevitabile riscontro in negativo nell’universo economico e sanitario di tutti i Paesi. Negli scorsi mesi, l’Unione Europea ha impiegato una linea più o meno coerente nell’adozione di misure di prevenzione, ma soprattutto di limitazione del virus; è vero se consideriamo la linea difensiva (alquanto scarsa) degli Stati Uniti, da tempo impegnati con le elezioni presidenziali ma, ancor prima, con i movimenti sociali legati al Black Lives Matter.

Ma oggi, all’ombra di una nuova chiusura generalizzata, ogni Paese dell’Unione Europea sceglie di operare in linea a parametri diversi: l’assegnazione di fondi, la mobilità, ma soprattutto i posti letto. La cancelliera Angela Merkel reputa necessaria la chiusura solo al raggiungimento della saturazione degli ospedali: per quanto in Germania lo scenario possa sembrare lontano, in Italia è già più che presente.

Il governo Conte, coraggiosamente in balia non solo dello sguardo dell’Europa, ma soprattutto di quello dei governatori delle regioni, si ritrova tra capo e collo l’onere di salvare il Paese dal collasso sociale, sanitario ed economico. In particolare al giorno d’oggi, governo e opposizione si dividono. L’uno non supporta l’altro su alcun argomento e ogni giorno è saturo di dibattiti. Si discute sulle manifestazioni ormai diffusesi a macchia d’olio in tutta Italia (organizzate deliberatamente oltre gli orari permessi alla mobilità), sul rischio di un aumento del contagio che ne deriva, sui fondi impiegati per riabilitare secondo le nuove norme sanitarie cinema, teatri, scuole: tutto è irrimediabilmente chiuso e, tra le fila dell’opposizione, sembrerebbe non essercene ragione.

Sebbene sia innegabile la perdita a cui il Paese va incontro con la chiusura delle scuole e delle università e quella dei bar e dei ristoranti, il governo, consigliato dal comitato tecnico-scientifico, resta sulla sua posizione. L’opposizione, invece, porta avanti un contrasto sempre più aperto sulla reciproca esclusione. Ciò che preoccupa, dopotutto, è l’assunzione da parte dei governatori delle regioni di posizioni altrettanto contrastanti rispetto al governo: tra la chiusura parziale e totale, ciò che è certo è che l’Italia si conferma divisa, o forse unita, nel bene e nel male, da una pluralità di voci.

Lorenza Sabatino

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