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Castellammare di Stabia

Dopo le “cavallette” arriva la «cimice marmorata asiatica»

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Nel libro dell’Esodo si racconta l’uscita degli Ebrei dall’impero d’Egitto sotto la guida di Mosè. Uno degli episodi più importanti di questo libro è proprio l’invio delle 10 piaghe, o punizioni divine, contro il popolo egizio tra le quali, quella delle cavallette.

Dopo le “cavallette” arriva la «cimice marmorata asiatica»

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irca tremila anni dopo, nella cronaca dell’AD 2019, Salvini imperante, ci ritroviamo a rileggere di almeno tre delle dieci piaghe che ci affliggono anche oggi. Nell’ordine possiamo individuare, nell’ordine:

  • 7) Pioggia di fuoco e ghiaccio (Grandine),
  • 8) Invasione di cavallette/locuste
  • 9) Tenebre.

Queste sono, nell’ordine, tre delle dieci “storiche” piaghe riportate nell’Esodo. “Piaghe” che, rivisitate oggi alla luce del quanto sta accadendo, e dell’operato del governo gialloverde, ci porta a vedere che:

7) Pioggia di fuoco e ghiaccio (Grandine): FATTO.
Bombe d’acqua e drandinate con chicchi enormi si sono avute, nei giorni scorsi, in diverse zone dell’italico territorio dal Sud al Nord dove, ad esempio nel mantovano, a Ostiglia, in mezzora sono scesi 40 millimetri di acqua e la grandine ha distrutto angurie e meloni in pieno campo.

8) Invasione di cavallette/locuste: Fatto e, già che c’eravamo, dopo le cavallette ecco arrivare anche la «cimice marmorata asiatica».

Dopo le cavallette nelle campagne di Nuoro in Sardegna nei giorni scorsi, con il caldo improvviso si sta verificando, nel nord Italia, anche un’invasione di sciami di cimici, come da allerta lanciata dalla Coldiretti che segnala l’arrivo della «cimice marmorata asiatica», un insetto pericoloso per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte l’anno e attacca con le punture meli, peri, kiwi, ma anche su peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivai con danni che possono arrivare fino al 40% dei raccolti nei terreni colpiti.

La cimice inoltre, come già accaduto con le cavallette, arriva fino ai centri abitati e costringe i cittadini a barricarsi in casa con porte e finestre chiuse.

La situazione – sottolinea la Coldiretti – è difficile in tutto il Nord dal Friuli al Veneto, dalla Lombardia all’ Emilia Romagna fino in Piemonte. La diffusione improvvisa di questi insetti che non hanno nemici naturali – spiega la Coldiretti – ed è stata favorita dalle alte temperature.

Dopo la nota sull’ondata di invasione della «cimice marmorata asiatica», torniamo a vedere come sta la situazione dell’invasione delle cavallette in Sardegna, nel Nuorese, favorita, a quanto si apprende, dalle campagne sempre più abbandonate e dai cambiamenti climatici, con improvvise abbondanti piogge seguite da lunghi periodi di siccità.

L’invasione, stando a quanto spiega il professor Ignazio Floris, entomologo dell’università di Sassari, è destinata a rientrare a breve in quanto:

«Le cavallette che hanno invaso le campagne di alcune zone del Nuorese sono adulte e ormai si è raggiunto il picco del fenomeno: in ogni caso, è da escludere che possano verificarsi invasioni come quelle di prima degli anni ’40 che interessavano centinaia di migliaia di ettari» per cui sono del tutto infondati i timori di invasioni di biblica memoria.

I danni subiti dalle circa venti aziende del Nuorese colpite – nelle campagne tra Ottana, Oniferi, Sarule e Orotelli – come sottolinea il direttore della Coldiretti di Nuoro, Alessandro Serra, sono comunque notevoli con circa 2.000 ettari di pascolo rasi al suolo per cui:

«Un danno economico rilevante soprattutto per gli allevatori, che ora dovranno sopportare maggiori costi per l’acquisto e il trasporto del mangime per il bestiame».

9) Tenebre: beh, un periodo più buio di questo, il cui unico “merito” comincia ad essere proprio quello di “illuminare” la Prima Repubblica.

Sempre più sovente, ed in sempre più dibattiti infatti, si sentono riflessioni che portano a rimpiangerla e a meglio valutarla alla luce del quanto in concreto ha realmente fatto, al di la delle malefatte di alcuni cavalcate, ancora oggi, da chi poi ha fatto lo stesso (ed anche di peggio) senza avere nemmeno, al loro interno, altri che qualcosa di buono, per tutti, comunque facevano.

E queste sono le cose che cominciano a brillare e ad essere rimpiante per cui, in quest’era dove si afferma sempre di più il: “poco? Forse, comunque sempre meglio del niente”, non capisco ne vedo perché, l’unico Comunque da non considerare, e comunque da sottacere, debba essere proprio la parte buona espressa e posta in campo nella Prima Repubblica che, alla fin fine e tanto per dire, en passant, ci portò fuori dal disastro dell’enesima guerra dono, guarda caso, della destra e dei destrorsi, ieri chiamati fascisti, oggi salviscisti.

Ma, come si sà, non basta cambiare il nome a qualcosa per far sì che sia diversa e, di fatto, diversa non è.

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